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 2018  marzo 18 Domenica calendario

L’amaca

Prima o poi bisognerà che qualcuno prenda le difese dei famigerati centri storici nei quali il centrosinistra è andato benino. È brava gente, dopotutto: italiani come gli altri, anche se con strane abitudini tipo leggere i quotidiani e mangiare il sushi. Si rischia, sennò, di calcificare uno snobismo all’incontrario, con il vigoroso contado, sede dei sani valori di una volta, che guarda dall’alto in basso la città decadente, favorevole ai rapporti sodomiti e al car sharing.
Si è ben capito il fatale errore degli anni precedenti, la sottovalutazione degli esclusi, la distrazione ben pasciuta degli inclusi, Londra Parigi Milano New York che brindano alla globalizzazione e si fidanzano con strafichi e strafiche di tutti i colori, anche quelli mai visti; mentre la casalinga di Mortara (variante) e il pensionato di Asolo si blindano in casa per resistere alle razzie dei migranti. Sì, è vero, è successo, e l’errore è stato così grave che ne è sortito uno dei più grandi cataclismi elettorali della storia di Occidente. Però adesso non esageriamo: un mondo governato dalla Vandea, e con Parigi in castigo, non è una prospettiva che entusiasmi. Dispiacerebbe ai parigini; ma anche quelli della Vandea, anche se non osano dirlo a Salvini, in cuor loro preferiscono passeggiare lungo i boulevards piuttosto che appostarsi con lo schioppo dietro un fienile, aspettando che arrivino i barbari.
P.s. – Perché non si equivochi: io ho un fienile e abito in Vandea.