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 2017  dicembre 14 Giovedì calendario

Ultra-Violet. L’era del viola. Il colore Pantone dell’anno scelto perché simboleggia il pensiero visionario

«Una sfumatura di viola intensamente provocatoria e riflessiva», capace di comunicare «originalità, ingenuità e un pensiero visionario che ci indica il futuro». Così Pantone descrive il nuovo Ultra Violet – in codice 18-3838 -, colore scelto per il 2018 e destinato a influenzare moda, arte e design. Dal 2010 gli esperti del Pantone Color Institute scelgono non il colore più diffuso, ma quello che può meglio esprimere il carattere del nuovo anno. «Non si tratta di individuare una nuova tendenza, ma di rispondere alle necessità più sentite dalle persone», spiega la presidente dell’Institute Leatrice Eiseman.
Il viola è stato nel tempo il simbolo della controcultura e del talento artistico, spesso indossato da star come Prince, David Bowie e Jimi Hendrix e dall’architetto Frank Lloyd Wright, che indossava un mantello viola per «sentirsi più creativo», dal compositore Ditto Wagner. Eisemann ha spiegato di averlo scelto anche perché è l’unione di tinte opposte, il blu e il rosso, alludendo così alla complicata situazione politica degli Stati Uniti. Non esiste più una netta contrapposizione tra stati rossi, che votano per i Repubblicani, e blu, il colore dei Democratici: gli analisti politici parlano infatti di «Purple America» per descrivere la fine della classica polarizzazione tra i due partiti politici. Concluso dunque l’anno del Greenery, verde chiaro e brillante interpretato come «un messaggio di speranza e fiducia in un contesto politico e sociale complesso», Ultra Violet mette l’accento sulla riflessione e sull’individualismo «spingendo le persone a immaginare il segno speciale che lasceranno nel mondo».
Pioniere della classificazione di colore e standard di riferimento per professionisti e creativi di tutto il mondo, la Pantone nasce negli Anni Cinquanta in New Jersey, negli Stati Uniti, come produttore di carte colore per le aziende cosmetiche. L’intuizione destinata a trasformare l’azienda nell’autorità mondiale del colore fu del giovane chimico Lawrence Herbert, che nel 1962 acquisì l’azienda e nel 1963 creò il Pantone Matching System, catalogo di tinte standard rappresentate con una serie di palette, tra le più usate nel mondo.
La Pantone consiglia alle aziende come scegliere al meglio i colori per immagine e strategie di vendita, creando anche delle tonalità «personalizzate». È di Tiffany per esempio il Pantone 1837, dall’anno di fondazione della gioielleria. La Coca Cola è Red 484, Starbucks Pine Green 3298. Solo cinque persone al mondo hanno un Pantone dedicato: blu perlato per Jay-Z, l’immobiliarista americana Sherry Chris ha commissionato un rosa brillante, particolari tonalità di grigio e blu sono state commissionate per gli stilisti Jason Wu e Richard Nicoll, Love Symbol #2 invece è la tinta dedicata a Prince.
«Il colore è una cartina tornasole dello spirito dei tempi – ragiona Massimo Caiazzo, presidente della Iacc, associazione dei consulenti del colore e professore di Cromatologia alla Scuola Politecnica di Design di Milano -. Anche se dal punto di vista tattile è una tinta vellutata e delicata, in casa può trasformarsi in cupa e pesante, addirittura soporifera». Prepariamoci dunque all’invasione del viola, ma con qualche accorgimento. «Sto ancora consolando le vittime del verde acido, di grande tendenza qualche anno fa – conclude Caiazzo -. Meglio evitare di inseguire un trend senza considerare le cattive conseguenze di un clima cromatico di moda, ma sbagliato».