la Repubblica, 15 dicembre 2017
L’amaca
Ha ragione, il catto-cattolico Sacconi, disgustato dall’approvazione della legge sul biotestamento (grazie a Pd più 5 Stelle più briciole), quando rimpiange il Pci. Ha ragione perché il Pci portava effettivamente sulle spalle una zavorra consociativa sulla quale il clericalismo italiano ha potuto fare conto per cinquant’anni.
Senza le mosche cocchiere radical-liberal-socialiste il Pci non avrebbe combattuto con altrettanta determinazione per legalizzare divorzio e aborto. Lo fece perché le sue donne (e in seconda battuta i suoi uomini) migliori capirono che le cosiddette “libertà borghesi” toccavano nel profondo la dignità delle persone, tanto quanto le conquiste sociali e sindacali.
Ma la campana della liberazione dal moralismo clericale suonò fuori dal partito comunista.
Dunque i Sacconi di ieri e di oggi possono giustamente lamentarsi di come il Pd (del cattolico Renzi…) abbia messo a segno, con la Cirinnà prima e con il biotestamento poi, una doppietta che la vecchia sinistra italiana, lenta e curiale com’era, difficilmente avrebbe avuto in canna. Quanto alla sinistra italiana nel suo complesso, ha materia di riflessione.
Con il renzismo ha sicuramente perduto identità e convinzione nel campo dei diritti sindacali e della dignità del lavoro. Ma sul terreno dei diritti individuali, se si guarda alle spalle, ha ben poco da rimpiangere. Il rimpianto è tutto di Sacconi.