Il Messaggero, 15 dicembre 2017
Slitta la firma dell’armistizio tra Fininvest, Mediaset e Vivendi
Slitta la firma dell’armistizio tra Fininvest, Mediaset e Vivendi che comunque dovrebbe essere siglato, come dimostra la circostanza che il gruppo francese non avrebbe depositato le azioni per l’assemblea di oggi del Biscione che dovrà approvare il nuovo statuto. I legali delle parti avrebbero convenuto di presentare al giudice Vincenzo Perrozziello, all’udienza di martedì 19 dove dovrebbero essere riunite le tre cause pendenti, un’istanza congiunta di rinvio al 2018 adducendo che il negoziato sarebbe in fase avanzata, ma occorre qualche altra settimana per definire tutti i punti.
Questo l’indirizzo maturato nelle ultime ore, secondo quanto ricostruito dal Messaggero, a seguito di riunioni tra i legali di BonelliErede (Sergio Erede e Carlo Montagna) per conto di Fininvest e Mediaset e di Cleary Gottlieb (Giuseppe Scassellati e Ferdinando Emanuele) per Vivendi. Entro il week end invece, dovrebbe essere chiuso l’accordo commerciale Tim-Mediaset: 400 milioni in sei anni per l’acquisto da parte di Tim di contenuti Mediaset per conto della jv Tim Vision. L’assemblea del Biscione oggi blinderà lo statuto eleggendo un cda da 7 a 15 membri, dove solo due posti alla minoranza: l’assenza di Vivendi ha un valore segnaletico. Il negoziato per chiudere i tre contenziosi è a un passo dal traguardo: uno dei punti controversi sarebbe la soluzione sulle modalità di vendita del 20% di Mediaset da parte di Vivendi senza accusare una perdita. Si lavora attorno a strumenti derivati. Il term sheet verrà siglato a metà gennaio per l’accordo tombale.
PIÙ POTERI A PELUSOIl primo contenzioso nasce dal retrofront di Vivendi che ad aprile 2016 ha firmato un contratto vincolante per l’acquisto di Premium (700 milioni): contratto che a luglio dello stesso anno fu stracciato dal ceo di Vivendi Arnaud de Puyfontaine («pensavo di aver comprato una Ferrari, invece era una Punto»). La battaglia fra le parti si è combattuta a colpi di dichiarazioni e minacce di sequestri di azioni sfociando nella scalata di Vivendi al 29,9% di Mediaset per 1,2 miliardi, stoppata ad aprile 2017 da Agcom. In applicazione del Tusmar, ha sancito che Vivendi non possa avere il 23,9% di Tim e più del 10% di Mediaset. La seconda causa tra Fininvest e Vivendi è sulla mancata esecuzione del patto parasociale su Mediaset, infine Fininvest e Mediaset hanno chiesto 3 miliardi di danni a Vivendi per Premium.
Intanto al cfo di Tim Piergiorgio Peluso verrebbe assegnata la responsabilità del Transformation office, la struttura che avrà l’incarico di rendere più efficiente l’ex incumbent nazionale.