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 2018  marzo 21 Mercoledì calendario

Le sette vite della carta. Il mercato cresce ma l’Ue alza la sfida

Da Paese importatore a Paese esportatore. In Italia la metamorfosi della carta, merito della crescita della raccolta che ha fatto la differenza, è cominciata attorno al passaggio di secolo: da un import di oltre un milione di tonnellate di balle da macero siamo passati a un saldo commerciale netto che sfiora quota 1,6 milioni di tonnellate ed è in crescita continua.
«Chi fa la raccolta non lo sa, ma è un buddista che crede nella reincarnazione: la carta rinasce per sette volte prima di perdere consistenza», scherza Carlo Montalbetti, direttore di Comieco, il consorzio per il recupero degli imballaggi a base di cellulosa che ha organizzato “Riciclo aperto”, da oggi al 23 marzo, per far conoscere gli impianti di trasformazione dei rifiuti in nuovi materiali. La rimonta della carta parte da un vantaggio di posizione che era andato perso ed è stato riconquistato. In Italia la cultura del recupero affonda le radici nella storia del libro ed è documentata dalle cinquecentine con i dorsi irrobustiti dalla vecchia carta riusata. Ma nella seconda metà del secolo scorso abbiamo dovuto fare i conti con un proliferare dei consumi che aveva perso la connessione con la ragionevolezza, economica oltre che ambientale, del recupero degli scarti. Sembrava più facile rubare all’ambiente che razionalizzare la fase finale del ciclo produttivo, più facile abbattere alberi che recuperare la carta non più utilizzata.
Il campanello di fine ricreazione è suonato con il decreto Ronchi del 1997 che ha allineato l’Italia alle direttive europee in tema di rifiuti trasformando il settore degli imballaggi nel segmento più avanzato di gestione del fine vita dei prodotti. Oggi la carta ha raggiunto un tasso di recupero dell’80 per cento, ma la corsa non è finita: il nuovo pacchetto Ue sull’economia circolare, vicino all’approvazione, alza l’asticella della sfida. «Dobbiamo fare sempre meglio anche perché le quantità in gioco salgono: il consumo di materiali a base di cellulosa continua a crescere», continua Montalbetti. «Se infatti la carta per usi editoriali diminuisce, il cartone per gli imballaggi aumenta: la sfida è intercettarne sempre di più per offrire materia a basso impatto ambientale a un’industria nazionale che ha esigenze crescenti.
Nei prossimi anni con l’apertura di due nuove cartiere ad Avezzano e Mantova avremo una domanda aggiuntiva di oltre 600 mila tonnellate di cartone a cui potremo far fronte con materia che arriva dal sistema del recupero e che sostituisce l’import: un vantaggio per la bilancia commerciale e per l’ambiente».
A muovere il mercato è la crescita rapidissima dell’e-commerce: in Italia siamo arrivati a 150 milioni di pacchi l’anno, un fiume di spedizioni che nel corso del 2017 ha segnato un aumento del 28 per cento superando i 12 miliardi di euro di fatturato e facendo impennare la richiesta di cartone. Ormai in Italia si recuperano 4,8 milioni di tonnellate di materiali a base di cellulosa, l’equivalente di oltre 13 grattacieli grandi come l’Empire State Building.
«Siamo arrivati a un livello di riciclo dell’80 per cento, non è male, ma dobbiamo continuare ad adeguarci all’evoluzione del mercato», spiega Montalbetti. La sperimentazione è partita in alcuni quartieri di Milano, una città con 23 mila consegne di pacchi al giorno e 65 mila tonnellate di carta e cartone raccolte nei primi 9 mesi del 2017. Da ottobre è stata avviata la raccolta settimanale porta a porta del cartone in 13 mila utenze domestiche e si prevede di estendere il sistema a tutta l’area urbana entro il 2019.
Ma se una parte dell’Italia è già proiettata verso il futuro, ce n’è un’altra che ancora non ha chiuso i conti con il passato. La raccolta differenziata funziona a macchia di leopardo e la lettura macro geografica delle differenze è un’approssimazione che rischia di nascondere il problema. Prendendo i grandi numeri emerge un clamoroso ritardo del Sud che ha una raccolta pro capite di 32,5 chili di carta contro i 65,6 chili del Centro e i 63,3 del Nord. Ma il Meridione è a sua volta composto da realtà che viaggiano a livelli di eccellenza (molte province hanno superato il 50 per cento di raccolta differenziata per tutti gli imballaggi e Napoli in 18 mesi ha fatto un balzo del 20 per cento sulla carta) e da aree molto arretrate. La differenza è data dalla qualità delle amministrazioni, e la sensibilità ambientale ne è una buona testimonianza.