29 dicembre 2017
APPUNTI PER GAZZETTA - ARRIVA L’INFLUENZACentinaia di migliaia di italiani hanno trascorso il Natale a letto
APPUNTI PER GAZZETTA - ARRIVA L’INFLUENZA
Centinaia di migliaia di italiani hanno trascorso il Natale a letto. Specialmente in Piemonte, nella provincia autonoma di Trento, in Emilia-Romagna, in Toscana, nel Lazio e in Calabria. La scorsa settimana, infatti, è stato registrato un aumento dei casi di influenza. Precisamente sono stati 387mila, solo tra i 18 e il 24 dicembre scorso. Un incremento di casi iniziato, in realtà, già da tre settimane quando si è superato il valore soglia di 2,57 casi per mille assistiti, che segna l’inizio dell’epidemia. Nelle regioni più colpite si è raggiunta un’incidenza di almeno 7 casi per mille assistiti. Questo brusca impennata, segnalata nell’ultimo bollettino Influnet dell’Istituto superiore di sanità (Iss), è partita all’inizio di questo mese. Tanto che da 2,6 casi si è passati a 4,26 la settimana seguente e ora a 6,39. In totale, da quando è iniziata la sorveglianza, ben 1,4 milioni di italiani sono rimasti colpiti dall’influenza.
Il picco di casi finora si è stato registrato nei bambini con meno di cinque anni d’età, tra i quali si osserva un’incidenza di 18,9 casi per mille assistiti, e nella fascia d’età tra i 5 e 14 anni, con 12,6 casi. Più contenuti i valori nelle fasce più adulte: 5,43 casi per mille nella fascia 15-64 anni e 2,78 casi negli anziani dai 65 anni in su.
Secondo l’Iss, l’andamento di questa epidemia ricalca, almeno per ora, quello osservato nella precedente stagione 2016-2017. «Anche se il freddo potrebbe aver anticipato l’entrata nella fase di picco dei casi di influenza», dice Giovanni Maga, responsabile del laboratorio di virologia molecolare presso l’Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Pavia. «Di solito il picco inizia a fine dicembre e dura fino a metà febbraio», aggiunge l’esperto. Sono escluse le iniziali ipotesi della circolazione di virus particolarmente aggressivi. Al momento, secondo le prime rilevazioni fatte dal Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc), stanno circolando i virus A(H3N2) e B/Yamagata viruses, già presenti nella passata stagione influenzale. Questo significa che una buona parte della popolazione dovrebbe essere già protetta e che anche il vaccino dovrebbe offrire una buona copertura.
Il vaccino, infatti, rimane l’arma più efficace per proteggersi dall’influenza. «Ma questi sono gli ultimi giorni per i ritardatari che vogliono immunizzarsi prima del picco influenzale vero e proprio», sottolinea Maga. «Il vaccino impiega circa 2-3 settimane per offrire la massima protezione. Ma in ogni caso - continua - è sempre meglio farlo, anche se in ritardo, anziché non farlo proprio».
In Europa la soglia epidemica per la stagione influenzale è stata superata al momento in 11 Paesi (Austria, Croazia, Danimarca, Francia, Italia, Ungheria, Norvegia, Polania, Portogallo, Spagna e Gran Bretagna), due settimane più tardi rispetto alla scorsa stagione, ma comunque nello stesso periodo di tutte le epidemie influenzali dal 2010-2011 in avanti.
Al momento non è ancora possibile fare previsioni sull’intensità o sul picco dell’epidemia influenzale in Europa, né si può escludere la comparsa di varianti del virus, che possono avere conseguenze pericolose per gli anziani. «Quello che sappiamo ora è che nella stagione influenzale australiana appena passata non è stato registrato alcun aumento dell’incidenza di complicanze», spiega Maga. «I virus circolanti non dovrebbero essere particolarmente aggressivi», aggiunge. Per i malcapitati colpiti già dall’influenza, salvo complicanze, sono previsti 5-7 giorni a letto . «Non siamo di fronte a un virus più duro di quello degli altri anni», specifica Maga. «Bastano 5 giorni a letto e due a riposo per riprendersi», conclude.
INFLUENZA
Sono sei i virus dell’influenza attualmente in circolazione negli animali in tutto il mondo e che sono “sorvegliati speciali” perché a rischio mutazione. Potrebbero cioè prepararsi a fare il cosiddetto “salto di specie”, diventando contagiosi per l’uomo. Sono tutti virus del tipo A e tre di essi sono di origine aviaria, vale a dire che circolano tra uccelli selvatici e pollame, mentre gli altri tre circolano tra i suini. A un secolo dalla peggiore pandemia di influenza che si ricordi, la Spagnola del 1918, la Società internazionale di infettivologia (Isid) fa il punto sulla situazione alla luce dei dati all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
Volatili e suini sono infatti i “serbatoi” privilegiati dei virus dell’influenza: all’interno degli organismi animali i virus continuano a ricombinare il loro corredo genetico fino ad acquisire caratteristiche che permettono loro di aggredire l’uomo e poi di diventare contagiosi da uomo a uomo. Dal 30 ottobre 2017, rileva l’Isid, risulta che i virus dell’influenza in circolazione in volatili e suini abbiano causato complessivamente sette infezioni nell’uomo tra Cina e Stati Uniti.
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Macerata, 29 dicembre 2017 - Nelle Marche (e in provincia di Macerata) l’influenza è arrivata all’inizio di dicembre, quando è stato superato il valore soglia di 2,57 casi per mille assistiti, raggiunto il quale si comincia a parlare di epidemia. E fino alla settimana dal 18 al 24 del mese, l’incidenza è rimasta inferiore a 7,94 casi per mille assistiti (dato che colloca la regione al dodicesimo posto in Italia). È quanto rileva l’ultimo bollettino di InfluNet, la rete del ministero della salute che monitora la diffusione della malattia, pubblicato il 27 dicembre.
Il livello di incidenza in Italia è pari a 6,39 casi per mille assistiti. La fascia di età più colpita è quella dei bambini al di sotto dei cinque anni (incidenza pari a circa 18,9 casi per mille assistiti) e quella tra 5 e 14 anni pari a 12,6 casi per mille assistiti. Il numero di casi stimati dal 18 al 24 dicembre in questa settimana è pari a circa 387mila, per un totale, dall’inizio della sorveglianza, di circa 1.403.000 casi. «Negli ultimi giorni – spiega Romano Mari, neo presidente dell’ordine dei medici – c’è una certa impennata dei casi di influenza. Come anche in altri anni, tra Natale e Capodanno c’è sempre un incremento, prima di arrivare nel picco vero e proprio».
GalleryInfluenza, prevenire la malattia e curare i sintomi: ecco 10 cose da sapere / FOTOConsiderato l’andamento, simile a quello della stagione 2016/2017, il picco sarà raggiunto nell’arco di due o tre settimane al massimo. La crescita è alimentata soprattutto dalle classi di età pediatrica, ma anche da un numero sempre maggiore di anziani e soggetti immunodepressi o con patologie croniche. Ovviamente il dipartimento di prevenzione dell’Area Vasta 3 si è messo in moto da tempo sul fronte delle vaccinazioni (ne ha ordinate ben 46.650 dosi), tenuto conto anche del fatto che il virus di quest’anno sarebbe meno aggressivo, ma in grado di colpire un numero maggiore di persone.
«C’è ancora tempo, stiamo somministrando le vaccinazioni – prosegue Mari –. All’inizio dell’anno saremo in grado di avere dati più precisi sia sul numero dei casi di influenza che sul numero dei vaccinati. Nonostante stia per finire il periodo utile, la vaccinazione antinfluenzale si può ancora fare, e fa effetto entro dieci giorni, motivo per cui è sempre consigliata soprattutto per le categorie fragili come gli anziani». I sintomi dell’influenza sono più o meno sempre gli stessi, e compaiono in genere a distanza di quattro giorni dal contagio (tempo di incubazione): febbre alta a esordio improvviso, tosse, mal di testa, stanchezza e debolezza, brividi, dolori muscolari e articolari, dolori addominali, diarrea, nausea e vomito (soprattutto nei bambini), mal di gola, naso congestionato e starnuti, perdita di appetito. Nei soggetti più fragili (anziani, bambini piccoli, pazienti cardiopatici e/o affetti da malattie croniche) possono presentarsi complicazioni, talvolta anche serie. Come prevenire l’influenza? Il modo migliore resta il vaccino antinfluenzale, anche se è bene, a evitare polemiche, precisare che questo è specifico per prevenire il virus di quest’anno, ma non le forme para-influenzali responsabili delle numerosi sindromi del raffreddamento.
I consigli dell’esperto
Dottor Stefano Gobbi, medico di medicina generale, quali sono i principali sintomi influenzali di questi giorni?
«Febbre alta, a 38 o 39, mal di testa e dolori alle ossa. In alcuni casi l’influenza è accompagnata da raffreddore, infiammazione delle vie aeree superiori e mal di gola. Meno frequenti i virus intestinali con nausea, vomito, diarrea e mal di pancia».
Come si può curare la sindrome influenzale?
«Con gli antipiretici e stando al letto, a riposo. Soltanto nel caso di sovrainfezione batterica, come placche e forte mal di gola, sono consigliati gli antibiotici».
Come si può prevenire l’influenza?
«I vaccini aiutano. Ad esempio, i pazienti over 65 che effettuano la vaccinazione antinfluenzale possono comunque ammalarsi, ma in una forma più blanda e attenuata. Poi sarebbero da evitare luoghi sovraffollati, nei quali le persone starnutiscono, e la trasmissione avviene più facilmente. Fondamentali sono comunque le misure igieniche di base, le regole della prevenzione da mettere in atto quotidianamente».
Oltre all’igiene delle mani, esistono alcuni cibi-scudo che possono aiutarci a rinforzare il sistema immunitario?
«Tutti gli alimenti che contengono la vitamina C, come la frutta e la verdura».
L’influenza di questa stagione quale fascia di età colpisce in modo particolare?
«Finora ho registrato soprattutto casi di giovani e bambini».
Le risulta che ci sia un aumento dei casi tra i suoi assistiti?
«No, per adesso la situazione è sotto controllo. Inizia ora il picco influenzale, un po’ prima rispetto agli altri anni, e la febbre raggiunge temperature più alte. Questo dipende dal tipo di virus».
Quanti giorni può durare la febbre alta?
«Anche tre o quattro giorni».
Cosa è preferibile mangiare quando si ha la febbre?
«Cibi e bevande caldi, come minestrine, zuppe, thè. Ma bisogna mangiare, c’è bisogno di nutrirsi per recuperare le energie».