Gazzetta dello Sport, 16 dicembre 2017
«Igor il russo» preso in Spagna, ma come ha fatto a sfuggire finora?

Dopo otto mesi di ricerche in Italia e in mezza Europa è stato finalmente arrestato Norbert Feher.
• E chi sarebbe questo Norbert Feher?
Avrei fatto meglio a chiamarlo Igor il russo, l’uomo che lo scorso 1° aprile uccise il barista Davide Fabbri durante una rapina a Budrio e una settimana dopo freddò la guardia ecologica Valerio Verri, fuggendo nelle campagne del Ferrarese. Il fatto è che in realtà non si chiama Igor e non è russo. Il suo nome è Norbert Feher ed è serbo. Ma nel nostro Paese è entrato con la falsa identità di Igor Vaclavic.
• Come è stato catturato?
Si stava nascondendo dalla polizia spagnola in una fattoria di Teruel, nella comunità autonoma dell’Aragona, perché sospettato di avere ferito due persone in una sparatoria dieci giorni fa. Mercoledì sera, trovato dagli agenti Victor Romero Perez e Victor Jesus Caballero Espinosa, Igor ha aperto il fuoco e li ha uccisi. Nella sparatoria è morto anche José Luis Iranzo, un agricoltore del luogo. Il killer è quindi scappato a bordo di un pick-up, ma in piena notte, dopo aver avuto un incidente, è stato fermato a Cantavieja, nella provincia di Castellon, senza opporre nessuna resistenza agli agenti. Al momento dell’arresto indossava un’uniforme ed era in possesso di tre pistole, di cui due appartenenti agli agenti della Guardia Civil che aveva ucciso alcune ore prima.
• Ma come ha fatto a fuggire per tutti questi mesi?
Lo ha aiutato sicuramente una grande abilità mimetica, come si vede dalle foto pubblicate sul suo stesso profilo Facebook, in cui assume sembianze di volta in volta molto diverse tra loro. È molto probabile però che abbia avuto dei complici. Qualche giorno fa la procura di Bologna ha indagato cinque persone per favoreggiamento. Un’ipotesi, che deve trovare conferma, è che qualcuno lo abbia caricato su un’auto e portato in Spagna. Di certo le autorità italiane lo hanno cercato con tutti i mezzi. Per mesi la zona tra Bologna e Ferrara è stata scandagliata, si è arrivati ad avere sul campo 1.500 carabinieri con tanto di visori notturni, cani addestrati, paracadutisti del Tuscania da Livorno, squadre elitrasportate dei Cacciatori di Calabria di base in Aspromonte. E poi decine di false segnalazioni da Nord a Sud hanno costretto all’azione i reparti speciali, dai Nocs ai Gis, fino ai commandos del Col Moschin. La pista più recente battuta portava però in Austria: di recente il pm Marco Forte, titolare dell’indagine della procura di Bologna, era stato a Vienna per coordinarsi con le forze di polizia austriache. Sarà interessante sapere quando Igor è riuscito a lasciare la zona delle ricerche per poi involarsi verso la Spagna.
• Ma tutte le storie circolate sul suo conto sono vere o inventate?
A suo modo il personaggio è entrato nella leggenda e la gran parte dei racconti su di lui sono esagerazioni, spesso al limite del ridicolo. Sappiamo di sicuro che ha 36 anni, che era nel nostro Paese almeno dal 2005 e che qui ha scontato otto anni di galera. Nel 2007 venne arrestato per furti commessi con arco e frecce ai danni di contadini tra Rovigo e Ferrara. Nel 2010 i carabinieri di Portomaggiore (Ferrara) lo fermarono per rapina. Nel 2015 in una nota riservata del Nucleo Investigativo di Bologna venne descritto come un «soggetto estremamente pericoloso» che «se minacciato non esita a usare armi da fuoco in suo possesso». È indiziato anche per aver ucciso, sparandogli in faccia, l’agente Salvatore Chianese, a Savio, in provincia di Ravenna, il 30 dicembre 2015. Per il resto, sarebbe stato, nello stesso momento, ricercato in Serbia, ex armata rossa, disertore dei servizi siberiani, gigolò in Spagna, chierichetto in galera, confinato sui monti cinesi con una tribù. E ancora, in grado di immergersi nell’acqua respirando con una cannuccia e di cucirsi da sé le ferite, capace di sopravvivere cibandosi di bacche, radici, cicoria, germogli di vitalba, insetti, anguille, gatti, galline rubate. Infine i suoi ex compagni di cella hanno raccontato che guardava solo cartoni animati, perché il padre glieli aveva proibiti da piccolo, e non voleva sentire di partite di calcio perché appunto il padre guardava le partite e non gli faceva vedere i cartoni. In carcere si faceva chiamare “Ezechiele”, un soprannome tra il cartoon e la Bibbia.
• Sarà processato in Italia?
La procura di Bologna ne ha chiesto l’estradizione. Ma la sua consegna sarà molto probabilmente sospesa dall’Audiencia Nacional spagnola fino al processo o fino all’esecuzione della pena per gli omicidi commessi in Spagna. Già domani Igor, o meglio Norbert Feher, comparirà in videoconferenza davanti alla giudice Carmen Lamela che gli notificherà i crimini per i quali è ricercato in Italia.