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 2018  marzo 18 Domenica calendario

La proposta della Meloni: il 17 marzo festa nazionale

Meno di due settimane dopo il voto del 4 marzo dal quale è uscito un Paese politicamente spaccato in due, l’Italia ha festeggiato ieri i 157 anni della propria unità. Era un 17 marzo, una domenica, il giorno del 1861 nel quale la legge che proclamava la nascita del nuovo Stato veniva pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale: «Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi successori il titolo di Re d’Italia», si leggeva. Il sovrano non aveva voluto cambiare il proprio nome in Vittorio Emanuele I, dando così l’impressione di considerare il nuovo Stato nazionale l’allargamento territoriale del Regno di Sardegna. 
Ieri l’anniversario è stato ricordato a Roma con la deposizione di una corona d’alloro all’Altare della Patria, mentre in cielo sfrecciavano le Frecce tricolori. Presenti il presidente del Senato Pietro Grasso, che poi ha fatto i suoi «auguri» all’Italia via Twitter, e la ministra per i Rapporti col Parlamento Anna Finocchiaro. Sempre attraverso Twitter il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha ricordato «tutti gli italiani nel mondo». «Celebriamo le radici del nostro Paese e i valori della coesione nazionale, della libertà e democrazia: pilastri della nostra società», ha quindi aggiunto. Nel complesso l’impressione è stata quella di una partecipazione non calorosa da parte delle istituzioni. 
Festeggiamenti in tono minore per quella che Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, vorrebbe invece trasformare in una «festa nazionale a tutti gli effetti», anzi nella «più importante delle ricorrenze». «La prima proposta simbolica accanto a quelle concrete già presentate nei giorni scorsi che Fratelli d’Italia farà alla Camera nella nuova legislatura è rendere il 17 marzo, giorno in cui ricorre la celebrazione dell’Unita d’Italia, una festa nazionale a tutti gli effetti, la più importante tra le ricorrenze», ha scritto ieri la Meloni sul profilo Facebook. «Preferiamo festeggiarci con una data che unisce piuttosto che con celebrazioni che dividono», ha aggiunto, forse riferendosi al 25 aprile. «Non ci spaventava essere Patrioti quando nessuno voleva esserlo. Abbiamo sempre contrastato chi voleva dividere l’Italia in classi sociali e in aree geografiche. La nostra Nazione va da Bolzano a Lampedusa passando per i cuori dei milioni di Italiani che hanno portato in tutto il mondo la nostra civiltà». 
Conclusione: «L’Italia è Storia, Poesia, Comunità, Impresa. È coraggio, amore, speranza. Il 17 Marzo 1861 il nostro Popolo fu di nuovo insieme ed è il giorno in cui rinnoviamo il nostro giuramento di Fedeltà. Oggi alla mia finestra espongo un tricolore».