la Repubblica, 15 dicembre 2017
Sigarette al ristorante, prima fumata bianca per il governo di destra
Berlino Futuro dell’Europa, crescita integrazione e occupazione, sfida del problema migranti, privatizzazioni. Ecco l’agenda urgente delle priorità di chi deve governare l’Austria. Ma la coalizione che sta per nascere a Vienna tra i cristianopopolari del giovane cancelliere designato Sebastian Kurz e il leader della destra Heinz- Christian Strache ha scelto un altro tema per il suo primo accordo esecutivo: nella Repubblica alpina, in barba alle norme e intese nell’ambito dell’Unione europea e della salute dei cittadini, salterà il divieto di fumo nei locali pubblici. La legge sul Rauchverbot che doveva entrare in vigore il 1° maggio 2018 è acqua passata. Su richiesta della destra di Strache.
Il ritiro della norma è vittima delle trattative in corso tra i cristianopopolari di Kurz e i “liberali” ( Fpö) di Strache, giovane leader euroscettico e antimigranti sempre più in sintonia con l’Ungheria di Orbán e la Polonia di Kaczynski, e spesso accusato in passato di frasi antisemite e di recarsi come oratore a raduni dei superstiti tra i veterani austriaci delle SS. L’Austria – per decisione dei passati governi socialdemocratici o di larghe intese tra socialdemocratici e cristianopopolari – di adeguarsi alle norme europee sul divieto di fumo. Ora tutto viene ripensato. Perché Strache, egli stesso fumatore, aveva fatto questa promessa ai suoi elettori. Dunque pure locali di 75 metri quadri e oltre potranno avere zone destinate ai fumatori e in generale le legge riabiliterà il fumo.
Contro l’accordo una petizione antifumo ha già raccolto 260mila firme. Ma la maggioranza è ottimista. «Avremo il governo prima di Natale, spero», ha detto Kurz dopo l’annuncio della nicotina libera. In cambio il fumatore leader della destra Strache ha accettato di rinunciare alla sua richiesta di cancellare un cardine dello Stato sociale austriaco, l’iscrizione obbligatoria dei lavoratori alle Camere di lavoro.
È una svolta culturale, nonostante Vienna sia storicamente una città di fumatori illustri anche di sigari, a cominciare dai migliori intellettuali e scienziati che da Freud a Stefan Zweig a Musil l’Impero asburgico e poi nel dopoguerra la Austria Felix di Bruno Kreisky, cancelliere socialista amico dei colleghi di Bonn e Stoccolma, Olof Palme, dettero al mondo.
È uno schiaffo a Bruxelles da cui, dopo le ultime elezioni, Vienna prende distanze avvicinandosi agli euroscettici del gruppo centro- orientale di Viségrad. Ma è anche culturalmente un passo indietro della destra. Il padre del volo della destra, il defunto Jörg Haider, su questi temi era più liberal e aperto alle idee europee. Pur di mantenere promesse agli elettori che si sentono proletari declassati dalla marea di migranti e fumano per dimenticare, Strache è pronto a imporsi e Kurz astro nascente del Partito popolare europeo acconsente.