Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  marzo 18 Domenica calendario

Il miracolo della Ethiopian Airlines: da Cenerentola a principessa dei cieli

L’ultimo ordine, piazzato durante il Dubai Air Show dello scorso novembre, ammonta a 1,3 miliardi di dollari, per 4 Boeing 777 Cargo. Ma Ethiopian Airlines, di aeroplani in consegna da qui al 2025, ne ha altri 54 per un valore complessivo di svariati miliardi di dollari. 
La compagnia basata a Addis Abeba è il fenomeno del momento. Dal 2010, quando ha lanciato il piano di espansione “Vision 2025”, è passata da 26 a 98 aeroplani in flotta, da 1,6 a 8,8 milioni di passeggeri trasportati (2017) e da 157,1 milioni a 2,71 miliardi di dollari di fatturato annuo. Le destinazioni servite sono 122 tra Africa, Europa (in Italia Roma e Milano), Asia, Nord America e Sud America. E nel 2025 avrà una flotta di oltre 120 aeroplani che trasporteranno 18 milioni di passeggeri in oltre 130 città. 
«A inizio anni 2000 abbiamo capito che la nostra sola salvezza dall’aggressività commerciale di Emirates, Etihad e Qatar Airways era quella di espanderci» spiega nel suo ufficio di Addis Abeba il ceo di Ethiopian, Tewolde GebreMariam. L’unico modo per farlo era andare a pescare» passeggeri all’estero. L’Etiopia, secondo l’indice dell’FMI che classifica le nazioni in base al reddito pro-capite, è al 166 posto su 187 Paesi, e di conseguenza la domanda interna di trasporto aereo è sempre stata bassa. «Abbiamo visto come Addis Abeba fosse in un punto strategico per i collegamenti tra Nord e Sud, Est e Ovest del mondo e abbiamo ridisegnato il network e la flotta per farne un hub globale» dice ancora GebreMariam. Il tutto portando il servizio ai migliori standard mondiali: nel 2011 la compagnia è entrata in Star Alliance e nel 2017 ha ricevuto il titolo di “Miglior compagnia africana» e le 4 stelle da Skytrax, l’agenzia più accreditata al mondo nelle analisi del trasporto aereo. 
Tanto è stata dirompente questa crescita che l’ente aeroportuale etiope è dovuto correre ai ripari: i due terminal dell’aeroporto di Bole, progettati per gestire 7-8 milioni di passeggeri l’anno, sono stati travolti dall’ondata di passeggeri e nel 2015 è stato lanciato un piano di espansione da 345 milioni di dollari. I lavori, finanziati dalla Import Export Bank of China e svolti da un colosso cinese delle costruzioni (ma ai quali ha preso parte anche l’italiana Salini) si concluderanno a inizio 2019 e porteranno la capacità a 18 milioni di passeggeri. 
Già, ma come ha fatto la compagnia aerea di proprietà di uno degli Stati più poveri del pianeta ad acquistare gioielli come i Boeing 787 e gli Airbus A350 che costano tra i 240 e i 310 milioni di dollari l’uno? «Lo Stato non ci ha mai dato soldi» risponde il ceo di Ethiopian. «Abbiamo fatto leva sulla nostra storia di bilanci positivi. E con quelli ci siamo rivolti alla Us Im-Ex Bank (un ente americano creato per favorire l’export di prodotti statunitensi), che ha fatto da garante con le banche che ci hanno poi dato i finanziamenti, come HSBC, Barclays, JP Morgan». 
La fiducia non è andata tradita: da quando “Vision 2015” è partito ad oggi Ethiopian ha sempre chiuso in attivo, passando da un utile di 59,1 milioni di dollari nel 2005 ai 232,2 milioni dell’anno fiscale 2016-2017. Un successo dovuto a tre fattori: il basso costo del lavoro, la vendita della maggior parte dei biglietti su mercati esteri ricchi; infine, il fatto che ad Addis Abeba fanno tutto “in casa”: dal catering che prepara 45mila pasti al giorno, alla manutenzione con sei hangar, fino a piloti, hostess e tecnici con una modernissima flight academy dove solo l’anno scorso si sono “diplomati” 262 tra equipaggi di volo e personale a terra.