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 2018  marzo 18 Domenica calendario

Caccia al tesoro di Gettysburg. Arriva anche l’Fbi

Mescolata nel sangue e nella leggenda della Guerra Civile americana, una tonnellata d’oro dorme da 155 anni nei boschi della Pennsylvania e torna a scatenare una nuova corsa di cercatori. In concorrenza con l’Fbi che sta annusando la stessa terra, sotto lo sguardo ostile di forestali e sceriffi locali, i sognatori del gruppo Finders Keepers, “chi trova tiene”, zappano da giorni alla ricerca dei 30 lingotti d’oro da 50 chili ciascuno che leggenda vuole siano scomparsi da un treno destinato alla zecca dell’Unione, dei Nordisti, a Washington. Era l’oro destinato a finanziare la controffensiva del Nord contro i ribelli sudisti che in questi boschi e fra queste colline avevano osato l’ultima carica agli odiati yankee in giubba blu, fermandoli, era il 1863, in questa regione nel massacro di Gettysburg.

Come l’oro di Dongo, il tesoro di Mussolini che il mito volle sequestrato dai partigiani, o i treni dell’oro nazista sparsi in mezza Europa tra gallerie e grotte sotterranee secondo i mai confermati sospetti, così l’oro di Gettysburg risucchia dalla fine della Guerra Civile nel 1865 gli appetiti dei cacciatori di tesori.
Anche se Gettysburg, la città della Pennsylvania dove il generale Robert E. Lee lanciò le sue giubbe grigie in una carica suicida per aggirare i nordisti e minacciare Washington, dista in realtà più di 100 chilometri dalle terre del grande mattatoio fra secessionisti e unionisti, la suggestione del nome ha sempre associato la battaglia con la leggenda dell’oro.
Da decenni cercatori armati di vecchie mappe militari, remote testimonianze, chiacchiere locali o semplici illusioni, battono le colline dei monti Allegheny per scoprire se davvero i militari e i ferrovieri nordisti che trasportavano il tesoro da New York a Washington avessero perso il controllo di quell’enorme quantità d’oro, valutabile oggi circa 100 milioni di dollari. Come i cacciatori di monete e preziosi che battono le spiagge della Florida con metal detector portatili per cercare oggetti smarriti nella sabbia, così i pionieri di questa mini febbre dell’oro battono i boschi nella Contea dell’Alce. Più d’uno, annotano gli sceriffi della contea e i ranger che sorvegliano questi boschi demaniali, ha pagato con la vita la propria frenesia, in incontri inaspettati con gli orsi bruni o incornandosi in auto contro i grandi cervi che devono essere periodicamente abbattuti da cacciatori autorizzati perché troppo numerosi. I Finders Keepers sono tornati sostenendo di aver finalmente individuato il luogo dove l’oro di Gettysburg sarebbe sepolto, utilizzando sofisticati radar che penetrano la terra e difendono la propria ostinazione con la calata di agenti dell’Fbi che stanno battendo gli stessi boschi. La loro presenza sarebbe la conferma dell’immancabile teoria complottista secondo cui il governo ha sempre saputo dove si trovi quella “miniera” artificiale e ora vuol impedire ai privati di impossessarsene. Teoria bizzarra, essendo quell’oro legittima proprietà del governo di Washington, vincitore della Guerra Civile, che avrebbe potuto recuperarlo e rinchiuderlo nella cassaforte di Fort Knox insieme alle 600 mila tonnellate già custodite. Autorità federali come quelle della Pennsylvania hanno sempre permesso a chiunque di cercare quell’oro, ma hanno sempre proibito di scavare.
Questa sarebbe la prima volta dal 1865 in cui ai cercatori sarebbe permesso di zappare la terra ancora umida di neve sui monti Allegheny senza pagare i 15 mila dollari che il governo chiedeva per autorizzarli. È possibile che la sorveglianza dell’Fbi sulle operazioni dei cacciatori di lingotti sia solo dettata da ragioni di ordine pubblico, temendo che se questa volta la leggende del tesoro fosse provata e i lingotti sbocciassero dalla terra, si scatenerebbe uno zoo di disperati sul posto pronti a scannarsi per un lingotto. Tutti senza sapere che, a differenza dei dobloni degli imperatori spagnoli sul fondo dell’Atlantico che appartengono a chi li trova, quest’oro, se mai ci fosse, sarebbe dello Zio Sam.