la Repubblica, 18 marzo 2018
Che cos’è l’Aventino
Se c’era una cosa che dava fastidio ad Indro Montanelli era l’evocazione della parola “Aventino” da parte della classe politica. Aveva persino proposto in un editoriale di attivare in Parlamento «un corso accelerato di storia contemporanea che consenta al branco di somari che lo popola d’imparare, prima di pronunciarle, il significato di certe parole come, nella fattispecie, “Aventino”». All’epoca (1996) Montanelli ce l’aveva con il Polo: «Non venga a farci credere che è costretto all’Aventino dal clima di violenza creato dall’Ulivo. Dove diavolo la vede questa violenza? Mi basta guardare la faccia di Prodi 1996 per metterla a confronto con quella di Mussolini 1924 per escludere che in Italia corriamo il pericolo di una dittatura. Per fare una dittatura ci vuole un dittatore...». Se l’era proprio presa con il centrodestra, Montanelli, per la superficialità con cui aveva evocato un episodio così drammatico. Il l 26 giugno 1924 i parlamentari dell’opposizione, riuniti in una sala di Montecitorio, decisero di abbandonare i lavori parlamentari in attesa che il governo fascista chiarisse la sua posizione sulla scomparsa di Giacomo Matteotti (ritrovato poi cadavere il 16 agosto). Quella scelta fu accostata a un episodio ben più antico: nel 494 a.c. la plebe romana si ritirò sul colle Aventino per protesta contro l’oppressione dei patrizi. «Stare sull’Aventino» non evoca più tragedie e drammi, ma è entrato nel gergo politico. Se c’è uno scontro, un conflitto, la minaccia, o il pericolo, è l’Aventino. Ieri l’espressione è stata usata un po’ da tutti: il vincitore Di Maio, che giura di «non volersi arroccare sull’Aventino»; Gianni Cuperlo, Maurizio Martina e Andrea Orlando, che dicono: il Pd sta all’opposizione ma «non sceglierà l’Aventino». Giorni fa, Sergio Chiamparino: «La nostra opposizione non è Aventino, chi ha vinto faccia proposte». E Graziano Delrio con variante: «L’opposizione rispetta il voto ma non è Aventino». E Michele Emiliano, sponsor dell’intesa con i 5Stelle: «Senza il Pd andiamo incontro ad una situazione simile a quella dell’Aventino». Sentenzia anche Giuseppe Lumia, senatore Pd uscente: «L’Aventino non è stata mai una buona soluzione». Pescando nel passato, volevano andare sull’Aventino i ministri Udc di Buttiglione, in rotta con Lega e An. E anche Berlusconi evocò, nel 2013, la minaccia di ritirare i suoi, quando fallì ogni ipotesi di tregua con i tribunali. Nella situazione attuale non è chiaro chi va, o potrebbe andare, sull’Aventino: la maggioranza, l’opposizione o, se continua così, gli elettori.