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 2017  dicembre 13 Mercoledì calendario

Il mistero tute blu. «Il colore per andare più veloci ai Giochi»

Veloce come il blu. Non è poesia né sinestesia, anche se qualcosa di esoterico c’è: molte nazionali del pattinaggio di velocità hanno scelto tute coi colori del cielo convinte di poter guadagnare sotto quelle tinte centesimi sull’orologio e di felicità. In vista dei Giochi di PyeongChang, si fa di tutto. O si crede a tutto. Non bastano le gallerie del vento per testare i materiali ipertecnologici di uno sport dove un alito di brezza, una posizione scorretta, il gancio dei pattini o un’increspatura sul cappuccio possono determinare tutto. Serve anche l’illusione che diventa convinzione. Di fatto molte squadre hanno rinnegato le tavolozze patrie per il nuovo dio cromo: nella tappa di coppa del mondo di Heerenveen, in Olanda a novembre, la Germania, la Norvegia e la Corea del Sud erano di variabile azzurro abbigliate. Ma solo gli asiatici fedeli alla propria nuance, gli altri due hanno stravolto aspetto, specie i vichinghi da 80 medaglie olimpiche tutte in rosso dietro agli olandesi ( 105) che, guarda un po’, sono tentati dal mandare clamorosamente in soffitta l’orange per la blueggiante tendenza. Hege Bokko, pattinatrice di Oslo: «Dicono che vada un po’ più forte del rosso». «È una teoria un po’ strana anche se in giro la stanno ripetendo tutti», ha ammesso Hein Otterspeer da Amsterdam, «ma probabilmente l’hanno testato e andava meglio del rosso».
Dicerie che contano. Sulle quali il New York Times si è interrogato visto che gli americani dello speed skating accusarono la tuta ipertecnologica di Sochi 2014, firmata Under Armour e studiata nei laboratori della Lockheed Martin che costruisce i caccia F- 35, di aver recato un danno alle prestazioni ( per una presa d’aria sulla schiena che si gonfiava a palloncino). «Io sono favorevole a quella azzurra, ma per ragioni di patriottismo» dice il ct della nazionale italiana Maurizio Marchetto. «Dubito che ci sia un fondamento in questa scelta del blu degli altri, anche se in effetti in queste quattro tappe di coppa ho notato che la Norvegia è in un azzurrino sorprendente; l’Olanda ha gareggiato con l’orange sul busto e il blu sotto come al solito; gli americani col blu scuro e le stelle e la Russia in bianco e azzurro. Ma l’aerodinamicità dipende da altro, dalla posizione dell’atleta e da come la tuta è indossata».
Almost blue, un fattore quasi vero. Renzo Shamey, docente di Color science and technology alla North Carolina State University, al quotidiano newyorkese: «Non riesco a immaginare come tingere lo stesso tessuto con due tonalità diverse che hanno le medesime proprietà possa generare differenti risposte aerodinamiche». Psicologiche, però sì. Havard Myklebus è lo scienziato dietro la nuova uniforme della Norvegia, per la prima volta prodotta in casa: «Posso dire solo che è più veloce della rossa». Perché conta anche chi la guarda, spiega Stephen Westland, prof di Color science all’Università inglese di Leeds: «Alcuni atleti possono sentirsi più fiduciosi e forti con certi colori e alcuni avversari possono assegnare qualità ai loro concorrenti basate su certe tonalità». L’Italia è in blu, a scanso di equivoci.