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 2018  marzo 20 Martedì calendario

Sorpresa, sono le piante le migliori amiche dell’uomo

Un ficus benjamin contro la solitudine. Un giardino verticale sulla parete del salotto per non sentire la nostalgia del compagno di appartamento che se ne è andato a vivere da solo. E, perché no, un’agave o un aloe per colmare il vuoto lasciato dalla partenza del proprio (ex) innamorato con cui sino a poco prima si coabitava, migliorando non solo l’umore personale, ma anche la pulizia e salubrità della casa.
Quella del «sostituto vegetale» è la nuova tendenza dei Millennials, specialmente negli Stati Uniti, dove il 31 per cento degli acquisti botanici compiuti nel 2016 è stata fatta appunto da chi ha un’età compresa tra i 18 e i 34 anni. Secondo l’ultimo rapporto del National Gardening Survey, che si occupa di monitorare i comportamenti e i trend legati al giardinaggio, sui sei milioni di americani che si sono dedicati alla coltivazione e cura delle piante nel corso degli ultimi dodici mesi, cinque appartengono a questa fascia di età.
Questione di budget
C’entra di sicuro anche il budget ridotto a disposizione dei Millennials che non possono di certo permettersi case con giardino, ma questo trend delle piante del benessere sta sempre di più affermandosi nelle grandi città. C’è chi, come Summer Rayne Oakes, fondatrice di Homestead Brooklyn, ha trasformato il proprio appartamento di Williamsburg in un’autentica foresta indoor, acquistando 700 piante appartenenti a 400 specie differenti, motivando questa scelta di farsi un parco dentro una brownstone house col bisogno di «dare calore e riportare un po’ di vita all’interno di uno spazio che aveva perso ogni linfa. Adesso mi danno tantissima energia».
La voglia di natura nella vita pratica di tutti giorni risponde anche alla maggiore sensibilità botanica presente in questa fascia giovane della popolazione mondiale. Così come dalla fantasia e talento per il design più spiccato tra i Millennials americani deriva la capacità di sapere adattare bene e ambientare con stile le piante a contesti abilitativi molto minimal. Caratteristiche, queste, che hanno spinto gli architetti di interni a proporre bio soluzioni su misura per ventenni e trentenni: Greenery Nyc, uno dei brand di design più noti, ha aumentato la propria clientela negli ultimi due anni addirittura del seimila per cento, puntando in particolare su installazioni arboricole che prevedono, attraverso un sistema di giare, l’autoirrigazione programmata: i Millennials, infatti, viaggiano moltissimo approfittando di voli low cost e delle piattaforme per affittare abitazioni in tutto il mondo.
Il benessere
Ecco dunque che il terrarium, giardino in miniatura incapsulato in una sorta di bolla di vetro, sta conquistando sempre più estimatori e compratori (L’Ippocampo ha da poco editato «Terrarium, mondi vegetali sottovetro»). In alcuni appartamenti, i condomini si sono autofinanziati per acquistare cisterne d’acqua posizionate sul tetto che fanno giungere attraverso tubature l’acqua necessaria per abbeverare questi loro speciali giardini che hanno pareti, pavimento e soffitto. Una larga percentuale di essa è quella caduta durante le piogge che viene riciclata.
La ragione è sentimentale, estetica ma anche salutistica. Uno studio recente della Washington State University ha dimostrato che le piante arrecano benefici pulendo l’aria, riducendo i livelli di stress, e innalzando i livelli di serotonina. Le piante più efficaci sono l’aloe vera e la sansevieria che appartiene alla famiglia delle agavacee. E questa tendenza dalle abitazioni private si sta diffondendo anche agli uffici e spazi di coworking. Sembra, infatti, che una presenza botanica massiccia influisca positivamente anche sulla produttività di chi ci lavora dentro.
Il business
L’industria immobiliare ha fiutato il business e adesso ci sono palazzi che prevedono spazi verdi comuni, come ad esempio serre in cui i condomini possano dedicarsi al giardinaggio o coltivare gli ortaggi. I rooftop a volte vengono suddivisi tra i proprietari e gli affittuari che vogliono dedicarsi a questo hobby.
L’unico rischio, vista la mobilità dei Millennials che si trasferiscono spesso, è che poi ci si debba separare anche da questo nuovo e sano amico verde. Traslocare quello che nel frattempo è diventato un giardino indoor potrebbe essere complicato. E far sorgere un’insopportabile nostalgia.