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 2017  dicembre 18 Lunedì calendario

Il Pentagono ammette: «Studiavamo gli Ufo»

NEW YORK Forse non sono alieni in visita alla Terra, ma certo sono fenomeni strani. E vari politici li hanno giudicati sufficientemente strani da finanziare una ricerca che per circa 5 anni, dal 2007 al 2011, è costata all’erario federale un totale di 20 milioni di dollari. Ma il progetto del Pentagono per la comprensione di fenomeni misteriosi, meglio noti come Ufo, o Unidentified Flying Objects non è mai davvero cessato di esistere, pur dopo la chiusura dei finanziamenti, e i loro specialisti hanno continuato a lavorare a vari misteri, fino a che lo scorso ottobre il suo direttore si è dimesso per protesta e ha fondato un centro di ricerca privato. Le dimissioni polemiche di Luis Elizondo, che si è detto indignato dell’indifferenza del governo, hanno riacceso l’interesse dei media americana per la storia sempreverde degli Ufo e dei temuti complotti del governo Usa per nasconderne l’esistenza al pubblico. In realtà, il progetto di studio degli avvenimenti anomali – lo Advanced Aerospace Threat Identification Program – non era un segreto, ma era effettivamente noto a pochi. Era stato fondato grazie alle pressioni dell’ex senatore Harry Reid, del Nevada, un democratico che in tutta la sua carriera non aveva mai nascosto di provare interesse per certi fenomeni descritti da comuni cittadini ma spesso anche da espertissimi piloti di aerei da guerra o addirittura dagli astronauti della stazione spaziale.
L’EQUIPAGGIO
Reid proviene per di più dallo Stato che per gli ufologi è un centro di grande interesse: i fanatici della caccia agli ufo sono convinti che nella segretissima base Area 51 del Pentagono, nel sud del Nevada, si conservino i resti di un equipaggio di un disco volante caduto negli anni Cinquanta. Reid non ha mai affermato di credere a simili storie, ma ha comunque affermato che è importante capire se ci siano pericoli per la sicurezza degli Usa. Così il senatore ha trovato il sostegno di altri due colleghi per finanziare la ricerca, e ha arruolato un suo fidato amico e sostenitore, il miliardario Robert Bigelow, proprietario di una catena di alberghi e di una società aerospaziale. Bigelow è un convinto sostenitore della teoria che gli alieni esistano e che siano anche atterrati sul nostro pianeta. A lui è stato affidato il compito di organizzare le ricerche, con la creazione di un centro dove venivano analizzati i metalli provenienti da avvistamenti anomali, studiati video, interrogate le persone che sostenevano di aver avuto contatti ravvicinati, e ascoltati i piloti che avevano visto oggetti anomali. Dopo cinque anni però, il progetto non ha dato risultati tangibili, e il finanziamento federale è stato interrotto. Elizondo invece conferma di aver continuato a lavorare ancora per anni, in collaborazione con la Cia e la Marina. Non a caso ha reso pubblico un video ripreso dai piloti di due Hornet decollati da una portaerei al largo della California: nel video si sentono i piloti commentare stupefatti alla vista di una palla luminosa che si muove senza apparente propulsione, contro ogni legge della fisica.
GLI ASTRONAUTI
Nei mesi scorsi, è anche trapelato che gli astronauti sulla stazione spaziale hanno visto oggetti strani entrare nell’atmosfera terrestre, uno dei quali a forma di ferro di cavallo. L’Advanced Aerospace Threat Identification Program non è neanche stato il primo programma di studio di ufo ecc. Fra il 1949 e il 1969, il Pentono condusse simili ricerche di migliaia di casi misteriosi. Chiuse le indagini sostenendo che non c’erano prove di alieni, anche se rimasero 751 avvenimenti senza spiegazione. Gli scienziati tendono a spiegare questi fenomeni come nuvole, riflessi sull’atmosfera terreste della luce di stelle, palloni aerostatici, o semplicemente aerei spia di altri Paesi. Un noto studioso della materia, James Oberg, ex ingegnere dello Shuttle, rivela che poi ci sono molti, in volo, che non vogliono esser scoperti, e che cercano di camuffarsi al meglio possibile. La ricerca comunque non è finita: il gruppo formato da Elizondo, insieme a un ex viceministro della Difesa e a un analista della Cia, intende continuare a studiare i fenomeni anomali, e promette la massima trasparenza: «La gente ha diritto di sapere» spiega Elizondo.