la Repubblica, 14 marzo 2018
Abertis, accordo Atlantia- Acs Italiani alla guida del gruppo
Milano Tutto pronto per l’assalto congiunto ad Abertis: Atlantia e Hocthief hanno convocato per oggi i consigli di amministrazione in cui verrà deciso il futuro del colosso delle concessioni autostradali. La società italiana e gli spagnoli di Acs (che controllano la tedesca Hochtief) hanno deciso che farsi la guerra era più rischioso che concordare un’alleanza. L’accordo prevede che Atlantia ritirerà la sua Opa lanciata su Abertis per aderire a quella di Hochtief: l’offerta sarà congiunta e paritaria, ma secondo gli accordi raggiunti nelle ultime ore gli italiani avranno il controllo e un peso maggiore nella governance del veicolo che lancerà l’offerta sul gruppo spagnolo delle autostrade.
Lo schema di lavoro, che oggi dovrà essere ratificato dai rispettivi cda prevede la costituzione di un veicolo controllato da Atlantia, la quale esprimerà anche l’amministratore delegato, che dovrebbe essere Giovanni Castellucci, e il direttore finanziario. Viceversa la cordata Acs- Hochtief indicherà il presidente della newco, che dovrebbe essere Florentino Perez, il quale pur avendo un ruolo di ambasciatore con le istituzioni e con gli investitori, non dovrebbe avere deleghe operative.
Del resto Atlantia, che allora si chiamava Autostrade, aveva già provato a negoziare una matrimonio alla pari con Abertis, di cui Perez allora era vice presidente, già nel 2006 ma il tutto si era concluso con un nulla di fatto proprio per le difficoltà di una gestione alla pari tra Barcellona e Roma.
Allo stesso modo, Atlantia era uscita delusa dall’avventura in Impregilo, controllata attraverso un veicolo ( Igli), in condominio al 33% con la Fonsai dei Ligresti e con il gruppo di aziende di autostrade che fa capo alla famiglia Gavio. Dopo aver tentato di rilevare la quota di Ecorodovias di Impregilo, Atlantia aveva ceduto a Gavio la sua quota in Igli, scambiando la sua tratta della Torino Savona – per rilevare le attività in Cile – controllate in condominio con il gruppo di Tortona.
E così dati i pregressi non felici delle governance paritetiche, Atlantia non avrebbe mai accettato di negoziare con Acs- Hochtief un’operazione da oltre 18 miliardi di euro, senza avere la garanzia di poter indirizzare le scelte strategiche e operative di un gruppo che corteggia da anni. La società che fa capo alla famiglia Benetton è inoltre più grande del socio franco spagnolo, più solida finanziariamente e ha un know how internazionale nelle concessioni da spendersi per estrarre il massimo delle sinergie da Abertis. Di contro i Benetton, dopo la tiepida accoglienza ricevuta dal governo di Madrid, non volevano imbarcarsi una guerra di rilanci invisa alle istituzioni.
La joint venture è stata studiata con patti molto precisi da applicare nel caso in cui i due gruppi non dovessero andare d’accordo. E così mentre Hochtief potrà puntare sui progetti di crescita in America e Australia, Atlantia potrà esportare i Telepass e i suoi servizi dall’Italia fino al Portogallo. Infine, dall’operazione nascerà un colosso delle infrastrutture europeo che ha importanti attività in Francia e Germania, ma ha testa e cuore tra Italia e Spagna: un precedente importante, dove i paesi “periferici” hanno mostrato più visione di quelli che godono di una migliore qualità del credito con cui finanziarie infrastrutture a lunga scadenza.