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 2017  dicembre 15 Venerdì calendario

APPUNTI SU IGOR IL RUSSO PER GAZZETTA

SAPEGNO, NOTIZIE.TISCALI.IT – 

L’hanno preso per sbaglio, Igor il russo. Come sempre capita nelle grandi cacce ai latitanti, alla fine è un dettaglio incongruo, un destino inaspettato, a sparigliare le carte del mazzo. I carabinieri avevano segnalato agli inquirenti spagnoli la presenza in territorio iberico di Norbert Feher, il killer serbo che il primo aprile uccise il barista Davide Fabbri durante una rapina a Budrio e una settimana dopo la guardia ecologica Valerio Verri.

 

Ma sono coinvinti che si trovi a Malaga, coinvolto in un grande traffico di droga. E lì lo sta cercando la Guardia Civil in contatto con le nostre forze di polizia. A 200 chilometri da Saragozza, invece, qualcuno assalta le ville isolate della campagna nella zona di El Venturillo di Teruel, cittadina dell’Aragona.

Gli investigatori pensano a una banda molto violenta di romeni. Al primo colpo hanno ucciso un cane. Ma la seconda volta, il 5 dicembre, un bandito armato di tutto punto non ha esitato a far fuoco contro il padrone di casa, un signore molto conosciouto soprannominato «Il fabbro», a Albalate del Arzobispo, sempre in Aragona. E quando il ranchero José Luis Iranzo segnala la presenza di uno di loro vicino alla sua fattoria, due uomini della Guardia Civil, Victor Romero Perez, 30 anni, e Victor Jesus Caballero Espinoza, di 38, prendono e vanno da lui.


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SARZANINI E GRANDI, CORRIERE.IT –

Igor il russo è stato arrestato. Il killer di Budrio è stato fermato in Spagna, a Teruel. Prima della cattura ha ucciso durante un conflitto a fuoco due agenti della Guardia Civile e un agricoltore. La notizia rilanciata dal sito Wikilao e confermata dalla polizia italiana. Norbert Feher, alias Igor Vaclavic, era latitante dallo scorso primo di aprile. Confermata la sua identità anche dalle impronte digitali. «Chiederemo l’estradizione» fa sapere il procuratore della Repubblica di Bologna Giuseppe Amato. Domenica comparirà in videoconferenza davanti al giudice spagnolo Carmen Lamela. Il ministro dell’Interno Marco Minniti ha ringraziato le autorità iberiche e i Carabinieri, mentre il premier Paolo Gentiloni ha twittato le condoglianze a Mariano Rajoy.


La cattura

Igor si nascondeva all’interno di una fattoria: a trovarlo due agenti che in realtà stavano cercando l’autore di una sparatoria avvenuta giorni prima. All’arrivo degli agenti il killer di Budrio ha aperto il fuoco e ucciso Victor Romero Perez, di 30 anni, e Victor Jesus Caballero Espinosa. Il tutto è avvenuto intorno alle sette di sera di mercoledì a Teruel, nella comunità autonoma dell’Aragona: lo stesso posto da cui aveva pubblicato alcuni post su Facebook ad aprile 2016. Nel conflitto a fuoco morta anche una persona che abitava nella zona: si tratta di un agricoltore, José Luis Iranzo, 39 anni, sposato e padre di un bambino, che accompagnava gli agenti nella ricerca dell’autore di una sparatoria avvenuta il 5 dicembre scorso nella stessa località, in cui erano rimaste ferite due persone durante un tentativo di rapina. Secondo quanto riferiscono i media iberici Igor «sapeva dove sparare perché ha ferito a morte le guardie nonostante indossassero i giubbotti antiproiettile. Gli agenti non hanno avuto il tempo di sparare». Dopo aver ucciso gli uomini della Guardia Civil e l’agricoltore sarebbe scappato a bordo di un pick-up: è stato fermato alle 2.50 di notte, diverse ore dopo a Cantavieja, nella provincia di Castellon. Aveva avuto un incidente, e non ha opposto resistenza agli agenti. È stato trovato in possesso di tre pistole, di cui due appartenenti agli agenti della Guardia Civil che aveva ucciso alcune ore prima, e «indossava un’uniforme».


La latitanza

Igor il russo, Norbert Feher, nato in Serbia nel 1981, era in fuga dal primo aprile del 2017, quando aveva ucciso il titolare di una tabaccheria di Budrio. L’uomo, oltre all’omicidio di Davide Fabbri, è considerato responsabile anche dell’uccisione della guardia ecologica Valerio Verri di Portomaggiore, l’8 aprile.

La vedova di una delle vittime: «Spero non esca mai più di prigione»

«Spero che sconti la pena dovuta e che possa essere finalmente fatta giustizia. Anche se questo non potrà mai cambiare il mio dramma» ha commentato la vedova di Davide Fabbri Maria Sirica «Sto male, peggio degli altri giorni - aggiunge poi - Credevo che non sarebbe stato mai più catturato, adesso chiedo che sia fatta veramente giustizia». «Non so più cosa sia la parola pace. Mi è rimasta paura, angoscia. Provo solo un po’ di sollievo perché dopo cinque vittime quell’uomo è stato preso. Ma continuo a domandarmi perché quella sera non ha ammazzato anche me. Ora spero che non esca mai più dalla prigione». «La cattura in Spagna del criminale che ha ucciso nostro padre non ci fa certo gioire. Non possiamo certo dichiararci soddisfatti se non altro perché è costata la vita ad altre tre persone. Due militari e un civile. Il nostro pensiero va a loro» hanno detto i figli della guardia ecologica uccisa a Portomaggiore. Igor è indagato anche per un terzo delitto, a Ravenna: il caso irrisolto dell’omicidio del metronotte Salvatore Chianese, avvenuto il 30 novembre 2015 a Fosso Ghiaia.


«Grazie alle autorità spagnole»

«Un ringraziamento alle autorità spagnole, all’Arma dei carabinieri e il pensiero va alle vittime di Budrio e alle vittime in Spagna» ha detto il ministro dell’Interno Marco Minniti. «È stata una situazione piuttosto drammatica, l’arresto è avvenuto a circa 200 chilometri da Saragozza, il tutto è frutto di un’attività investigativa che è partita dall’attività di indagine dell’Arma dei carabinieri - ha commentato Minniti - Di recente in Spagna c’era stato un reparto del Ros che aveva segnalato alla Guardia Civil il possibile luogo dove si poteva nascondeva Norbert Feher, a testimonianza di un’attività investigativa mai cessata. Abbiamo sempre detto dal momento in cui la vicenda è diventata drammaticamente presente nel nostro Paese che noi non avremmo mai mollato. Con i familiari delle vittime c’era un patto d’onore». «È stato arrestato in un’area che avevamo indicato noi - ha sottolineato anche il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette - Non abbiamo mai mollato un giorno la ricerca di questo pericolosissimo individuo. Gli ultimi sviluppi dimostrano quanto sia pericoloso e che grosso peccato sia stato metterlo in libertà nel 2015, quando ancora doveva scontare degli anni di galera». «Il risultato investigativo è eccezionale» ha detto il procuratore capo di Bologna Giuseppe Amato, che ha sottolineato come «Non c’è stata nessuna sottovalutazione (della pericolosità di Igor), neanche dopo il primo omicidio. Lo Stato non abbandona i suoi morti».


La pista della Spagna

Alcune settimane fa i carabinieri avevano presentato una rogatoria in Spagna, perché alcune tracce portavano al Paese iberico. Le ricerche si erano poi spostate verso Austria e Ungheria, dove erano stati individuati alcuni contatti del killer. La «pista spagnola» in realtà esisteva già da quest’estate: gli investigatori italiani stavano monitorando un «contatto» di Igor. Più recente invece la pista che portava a Vienna dove in questi giorni si era recato il pm Marco Forte, titolare delle indagini.


La Spagna sospende l’estradizione

La consegna di Igor all’Italia, che aveva spiccato un mandato di cattura europeo nei suoi confronti, sarà molto probabilmente sospesa dall’Audiencia Nacional spagnola «fino al processo o fino all’esecuzione della pena» per gli omicidi commessi in Spagna. Lo scrive l’agenzia Efe - secondo quanto riporta El Pais - che cita fonti del tribunale aggiungendo che già domenica il serbo comparirà in videoconferenza davanti alla giudice Carmen Lamela che gli notificherà i crimini per i quali è ricercato in Italia.


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I MISTERI DI IGOR - CORRIERE.IT – 

Un fantasma. Un fantasma però sparito grazie a complicità e misteri tutti da chiarire, a partire da quella — letteralmente «inspiegabile» per gli inquirenti — cancellazione dei suoi profili Facebook pochi giorni prima delle efferate uccisioni ad aprile del barista a Budrio e della guardia ecologica nel Ferrarese. Subito dopo la caccia a «Igor il russo», (arrestato ieri in Spagna dopo una sparatoria che ha provocato tre morti) , che però non si chiama Igor ed è nato in Serbia, era stata condotta palmo a palmo attorno al Polesine, in quelle zone a cavallo tra il Rovigotto e la Bassa che lui conosceva a menadito perché erano state, in passato, il teatro delle sue scorrerie criminali e i posti in cui si nascondeva dopo ogni rapina sparendo nel nulla. 

Ma nonostante avesse alle costole i migliori reparti (Gis, Tuscania, Cacciatori di Calabria) che gli erano giunti a un palmo, Norbert Feher, alias Igor Vaclavic e chissà che altro, è parso subito irrintracciabile. Una sparizione da fantasma, in bilico tra fake news e misteri. Siamo a fine giugno quando in Procura, a Bologna, arriva da Roma una nota riservata dello Sco, il Servizio centrale operativo della Polizia. Poche righe per rivelare che «una fonte confidenziale attendibile» avrebbe notizie importanti sulla presenza, in un Paese del Sudamerica, «del noto latitante serbo Norbert Feher, alias Igor Vaclavic il Russo». Marco Forte, il pubblico ministero che si occupa del caso, chiede a Roma una relazione dettagliata attraverso la squadra mobile bolognese. E la relazione arriva, in realtà senza troppi dettagli in più. Stavolta si dice in sostanza che un agente è stato inviato in Brasile per approfondire la dritta della fonte confidenziale (da qui si deduce che il Paese del Sudamerica sarebbe, appunto, il Brasile) e che però, proprio quando l’inviato è arrivato laggiù la polizia carioca ha arrestato la fonte.


Le false segnalazioni si sono susseguite

Dunque zero contatti, tutto rinviato. Da allora (ma anche nel frattempo), le false segnalazioni si sono susseguite: Modena, Bologna, Parma, Piacenza, Verona, Nord, Sud. Molte erano palesemente infondate, ma quelle che venivano prese sul serio (comunque tante) obbligavano i reparti speciali, dai Nocs ai Gis, passando anche per la Finanza (ma talvolta vennero allertati anche i commandos del Col Moschin) a spostamenti per interventi rapidissimi, sempre con i nervi tesi e le dita pronte sul grilletto. 

L’ultimo allarme risale al 23 novembre, alla stazione di Rimini: qualcuno diceva di averlo visto sul Frecciabianca 8809. Sessanta specialisti di carabinieri e polizia subito attorno alla stazione. I controlli poi evidenziarono che la persona sospettata era un cittadino italiano, originario del Napoletano, e non di Igor. A settembre altro blitz analogo a Milano, dove sarebbe stato visto nella frequentatissima piscina Argelati. 

Ma il mistero resta anche sulla rete di complicità che lo avrebbe aiutato a sparire. Ritrovandolo nella sparatoria in Spagna. Qualche giorno fa la procura di Bologna ha indagato cinque persone per favoreggiamento. E ancora: c’è quel suo comportamento «inspiegabile» fra il 10 e il 21 marzo ha gradualmente spento i suoi contatti con il mondo. Prima degli omicidi in Emilia.


Oscurati i profili Facebook

Un giorno dopo l’altro ha oscurato i suoi profili sui social network, a partire da Facebook, ha disdetto una appresso all’altra le schede telefoniche che aveva a disposizione, ha evitato accessi a Internet che richiedessero password usate fino a quel punto e si è cancellato da WhatsApp. Dal primo giorno di primavera in poi tutto ciò che fino a quel momento si poteva collegare a lui per via telematica è stato chiuso. Zero. Se fosse accaduto dopo i due omicidi per i quali si è poi scatenata una gigantesca caccia all’uomo (il delitto del barista Davide Fabbri a Budrio e quello della guardia ecologica Valerio Verri a Portomaggiore) spegnere tutto e sparire sarebbe stato un passaggio logico. Ma — tenendo conto del fatto che i suoi delitti non sono stati premeditati — perché farlo dieci giorni prima? Domande a cui forse adesso si potrà cominciare a dare una risposta.


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BALDESSARRO E DI RAIMONDO, REPUBBLICA.IT –

È STATO ARRESTATO nella notte in Spagna Norbert Feher, meglio conosciuto come Igor, il killer di Budrio. È stato fermato a Teruel dopo uno scontro a fuoco in cui sono morte tre persone, fra cui due militari iberici.


La possibilità che Norbert Feher, ’Igor’, si trovasse in Spagna  è una traccia che gli investigatori stavano seguendo dall’estate, legata ad un ’contatto’ del latitante. Lo si apprende da ambienti investigativi. La pista più recente battuta portava però in Austria e a Vienna il Pm Marco Forte, titolare dell’indagine della Procura di Bologna, insieme ad alcuni carabinieri è stato in questi giorni, per un raccordo con le forze di polizia austriache. Nelle ultimissime ore era invece tornata a crescere l’ipotesi Spagna.


Malaga, Valencia e Madrid sono le città spagnole dove gli investigatori ritengono che Norbert Feher avesse appoggi e dove il serbo si sarebbe spostato in questi mesi di latitanza. E’ stato possibile accertarlo grazie a indagini fatte attraverso rogatorie chieste in questi mesi dalla Procura di Bologna alle autorità spagnole, con intercettazioni, tabulati, videosorveglianza.


I carabinieri del reparto operativo di Bologna si sono concentrati su possibili contatti, tra i suoi familiari in Serbia, tra conoscenze e frequentazioni italiane, ma anche all’estero. Le indagini su chi ha aiutato il serbo e su come sia avvenuta la fuga dal territorio dei delitto proseguiranno, a partire dal materiale trovato addosso al ricercato al momento dell’arresto. Un’ipotesi, che deve trovare conferma, è che qualcuno lo abbia caricato su un’auto e portato all’estero. Investigatori italiani stanno andando in Spagna per coordinarsi coi colleghi iberici.


Il ministro dell’Interno Marco Minniti, da Rimini, esprime "un ringraziamento alle autorità spagnole, all’Arma dei carabinieri e il pensiero va alle vittime di Budrio e alle vittime in Spagna". "Ho incontrato i familiari delle vittime - aggiunge - ma li hanno incontrati soprattutto coloro che svolgevano l’attività investigativa e del controllo del territorio. Con loro hanno messo in campo un piccolo patto d’onore, ma ora è naturalmente chiaro che dal momento in cui questo piccolo patto d’onore giunge a compimento, il pensiero non può non andare a coloro che sono morti in Italia e in Spagna".


LA CATTURA DOPO TRE OMICIDI 

 Il conflitto a fuoco è avvenuto nella zona di El Ventorrillo, compresa tra le città di Teruel in Andorra e Albalete del Arzobispo. Feher è stato poi arrestato nel cuore della notte, intorno alle 2.50, a Teruel, dopo un incidente stradale mentre fuggiva. L’uomo non ha opposto resistenza. Con sé aveva tre armi corte, due delle quali in dotazione della polizia spagnola.


Le impronte digitali prese all’uomo catturato hanno dato agli inquirenti la conferma di trovarsi proprio di fronte al ricercato che ha seminato terrore e panico nelle campagne fra Bologna e Ferrara dalla primavera scorsa, come sottolinea la Scientifica italiana che parla di "riscontro dall’esito largamente positivo". Il nome di Feher e il suo identikit erano stati segnalati dai Ros alla polizia spagnola.


"Il tutto - sottolinea il ministro Minniti - è frutto di un’attività investigativa che è partita dall’attività di indagine dell’Arma dei carabinieri. Di recente in Spagna c’era stato un reparto del Ros che aveva segnalato alla Guardia civil il possibile luogo dove si poteva nascondeva Norbert Feher, a testimonianza di un’attività investigativa mai cessata. Abbiamo sempre detto dal momento in cui la vicenda è diventata drammaticamente presente nel nostro Paese che noi non avremmo mai mollato".


L’operazione, aggiunge ancora il titolare del Viminale, "è stata coordinata dalla procura di Bologna: ho appena sentito il procuratore Giuseppe Amato - ha detto - che ho sinceramente ringraziato per il lavoro investigativo fatto. C’è stata una sintonia d’indagine tra la Procura di Bologna e l’attività dei carabinieri che considero particolarmente importante".


GENTILONI FA LE CONDOGLIANZE A RAJOY 

"Fatto le mie condoglianze a @marianorajoy per i due agenti e per il cittadino spagnolo uccisi stanotte nel corso dell’arresto del criminale #igor Il mio pensiero va alle vittime di Budrio e alle loro famiglie". Lo scrive su twitter il premier Paolo Gentiloni.


·PROCURATORE BOLOGNA: "CHIEDEREMO ESTRADIZIONE"

Il procuratore capo di Bologna Giuseppe Amato spiega che "ci sarà la nostra richiesta di estradizione, che dovrà fare i conti con il fatto che il Paese richiesto dell’estradizione ha nell’attualità un procedimento penale per fatti gravissimi commessi in quel territorio. A parti invertite sarebbe la stessa cosa: se noi avessimo arrestato il latitante ’spagnolo’ e ci fossero state delle morti in Italia, è chiaro che avremmo proceduto in Italia e non avremmo rinunciato alla nostra giurisdizione. Certamente processeremo Igor secondo le norme e dovremo coordinarci".

E commentando la svolta delle ultime ore sottolinea come ci sia "l’orgoglio di uno Stato che non abbandona i suoi morti, le indagini sono proseguite con una fatica e una costanza che potete immaginare, da quest’estate ci siamo mossi in direzione della Spagna, siamo a dicembre, cosa che dimostra che l’impegno c’è stato, e la Spagna non è stato l’unico fronte su cui ci siamo mossi".


Ma dalla Spagna arriva indirettamente una risposta di segno opposto. Fonti citate dal quotidiano El Pais parlano di una probabile sospensione dell’estradizione del killer. Ovvero la consegna all’Italia - che nei suoi confronti aveva spiccato un mandato di cattura europeo - sarà sospesa dall’Audiencia nacional iberica "fino al processo o fino all’esecuzione della pena" per gli omicidi commessi in Spagna. Già domenica il serbo comparirà in videoconferenza davanti alla giudice Carmen Lamela che gli notificherà i crimini per i quali è ricercato in Italia.


· LE VITTIME DEL KILLER

"Igor il russo" era ricercato in Italia e all’estero per gli omicidi del barista di Budrio Davide Fabbri (il 1° aprile scorso) e della guardia ecologica volontaria Valerio Verri (l’8 aprile) nelle campagne intorno a Portomaggiore e sospettato anche dell’uccisione del metronotte Salvatore Chianese (avvenuta nel 2015).


Le  persone uccise nel conflitto a fuoco di ieri sera sono gli agenti Víctor Romero Pérez, 30 anni, e Víctor Jesús Caballero Espinosa, 38 anni: facevano parte di una squadra del distaccamento di Alcaniz dedicata ad indagini sui furti nell’ambiente rurale, come fattorie o allevamenti di bestiame. Entrambi erano senza uniforme. Secondo fonti citate da El Mundo Online, "Igor il russo" "sapeva dove sparare perché ha ferito mortalmente i due agenti che non hanno avuto il tempo di sparare".


La terza vittima è José Luis Iranzo, un proprietario di ranch che stava accompagnando i due agenti alla ricerca di un uomo che il 5 dicembre aveva assaltato una fattoria in zona ferendo due persone: quel giorno, riporta ancora la testata spagnola,  un uomo di 72 anni aveva tentato di entrare nella sua casa di campagna, accompagnato da un fabbro, per cambiare la serratura che da alcuni giorni risultava bloccata. I due erano quindi stati sorpresi da un uomo, probabilmente Igor, che gli ha sparato a bruciapelo, ferendo il fabbro a un braccio e il proprietario della casa nel fianco.



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IL POST –

Secondo El Pais è stato arrestato in Spagna Norbert Feher, l’uomo serbo di 36 anni sospettato di essere il rapinatore che lo scorso primo aprile uccise il tabaccaio Davide Fabbri durante una rapina a Budrio, in provincia di Bologna, e anche Valerio Verri, una guardia forestale volontaria che lo aveva fermato per caso per un controllo nei giorni successivi.

Feher – che sui giornali italiani viene chiamato “Igor il russo”, pur non chiamandosi Igor e non essendo russo – è sospettato anche di avere compiuto tre omicidi in Spagna: quelli di due poliziotti e di un agricoltore, avvenuti giovedì mattina in una fattoria di Teruel, nella comunità autonoma dell’Aragona. L’uomo che si pensa essere Feher si stava nascondendo dalla polizia, perché sospettato di avere ferito due persone in una sparatoria lo scorso 5 dicembre: i due agenti uccisi, accompagnati dall’agricoltore, lo stavano cercando. Dopo averli uccisi, scrivono i giornali spagnoli, Feher avrebbe rubato agli agenti le armi.


La Guardia Civil non ha confermato l’identità di Feher, ma ha detto di avere arrestato il sospettato dei tre omicidi vicino a Cantavieja, una piccola località vicino a Terueò. Secondo i giornali italiani, però, l’identità di Feher è stata confermata dalla polizia italiana e dal ministro dell’interno Marco Minniti. È stato fermato intorno alle tre del mattino di venerdì, dopo una ricerca durata un giorno nella zona dove sono avvenuti i tre omicidi. Secondo El Mundo stava scappando a bordo di un pick up verde, quando ha avuto un incidente: avrebbe quindi proseguito in bicicletta, ma sarebbe stato fermato dalla polizia e si sarebbe arreso.


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ILSOLE24ORE.COM – 
È stato arrestato in Spagna nella notte Igor “il russo”. Norbert Feher alias Igor Vaclavic, conosciuto come “Igor il russo” e responsabile di due omicidi in Emilia-Romagna lo scorso maggio, è stato arrestato in Spagna. Secondo informazioni provenienti dalla Spagna l’uomo sarebbe stato arrestato dopo un conflitto a fuoco nella zona di El Ventorillo, fra le città di Terruel in Andorra e Albalete del Arzobispo, nel quale sono morte tre persone, tra cui due uomini della Guardia civil spagnola. ’Igor il russo’ aveva già ferito altre due persone il 5 dicembre scorso ad Albalate del Arzobispo, nella comunità autonoma di Aragona.

La segnalazione dai carabinieri del Ros 

Di recente in Spagna c’era stato un reparto del Ros che aveva segnalato alla Guardia civil il possibile luogo dove si poteva nascondeva Robert Feher, a testimonianza di un’attività investigativa mai cessata. La procura di Bologna, coordinando i carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Bologna e Ferrara, «aveva già da tempo - segnala una nota del Ros dei Carabinieri - avviato mirata attiività rogatoriale in Spagna, avendo avuto riscontro a seguito delle indagini svolte della presenza del latitante». Si erano già svolte attività specifiche in Serbia, Austria e Francia e incontri di coordinamento con le autorità spagnole, fin dall’estate, con trasferte e attività in Spagna , insieme agli organi di Polizia spagnoli. Tutto è stato coordinato dalla procura di Bologna. ha detto il ministro Marco Minniti: « C’è stata una sintonia d’indagine tra la Procura di Bologna e l’attività dei carabinieri che considero particolarmente importante». Per rispondere alle polemiche seguite ai giorni delle scorribande di Igor, il ministro ha ricordato come possa sembrare alle volte che «in questo Paese abbiamo un’attività di investigazione e repressione alle volte lente, ma tuttavia arrivano». Un ringraziamento alle autorità spagnole, all’Arma dei carabinieri e «il pensiero va alle vittime di Budrio e alle vittime in Spagna», ha detto il ministro. «Il risultato investigativo secondo me è eccezionale» e fin dall’inizio delle indagini sulla vicenda «non c’è stata nessuna sottovalutazione. Neanche dopo il primo omicidio», ha detto il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, nel corso di una conferenza stampa dopo la cattura di Igor.


La Polizia italiana: le impronte digitali sono sue 

La polizia scientifica italiana ha effettuato il riscontro delle impronte digitali rilevate ad Igor e immesse dalla Guardia civil nella banca dati europea Afis con quelle già in possesso della polizia italiana. Il riscontro ha confermato che la persona arrestata è proprio quella ricercata per gli omicidi commessi a Budrio (Bologna) e Portomaggiore (Ferrara), avvenuti rispettivamente il primo e l’otto aprile scorsi. L’uomo che non aveva rivelato la sua identità alle forze dell’ordine spagnole ed era stato definito inizialmente come un «ex militare dell’est».


In fuga dopo gli omicidi di Budrio e Portomaggiore 

Igor Vaclavic era in fuga dal primo aprile del 2017, quando aveva ucciso il titolare di una tabaccheria di Budrio e subito dopo un’altra persona a Portomaggiore (Ferrara) . A Riccardina di Budrio aveva ucciso Davide Fabbri, che aveva cercato di impedire al rapinatore di portare via l’incasso della serata del bar del padre. Igor aveva estratto la pistola e lo aveva ucciso, ferendo anche uno dei clienti del locale. Dopo aver ucciso il tabaccaio Igor uccise una settimana dopo, mentre era braccato dalle forze dell’ordine, Valerio Verri, una guardia volontaria di pattuglia alla ricerca dell’assassino e ferito un agente della polizia provinciale, Marco Ravaglia. La sua carriera criminale era già costellata da arresti. Nel 2007 venne arrestato per furti commessi con arco e frecce a contadini tra Rovigo e Ferrara. Nel 2010 i carabinieri di Portomaggiore (Ferrara) lo arrestarono per rapina. Nel 2015 l’ex soldato di fanteria dell’Armata Rossa frequenta da 10 anni le campagne ferraresi fu visto girare col fucile a tracolla e tuta mimetica. In una nota riservata del Nucleo Investigativo di Bologna venne descritto come un «soggetto estremamente pericoloso» che «se minacciato non esita a usare armi da fuoco in suo possesso».


Le imputazioni per Igor in Italia e in Spagna 

A ’Igor’ vengono contestati due omicidi e lesioni. Nel fascicolo della Procura di Bologna c’è anche un’aggressione del 30 marzo a una guardia a Consandolo, sempre nel Ferrarese, rapinata della pistola utilizzata poi per uccidere. E un secondo episodio ai danni di un pachistano, avvicinato e minacciato nella zona, tra i due delitti, oltre al furto del furgone poi abbandonato da Igor l’8 aprile ai bordi di via Spina di Molinella. Su di lui pendeva già un mandato d’arresto per rapine commesse nel ferrarese nei mesi precedenti, per cui è a processo a Ferrara. A Ravenna Igor è anche indagato per un terzo assassinio, un caso irrisolto del 30 novembre 2015: a Fosso Ghiaia la vittima fu un metronotte, Salvatore Chianese e gli inquirenti sospettano di Igor, per analogie nelle modalità di azione: un fucile da caccia caricato a pallettoni e colpi ’di avvertimento’ sparati contro l’auto prima di quelli fatali. Ai fatti commessi in Italia si aggiungono i crimini in Spagna: il 5 dicembre in un’azienda agricola ha ferito due persone. Nella sparatoria che poi ha portato alla cattura ci sono stati altri tre morti, tra cui due uomini della Guardia civil.


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GLI OTTO MESI DI FUGA DI IGOR IL RUSSO – 

FRANCO GIUBILEI, LASTAMPA.IT – 

Sono passati più di otto mesi da quando Norbert Feher, meglio noto come “Igor” o Igor il russo, ha fatto perdere le sue tracce dopo aver ammazzato due persone, il titolare del bar tabaccheria Il Gallo di Riccardina di Budrio, Davide Fabbri e poi, una settimana dopo, la guardia ecologica volontaria Valerio Verri. Due omicidi compiuti a distanza di poche decine di chilometri mentre la zona della Bassa ai confini fra il Bolognese e il Ferrarese si riempiva di carabinieri e forze speciali impegnati in una grandiosa quanto infruttuosa caccia all’uomo.  

Sì, perché Igor, che russo non era ma serbo, e si era già fatto otto anni di galera in Italia per rapine, condanne che gli erano valsi ben due decreti di espulsione non eseguiti, intanto si trasformava in un fantasma imprendibile per le centinaia di uomini impegnati a setacciare campi e canali della pianura. Mesi di ricerche inutili, mentre intorno a Igor, descritto come un ex miliziano ben addestrato, fiorivano leggende come quella che lo faceva capace di immergersi nell’acqua respirando con una cannuccia.  

Gli abitanti delle fattorie disperse nella pianura circostante hanno vissuto per settimane nell’incubo di ritrovarselo alla porta, armato, mentre le autorità diffondevano appelli a chiudersi in casa e norme di sopravvivenza nel caso venissero presi in ostaggio. Nonostante i controlli serratissimi, l’assassino è sfuggito alle forze dell’ordine, presenti in proporzioni massicce, fino a 1.500 carabinieri con tanto di visori notturni, cani addestrati ed elicotteri, e ora sarà interessante sapere quando è riuscito a lasciare la zona delle ricerche per poi involarsi verso la Spagna. 

Nel frattempo amici e parenti delle vittime, sempre più frustrati dagli esiti dell’azione degli inquirenti, l’estate scorsa hanno dato vita al comitato Amici di Davide (dal nome della prima vittima, ndr), promettendo una ricompensa di 50mila euro per chi avesse dato notizia dell’omicida. Non sono mancate polemiche e attacchi per il fatto che Norbert Feher, che sicuramente ha goduto di appoggi di complici in zona per averla vinta sui carabinieri che lo hanno braccato, sia riuscito ad allontanarsi. Lo ha aiutato sicuramente la sua abilità mimetica, evidente nelle foto pubblicate sul suo stesso profilo Facebook che dimostrano la sua capacità di assumere sembianze molto diverse.


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CHI È IGOR IL RUSSO – 

LASTAMPA.IT 

l primo aprile 2017 Norbert Feher alias Igor Vaclavic alias Igor “il russo” uccide il barista Davide Fabbri. Fa il suo ingresso in un bar di Riccardina di Budrio, nel Bolognese. Appena entrato nel locale che vuole rapinare - in abiti mimetici e un fucile in mano - viene affrontato dal proprietario mentre due clienti si muovono ai lati della sala. Fabbri, riesce a impossessarsi del fucile e a inseguire il malvivente che entra in un altro vano dove, poi, farà fuoco con una pistola uccidendo il proprietario del bar.

Nel Ferrarese sette giorni dopo, l’8 aprile, intorno alle 19, ammazza la guardia ecologica volontaria Valerio Verri e ferisce gravemente un uomo della polizia provinciale, Marco Ravaglia.

Inizia la caccia. Igor fugge a piedi e la zona tra Bologna e Ferrara viene circondata dalle forze dell’ordine. Hanno a che fare con un ex militare che conosce anche tecniche di combattimento non convenzionali.

La carriera criminale di Igor il russo lo ha visto protagonista di numerose rapine che condussero a un primo arresto nel 2007, quando aveva minacciato le sue vittime con arco e frecce. Dopo tre anni di carcere, nel 2010 il nuovo arresto, per diverse scorrerie compiute armato di accetta. E’ stato coinvolto pure nel rapimento e nell’uccisione del pensionato Pier Luigi Tartari, ad Aguscello. Nei suoi confronti sono stati emessi ben due decreti di espulsione, entrambi inapplicati.

Il 10 aprile arrivano i militari e inizia la grande ricerca. Lo cercano in 800 battendo la campagna con le cartine militari come in Afghanistan e con i visori notturni. Sul campo i Paracadutisti del Tuscania da Livorno, le squadre elitrasportate dei Cacciatori di Calabria di base in Aspromonte e gli uomini dell’Uopi, l’Unità Operativa Pronto Intervento del Viminale lo cercano con gli elicotteri che spazzano la campagna a bassa quota.

Il 31 maggio, dopo quasi sessanta giorni di caccia infruttuosa, gli inquirenti sono convinti che Igor sia ancora nascosto nelle campagne fra Bologna e Ferrara. Tanto convinti da fornire agli abitanti, un vademecum di istruzioni utili nel caso dovessero imbattersi nell’assassino.

Dopo quasi quattro mesi, il 21 luglio, i parenti e gli amici di Davide Fabbri, il barista di Budrio, offrono una ricompensa di 50mila euro a chi per primo fornirà «notizie precise» volte a «rintracciare in concreto e quindi ad assicurare alla giustizia il latitante.

Il 14 ottobre, a due settimane dalla scadenza della taglia da 50 mila euro istituita su «Igor», i familiari del barista ucciso fanno sapere che il bando sarà rinnovato per altri 2 o 3 mesi. La caccia a Igor continua, con la certezza che sia ben lontano dalla zona degli omicidi, con ricerche anche all’estero.

Nella notte del 14 dicembre Igor viene arrestato in Spagna, nella zona di El Ventorillo di Teruel, cittadina spagnola dell’Aragona, dopo una sparatoria con la Guardia Civil. Nel conflitto a fuoco sarebbero morte tre persone, fra cui due poliziotti. L’uomo è stato rintracciato grazie ad un incidente stradale.  


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IL KILLER DAI MILLE VOLTI – REPUBBLICA.IT –

BOLOGNA “Igor il russo” è forse la figura di delinquente più sfaccettata e sfuggente degli ultimi anni. Quarantuno anni, serbo, il killer di Budrio catturato in Spagna dopo oltre otto mesi di fuga,  è riuscito a costruire attorno a sé un rosario di identità pari solo alla sua capacità di travestimento mutando di volta in volta la propria immagine come un Fregoli della malavita. A cominciare dal nome, Igor Vaclavic di nazionalità russa col quale è riuscito ad ingannare gli inquirenti italiani e le autorità carcerarie che lo hanno tenuto in prigione senza accorgersi che la sua identità era fasulla. Prima di essere ricercato per gli omicidi del barista di Budrio Davide Fabbri e della guardia ecologica Valerio Verri nella campagna tra Bologna e Ferrara, “Igor” trascorse alcuni anni in galera sotto falso nome.

Fu così bravo a farsi parere un altro che quando le autorità serbe, che ne chiedevano l’estradizione per reati di violenza e stupro, chiesero a quelle italiane se avessero in custodia un tal Norbert Feher, il suo vero nome, dall’Italia arrivò un no. In carcere da noi amava farsi chiamare “Ezechiele”, un soprannome tra il cartone animato (di cui era affezionato) e reminiscenze bibliche, raccontando di essere stato un militare dell’Armata rossa che aveva combattuto in Cecenia e vantandosi di eseguire ogni giorno centinaia di flessioni. Una condotta integerrima in galera. Si dedicava alla lettura, ai programmi televisivi che tramettevano cartoons (diceva che il padre non glieli faceva mai vedere), mai uno screzio e persino il cappellano delle carceri, di cui s’era fatto amico, testimoniò della sua presunta redenzione.

Feher è in realtà un trasformista di aspetto e personalità. Un lupo feroce che ama farsi passare per un agnello all’occorrenza. Il suo aspetto fisico è perennemente cangiante: a volte pare un rappresentante di gioielli, altre volte un barbone, altre ancora un distinto signore o uno sportivo in tuta. Si presenta con la barba e senza, con gli occhiali, col cappello, con una valigetta 24 ore. E’ quanto di più sfuggente si possa immaginare. Ha pure distrutto ogni traccia della sua vita. Si sa che ha forse una madre e una sorella in Serbia, ma non è certo. Non si sa dove abbia vissuto, dove abbia viaggiato, cosa abbia fatto nel passato,

La parte il suo curriculum criminale. Non ha un indirizzo, né amici (salvo i componenti della banda con cui assaltava le case degli anziani), né una compagna. Il vuoto. Ha solo un profilo Facebook che aggiorna di tanto in tanto aggiungendo delle immagini di sé. A internet, tuttavia, si collega solo approfittando del Wi-Fi libero dei centri commerciali, poi anche lì il buio. Attorno a lui la nebbia che adesso gli inquirenti cercheranno di dissolvere.