Corriere della Sera, 13 dicembre 2017
Cedere Gigio? Si può
MILANO Tutto ricominciato. Come quest’estate, anzi di più. Gigio Donnarumma torna al centro di uno scontro che si annuncia tesissimo, con il giocatore – di nuovo – in mezzo alla bufera, un po’ vittima, un po’ carnefice, di sicuro con i tifosi contro. Tra il Milan e i Raiolas sarà di nuovo muro contro muro. A questo punto, nulla si può escludere: nemmeno che il portiere parta a gennaio, naturalmente di fronte a un’offerta congrua, sulla quale finora le due parti hanno decisamente idee diverse.
Il Milan non ha bisogno, né intenzione di vendere giocatori a gennaio, Donnarumma non è sul mercato ed è considerato un pilastro. La società, però, non vuole neanche trattenere qualcuno con la forza, soprattutto visto che si parla di un portiere, il giocatore che, più di altri, necessita di serenità e mente lucida. Quindi se Mino Raiola porterà un’offerta «irrinunciabile», e il giocatore (con cui i dirigenti hanno parlato anche ieri) questa volta confermerà di non voler restare (in estate diceva il contrario), potrebbe davvero partire. A patto, però, che arrivi questa offerta irrinunciabile, che si può anche provare a quantificare: la famosa clausola rescissoria che i Raiolas non hanno voluto firmare (e che il Milan ha riproposto più volte nei mesi scorsi) è di 70 milioni, in caso di ingresso nelle Coppe (attenzione: non in Champions, basta l’Europa League), di 40 nell’altro caso. Questa clausola, oggi, non esiste perché mai firmata da una delle due parti: questo significa che il Milan è libero di accettare, o meno, le richieste che arriveranno, con il Psg in prima fila. Per meno di 70 milioni, dunque, Donnarumma resterà, perché il Milan non può permettersi di svendere il suo patrimonio più prezioso e se ne riparlerà a giugno. Quando, con il probabile mancato ingresso in Champions, la società farà le sue valutazioni. Anche qui non è scontato che venda Gigio: per far tornare i conti potrebbe, per ipotesi, anche limitarsi a non comprare nessuno, visto che nei budget era già stata prevista una cifra di spesa.
La strategia dei Raiolas però è di accelerare. Approfittare di questo momento di debolezza della squadra e della società, quando la ripresa in classifica non è ancora partita e il rifinanziamento del debito di Elliott non è stato ancora firmato. È questo il momento per convincere Gigio che una stagione così sottotono (senza più neanche la vetrina del Mondiale) può pregiudicare la sua prossima valutazione. Così, a soli 4 mesi dalla firma di luglio, il clan del procuratore di Donnarumma ha riaperto le danze, mandando alcune email (una è un documento dello stesso Gigio) che invocavano l’annullamento del contratto sulla base di una presunta violenza morale e di pressioni psicologiche subite dal ragazzo: al momento della firma infatti l’agente non era presente, mentre l’avvocato Rigo era sull’Aventino per protesta. L’obiettivo è chiaro: alzare la tensione ambientale al massimo, invocare una mancata serenità e riuscire ad andare via se non a zero, comunque a una cifra molto bassa, in modo che possano salire le commissioni che il compratore è disposto a versare all’agente. I Raiola, da sempre scettici sul progetto cinese, in estate hanno sì strappato condizioni eccellenti per il loro assistito (6 milioni euro netti, più l’ingaggio del fratello), ma senza commissioni extra. Così, ora, sono ancora più decisi a fare la guerra al Milan. Che è appena cominciata.