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 2018  marzo 14 Mercoledì calendario

GIORNALI IN EDICOLA: IL (TRAGICO) BOLLETTINO MENSILE DI ‘BLITZ’ - ‘REPUBBLICA’ A GENNAIO HA PERSO 35MILA COPIE RISPETTO ALL’ANNO SCORSO E SCENDE A 151MILA. I LETTORI HANNO IDEE CHIARE SUL RESTYLING - ‘CORRIERE’ -10MILA, IL ‘FATTO’ -3MILA NONOSTANTE IL TRIONFO GRILLINO - SOLO 4 CRESCONO: LA ‘NUOVA’ DI VENEZIA, ‘IL GIORNO’ DI MILANO, ‘IL TEMPO’ DI ROMA E ‘IL TELEGRAFO’ DI LIVORNO - DECLINO DI ‘TUTTOSPORT’ NONOSTANTE L’EGEMONIA JUVE (O PROPRIO PER QUELLA?) -

Quattro quotidiani in Italia crescono, mese dopo mese, anche nel gennaio 2018. Sono il Giorno di Milano, la Nuova di Venezia e Mestre, il Telegrafo di Livorno e il Tempo di Roma. Il Giorno passa a 41.333 copie dalle 40.185 di un anno fa. La Nuova a 7.774 da 7.641. Il Telegrafo a 1.266 da 1.106. Il Tempo ne ha vendute 14.334, solo 33 in più del gennaio 2017. Un’inezia, ma di questi tempi è un trionfo. Pochi altri giornali reggono abbastanza bene, perdendo un massimo di poche centinaia di copie. Elenco il Centro di Pescara, il Corriere delle Alpi di Belluno, il Corriere dell’Umbria, la Gazzetta del Mezzogiorno di Bari, la Gazzetta di Modena, la Nuova Ferrara, la Tribuna di Treviso. Per gli altri è profondo rosso. Più o meno profondo. Col rosso che piace sempre meno.

Precisiamo subito che i numeri ai quali facciamo riferimento sono quelli delle vendite in edicola. Sono decisivi per due ragioni. Che ogni copia venduta corrisponde a un deliberato atto d’acquisto, a prezzo pieno (abbonamenti a parte); questo ha un impatto sul conto economico dell’editore che più scende il contributo della pubblicità più diventa rilevante. Che solo le copie stampate, comprate e sfogliate permettono la diffusione del messaggio pubblicitario nella linea dei “persuasori occulti”.

C’è un altro dato di diffusione dei giornali che può dare la misura della loro penetrazione e influenza, quello che somma alle copie di carta quelle digitali. Dal punto di vista pubblicitario per me valgono meno di quelle cartacee. Dal punto di vista dei ricavi nessuno ci dirà mai quanto valgano le copie digitali e solo un super calcolo di un super controller potrebbe indicarcelo. Se però vogliamo avere un’idea di quante persone apprendono il verbo di quel tale giornale il dato complessivo carta+digitale è importante. A questa seconda opzione si attiene Prima, che ogni mese pubblica una sua classifica, poco diversa dalla nostra se non nei numeri e in alcune posizioni.

Torniamo alle nostre vendite in edicola. Prendersela con Repubblica è un po’ come sparare con la Croce Rossa. Vorrei vedervi a voi a fare un giornale che per 15 anni ha attribuito tutti i mali d’Italia a Berlusconi, ha fatto dei vizi provinciali di un venditore di pubblicità una categoria dello spirito, il Berlusconismo, e ancora 7 anni dopo la fine politica, se mai c’è stata una sua politica, di Berlusconi, continua a piangere sui poveri, sui disoccupati, sui diritti degli altri. I lettori ti credono per un po’. Poi si stancano.

Vorrei vedervi a fare un giornale, per 40 anni bandiera della sinistra unita contro bersagli come Craxi e Berlusconi, unita dietro le barricate per l’articolo 18 e lo Statuto dei Lavoratori, improvvisamente spaccata dal frazionismo più devastante, dallo scontro generazionale nel partito. L’Italia è soffocata dalle tasse e Repubblica le difende. Si parla di flat tax e tutto quello che sa fare Repubblica è pensare a quanto risparmierebbero i ricchi. Certo metà dei suoi affezionati lettori la pensa così ma l’altra metà smette di comprarla. Per non parlare del referendum costituzionale.

Hai voglia a non prendere posizione. Qualunque cosa scrivi, anche solo la parola referendum, perdi lettori. Ci si potrebbe scrivere un saggio su tutte queste amenità ma a che scopo. Le cose seguono una loro traiettoria inesorabile. L’unica cosa concreta è che nel mese di gennaio 2018 ha venduto 151 mila copie, 35 mila in meno di un anno fa, 9 mila in meno del dicembre 2017.

Un po’ meglio del rivale Corriere della Sera, che però a sua volta continua a perdere copie. Ne ha vendute 188 mila in gennaio 2018, 2 mila meno di dicembre, 10 mila meno del gennaio 2017. Troppa politica? Troppo poche notizie? Il declino non risparmia il quotidiano che più si è identificato negli ultimi anni, con la causa grillina, cioè il Fatto quotidiano diretto da Marco Travaglio. In gennaio il Fatto ha venduto 32 mila copie, 3 mila in meno di un anno fa. A confronto con il trionfo elettorale del Movimento 5 stelle, il trend del Fatto può sorprendere i meno accorti o i più giovani. Andate indietro nella memoria: la Dc trionfava alle elezioni e i giornali democristiani chiudevano, il Pci si preparava al sorpasso e Paese Sera chiudeva, Stasera abortiva, l’Unità tagliava e tagliava.

Dovrebbe sorprendere di più il declino di Tuttosport. Perde copie, anno su anno, mese su mese mentre la Juventus trionfa sempre. Quando la squadra del cuore va, il giornale tira. Non è più così. Ci pensa Sky a soffocare i giornali sportivi. Non c’è solo internet fra le nemesi de giornali, la tv ha fatto guai maggiori con la pubblicità ma stimolava le vendite. La tv a pagamento assorbe pubblicità e vendite. La tv generalista è gratis, la tv pagamento è una alternativa: a fai l’abbonamento a Sky o compri il quotidiano. Solo i giornalisti, che non pagano il giornale e hanno il telefonino aziendale non se ne accorgono.

A proposito di prezzo, questo è un altro elemento che è all’origine della crisi dei giornali. Per un euro e mezzo cosa vi danno? Titoloni fotone disegnoni. E le notizie? Riempiono quel poco di spazio che i grafici assegnano loro.

Qualche amministratore di giornale concorda con la tesi che la crisi dei giornali coincide con l’avvento dei grafici. Cominciò nel ’68 al Secolo di Genova, si chiamava Mimmo Torlizzi, un ragazzo romano educato e barbuto in balia di quelle bestie di genovesi. Il suo lavoro era necessario per dare un po’ di pulizia a un giornale affastellato e confuso. Poi però fu il momento di Maoloni, che trasformò il Manifesto da versione italiana della Herald Tribune (poche pagine, tante notizie) a esemplare da concorso. Dal Manifesto l’epidemia si diffuse. Oggi i grafici dominano i giornali. Bellissimi: ma le notizie.

Abbiamo visto sopra che fra i giornali che presentano un segno + nelle vendite di gennaio c’è la Nuova di Venezia e Mestre.Chiedetevi perché. Intanto è stata affrancata dal vergognoso “panino” con Repubblica, insufficiente a frenarne il crollo ma sufficiente a ribadire l’immagine sinistra così poco amata dai bianchi veneti. In più, i veneziani sono scontenti per la nuova grafica del Gazzettino. Belle pagine, poche notizie. I veneziani, sappiatelo, sono tirchi almeno quanto i genovesi, da Shakespeare a Goldoni qualcosa dovrebbero avere insegnato. Nell’insieme, l’establishment veneziano non ama la Nuova, troppo di sinistra.

Ma da quando la Nuova ha tagliato il prezzo a un euro, con tutte le sue belle notizie li allineate da un direttore che forse meriterebbe di più, in molti hanno preferito l’euro della Nuova all’euro e 20 del Gazzettino con meno notizie. E poi Paolo Possamai è vicentino, quindi territorio della Repubblica per 4 secoli, non è mai stato comunista e non è meridionale Vedete voi, stiamo parlando di giornali di territorio. E poi ricordate sempre che per 1 euro vi comprate DiPiù (416 mila copie) e per 1,50 Sorrisi e canzoni (471 mila copie). Tante pagine, tante notizie, anche di politica, come piace a molti di noi. Ed ecco la tabella ormai consueta, desunta da Ads, l’istituto che da 40 anni certifica le tirature e le vendite dei giornali in Italia. Per ogni testata ci sono 3 righe. Si riferiscono rispettivamente a ottobre 2017, ottobre 2016 e settembre 2017. Clicca qui per i dati del mese precedente. Questo il quadro complessivo dei giornali a diffusione nazionale: Quotidiani nazionali Vendite  gennaio 2018 Vendite  dicembre 2017 Vendite gennaio 2017 Il Corriere della Sera 188.628 190.276 198.095 La Repubblica 151.214 160.025 185.285 La Stampa 116.342 118.495 120.804 Il Giornale 53.041 53.267 57.866 Il Sole 24 Ore 49.357 49.643 58.407 Il Fatto Quotidiano 32.045 32.557 35.063 Italia Oggi 24.027 18.819 29.758 Libero 22.666 22.959 24.232 Avvenire 24.232 22.643 23.382 Il Manifesto 7.566 7.697 8.239 La Verità  20.329 20.845 24.490 Hanno dimezzato le copie, rispetto al 2007, anche i giornali locali. Che comunque hanno retto l’urto della crisi e dell’avvento delle news online meglio dei giornali a diffusione nazionale. Nella tabella che segue li ordiniamo per numero di copie vendute. Quotidiani locali Vendite  gennaio 2018 Vendite  dicembre 2017 Vendite  gennaio 2017 Il Resto del Carlino 89.048 89.186 94.355 Il Messaggero 81.110 81.139 87.829 La Nazione 64.606 65.145 70.027 Il Gazzettino 42.416 42.585 47.604 Il Secolo XIX 38.604 39.975 41.583 Il Tirreno 35.776 36.159 39.393 L’Unione Sarda 34.148 34.472 37.166 Messaggero Veneto 36.547 36.678 37.786 Il Giorno 41.333 40.654 40.185 Nuova Sardegna 29.892 30.379 32.704 Il Mattino 28.654 27.944 32.066 L’Arena di Verona 21.535 22.573 23.607 L’Eco di Bergamo 22.086 22.643 23.702 La Gazzetta del Sud 19.864 19.598 21.256 Il Giornale di Vicenza 20.374 21.008 22.471 Il Piccolo 19.683 20.143 20.949 La Provincia (Co-Lc-So) 17.824 18.071 19.591 Il Giornale di Brescia 18.231 18.707 19.625 Gazzetta del Mezzogiorno 18.006 17.884 18.615 Libertà 17.378 17.779 19.029 La Gazzetta di Parma 16.868 17.467 18.710 Il Mattino di Padova 17.094 17.191 18.626 La Gazzetta di Mantova 16.421 16.668 17.330 Il Giornale di Sicilia 13.611 13.622 14.301 La Sicilia 14.108 14.624 15.913 La Provincia di Cremona 12.523 12.584 13.242 Il Centro 11.560 11.082 11.893 Il Tempo 14.334 14.345 14.301 La Provincia Pavese 11.118 11.275 12.124 Alto Adige-Trentino 9.677 10.036 12.012 L’Adige 11.905 12.080 12.337 La Nuova Venezia 7.774 7.803 7.641 La Tribuna di Treviso 10.231 10.357 10.564 Nuovo Quot. di Puglia 9.238 9.146 9.490 Corriere Adriatico 12.543 12.491 13.493 Corriere dell’Umbria 9.959 10.148 9.584 La Gazzetta di Reggio 8.322 8.603 8.837 La Gazzetta di Modena 7.236 7.368 7.693 La Nuova Ferrara 6.061 6.220 6.419 Quotidiano del Sud 5.492 5.064 5.882 Corriere delle Alpi 4.722 4.687 4.814 Quotidiano di Sicilia 6.149 6.408 5.882 Il Telegrafo 1.266 1.106 —— Nell’ultima tabella mettiamo insieme i dati di vendita (sempre in edicola) dei quotidiani sportivi, separando i risultati dell’edizione del lunedì, che è sempre quella più venduta. Quotidiani sportivi Vendite  gennaio 2018 Vendite dicembre 2017 Vendite gennaio 2017 Gazzetta dello Sport Lunedì 143.715 151.736 155.803 Gazzetta dello Sport 133.652 137.994 140.827 Corriere dello Sport Lunedì 80.483 84.629 99.210 Corriere dello Sport 70.737 74.836 85.079 Tuttosport Lunedì 46.815 49.125 63.022 Tuttosport 46.464 48.828 51.972