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 2017  dicembre 12 Martedì calendario

Codice appalti, cantieri nel caos. Sono a rischio tremila posti

Solo alcune settimane fa è stata premiata dal procuratore nazionale antimafia Franco Roberti tra le cento eccellenze italiane del 2017. A breve però Pavimental, società del gruppo Atlantia, potrebbe iniziare le procedure di licenziamento per almeno 300 lavoratori. Il motivo? Una norma del codice degli appalti che impone alle società concessionarie autostradali di affidare a gara l’80 per cento dei lavori di costruzione e manutenzione e non più il 60, riducendo di conseguenza la quota di affidamento diretto dal 40 al 20 per cento. Un dimezzamento in sostanza del giro di affari delle società controllate che ricadrà sulla testa dei lavoratori.
A rischio ci sono oltre tremila posti di lavoro in tutta Italia (mille in Piemonte) relativi ad alcune società edili sotto l’ala di Autostrade (come Pavimental) e del gruppo Gavio. I dipendenti oggi sono in sciopero e si ritrovano in piazza Montecitorio per protestare, come annunciato dai sindacati FenealUil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil. Dentro ai palazzi della politica invece è in discussione un emendamento alla manovra che potrebbe cambiare il loro destino. Era stato bocciato al Senato, ma ora la deputata Pd Cristina Bargero lo ha ripresentato, con la firma di altri 100 parlamentari. La misura prevede di riportare le lancette a prima dell’introduzione del Codice degli appalti, reintroducendo quindi la quota di affidamento diretto al 40 per cento e salvando di conseguenza quei posti di lavoro. L’emendamento, uno degli oltre 6mila presentati alla manovra e che è stato ammesso, sarà votato nei prossimi giorni.
Sulla bilancia in questa partita c’è da un lato la liberalizzazione dei servizi di manutenzione sulle autostrade e dall’altro migliaia di posti di lavoro in bilico. «Condividiamo l’apertura dei mercati, è un principio nobile anche se viene fatto pagare ai lavoratori – spiega Antonio Di Franco, segretario nazionale Fillea-Cgil – Chiediamo il rispetto per lavoratori che sono strutturati da molti anni, in un settore che è in gran parte precario e che dalla crisi ha perso 800 mila posti di lavoro». Gli edili di queste aziende, infatti, sono tra i pochi ad avere contratti a tempo indeterminato. Secondo Barbara Cerutti, della Filca Cisl, sono due i temi importanti, quello di politica industriale e quello occupazionale. «I lavoratori hanno un livello di formazione e qualificazione che si traduce in alti standard di sicurezza e qualità – spiega – Vogliamo davvero destrutturare il settore edile? Questa eventualità può avere delle ricadute anche sulla sicurezza delle nostre autostrade».
Il Codice degli appalti è il frutto di una direttiva europea e dal 2016 ha introdotto misure che puntano a creare maggiore concorrenza. Per il codice infatti le concessioni devono essere attribuite a seguito di una procedura pubblica, per le aziende invece titolari di una concessione in base a vecchie norme – come appunto Gavio e Autostrade – è introdotta questa speciale disciplina, che ora prevede per l’80 per cento gare pubbliche. Ci sono comunque «clausole sociali» che impongono alle nuove aziende vincitrici dei bandi di assumere gli eventuali esuberi delle concessionarie. Misura però che è considerata insoddisfacente dai sindacati: «I lavoratori – spiega Cerutti – passano alle dipendenze per soli sei mesi. Lasciamo così tremila lavoratori nel marasma, a discapito della qualità».