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 2017  dicembre 15 Venerdì calendario

Ius soli, l’ultima speranza è un blitz il 23 dicembre

Roma Sul calendario degli “ottimisti”, i non pochi che tra governo e Parlamento sperano ancora che dopo il biotestamento arrivi anche lo ius soli, la data cerchiata in rosso è il 23 dicembre. È quello l’unico e ultimo giorno utile per approvare in via definitiva al Senato la riforma della legge sulla cittadinanza, quella che consentirebbe ai figli degli stranieri nati in Italia, pur con una serie di paletti, di diventare cittadini italiani.
Un blitz dal complicato incastro che, per prima cosa, il governo dovrebbe far digerire al Quirinale. Già, perché per ottenere il via libera sullo ius soli, in presenza di 50.000 emendamenti presentati dalle opposizioni, è necessario porre una questione di fiducia che potrebbe mettere a rischio l’esecutivo Gentiloni. Proprio quello che il capo dello Stato Sergio Mattarella vuole evitare in questa coda di legislatura. La prima variabile, dunque, sarebbe convincere il Colle che la fiducia verrebbe messa «a rischio zero» per il governo. Ipotesi non proprio peregrina almeno a sentire il senatore dem Luigi Manconi secondo il quale «i voti che ballano sono appena 2 o 3, pochissimi».
Il conteggio è complicato, perché non si punta più su un’irragiungibile “quota 161”, la maggioranza assoluta a Palazzo Madama, bensì su un quorum più basso e variabile (al massimo tra 156 e 157) da conquistare grazie al soccorso di qualche senatore verdiniano di Ala, qualche centrista vicino a Beatrice Lorenzin e qualche defezione eccellente che potrebbe arrivare dalle fila dei 5 Stelle dove, a sentire un senatore di maggioranza, «i favorevoli sarebbero oltre una dozzina, specie tra quelli che sanno con certezza che non verranno ricandidati». «Ci sono movimenti in corso», afferma sibillino Manconi. In serata, a Piazza pulita, Renzi ha frenato: «Non ci sono i numeri».
Prima della fiducia, però, lo ius soli deve approdare in Aula. E qui la road map disegnata sulla carta dal gruppo del Pd al Senato non ammette cedimenti, vincolata all’arrivo a palazzo Madama della legge di Bilancio. In questo caso, la data utile sarebbe il 20 dicembre, con il via libera alla manovra da fissare non oltre il 22. Solo così, ci sarebbe lo spazio per discutere ( e a quel punto approvare) lo ius soli il 23 dicembre, dopo aver autorizzato la fiducia, e dunque prima dello scioglimento delle Camere che dovrebbe arrivare subito dopo Natale.
Sarebbe questo il «margine di speranza» di cui ieri ha parlato il presidente del Senato Pietro Grasso. «Ma l’Aula è sovrana», ha aggiunto. La capigruppo della prossima settimana fisserà il calendario. Intanto, sottotraccia, continuano a muoversi gli sponsor dello ius soli nel governo, dal ministro dell’Interno Marco Minniti a quello dei Trasporti, Graziano Delrio, convinti che, dopo il biotestamento, l’approvazione dello ius soli potrebbe aiutare il Pd in campagna elettorale anche in vista di una competizione a sinistra con i Liberi e uguali di Pier Luigi Bersani che ancora ieri, al videoforum organizzato da Repubblica, ha insistito su questo punto.
Le variabili, però, restano numerose. E mentre la Lega minaccia di «bloccare le Camere» se lo ius soli arriverà in Aula, gli “ottimisti” tra governo e Parlamento continuano a sperare.