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 2018  marzo 18 Domenica calendario

La Cina é piccola

Gli espositori sono bassi e lunghi, in modo che i più piccoli possano servirsi da soli. Tra decine di libri il bambino, avrà circa sette anni, ne afferra uno a colpo sicuro. È Piante contro zombie 2: troppo facile, una storia tratta dall’ipnotica serie di videogiochi. Si siede su uno sgabellino e comincia a sfogliarlo sotto gli occhi della madre, una ragazza che sorseggia senza fretta il beverone di Starbucks. I due piani di The Wonderland, la libreria per ragazzi più grande della Cina («Forse di tutta l’Asia», dice la responsabile marketing, la signorina Liu), oggi sono quasi vuoti. A Pechino l’inquinamento è tornato a offuscare il cielo, le famiglie preferiscono non far uscire i figli più del necessario. Le scorte d’emergenza si possono fare online, in Cina sei libri su dieci vengono comprati su Dangdang, Taobao & Co., i fratelloni locali di Amazon, con consegna alla porta. Sistemandosi gli enormi occhiali tondi, Liu spiega che al “Paese delle meraviglie” ci si viene soprattutto per i «servizi di lettura». Seguendo il percorso stile Ikea, tra scaffali che crescono con l’età, si arriva nella zona delle aule. La stanza delle scienze con i minerali, quella della tradizione cinese, quella di musica con il pianoforte, un teatro. Qui nei giorni di aria pulita centinaia di bambini vengono con maestri e genitori a leggere giocando.

«Ci sono 367 milioni di ragazzi sotto i diciotto anni in Cina, più dell’intera popolazione degli Stati Uniti», dice quattro piani più sopra, affondato nella poltrona del suo ufficio tutto legno, Li Xueqian, il presidente di Ccppg, il più grande gruppo editoriale per ragazzi del Paese e proprietario della libreria delle meraviglie. «Con lo sviluppo economico la domanda si è allargata in maniera spettacolare». Messi in fila, numeri che fanno impressione. Dal 2002 il mercato è cresciuto in media di oltre il 10 per cento l’anno, nel 2016 del 29 per cento, nel 2017 del 15. Quali i bestseller? Un po’ per cortesia istituzionale Li fa portare la traduzione de Le avventure di Cipollino di Rodari (qui si dice ro-da-lì). Vero, vende bene, ma non quanto Peppa Pig o il cofanetto di Piante contro zombie, 120 milioni di copie dal 2012. Il mercato cinese nel suo complesso è a 779 milioni di libri l’anno, quattro volte più che negli Stati Uniti. «E io credo ci sia il potenziale per raddoppiare ancora», aggiunge Li con il tono della normalità.


Una forza editoriale che ora, per la gioia di Xi Jinping e della sua voglia di soft power, comincia anche a proiettarsi nel mondo. Lo dimostrano il premio Andersen vinto da Cao Wenxuan nel 2016, il numero di titoli cinesi, piccolo ma crescente, tradotti negli Stati Uniti, e il ruolo di ospite d’onore alla Children’s Book Fair di Bologna. Una specie di microcosmo di questo Paese e della sua inedita ascesa. Nel bene, ma secondo Li anche un po’ nel male. «In Cina ci sono troppi titoli e molti sono di bassa qualità, spesso imitazioni. Secondo una nostra indagine almeno la metà delle famiglie e degli insegnanti non sa quali scegliere». Non è poi così diverso dai vestiti o dall’acciaio. Una sovrapproduzione low cost che alla lunga può essere un problema per gli editori, che potrebbero ritrovarsi con pile di invenduto nei magazzini. Ma soprattutto per le famiglie della classe media, che nella lettura vedono un trampolino di lancio per i figli. I libri per l’età prescolare, tra i tre e i sei anni, sono il segmento più in crescita. Avvicinarli da subito alla parola scritta li attrezza ad affrontare un sistema scolastico dalle selezioni spietate. La riforma dell’educazione che arriverà a regime nel 2022 mette la lettura al centro, i caratteri necessari per affrontare gli esami di ingresso delle università più prestigiose saliranno da settemila a diecimila. E studiare alla Tsinghua o alla Peking University, la Harvard e l’Mit di Cina, è un passaporto per il successo.
Giocare di sponda con le scuole, per l’industria del libro, è quindi un canale di influenza e profitti. Ccppg per esempio ha fatto compilare e commentare da famosi insegnanti dei volumi di poesie tradizionali, eleganti e minimali nella grafica. Con un’unica concessione alla viralità: si possono scaricare gli audio delle poesie recitate da volti noti della tv.
Ma uno sguardo alla classifica dei titoli più venduti in Rete rivela la stessa ossessione per il contenuto educativo. Su Dandang. com i primi due posti sono per Storia Cinese e Geografia cinese per bambini, poi Viaggiando si impara e poi ancora libri illustrati di scienza, matematica, geografia, perfino la versione under dell’Enciclopedia Britannica. In una Cina sempre più divaricata, qui si riflettono le aspirazioni dei giovani delle grandi città. Ora anche giovani genitori, e senza più il vincolo del figlio unico.
Nei loro carrelli digitali traduzioni e personaggi di importazione la fanno ancora da padroni. Del resto la letteratura per ragazzi cinese è giovane. Nata alla fine dell’Ottocento, spiegano, dopo l’umiliante sconfitta nella guerra con il Giappone quando gli intellettuali decisero che il Paese sarebbe rinato anche grazie alla cultura. Riecco la narrazione ufficiale della “riscossa cinese” tanto cara al regime, valore costitutivo della superpotenza. Qui si dice che il “realismo” dei suoi nuovi maestri affondi le radici in quella tradizione. E che questo sia il “seme” di una scuola cinese che si sta imponendo anche all’estero, alternativa ai tanti autori che si limitano a imitare le atmosfere di Harry Potter o raccontare storielle d’amicizia per teenager.
Certo qui al Paese delle meraviglie, con vista sui grattacieli del quartiere commerciale di Pechino, il rischio della miopia c’è. Di dimenticare l’altra metà del Paese, quella che vive in campagna e in casa non ha neppure un libro. Nove su dieci, oggi, vengono acquistati e letti nelle grandi città. Ma saranno questi bambini, fra venti o trent’anni, a scrivere il futuro della Cina. 




Alla fiera dell’East


La Cina è il paese ospite d’onore quest’anno alla Bologna Children’s Book Fair, la Fiera del Libro per ragazzi che da 55 anni è il punto di riferimento per editori, autori, illustratori che lavorano nel mondo dell’editoria per l’infanzia. Tra gli appuntamenti in programma a Bologna dal 26 al 29 marzo: un convegno sugli audiolibri (26 marzo alle 14); un incontro per parlare dei libri d’arte e architettura per ragazzi (27 marzo alle 10); il primo congresso europeo delle librerie indipendenti (29 marzo ore 9.30); il convegno per celebrare i primi 65 anni del The New York Times Best Illustrated Children’s Books Award (27 marzo alle 14.30). E ancora i premi: il Bologna Prize for the Best Children’s Publishers of the Year che torna a premiare i sei editori, uno per ciascuna area del mondo (Europa, Africa, Asia, America del Nord, America del Sud/Centrale, Oceania), che si sono distinti per creatività, coraggio e qualità delle scelte editoriali; la cerimonia del Bologna Ragazzi Award 2018 e lo Strega Ragazzi, che premia le migliori opere di narrativa per bambini e young adult pubblicate in Italia (28 marzo alle 14.30). Tante anche le mostre di illustratori presenti in città: una su tutte quella di Chris Riddell per le strade di Bologna