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 2017  dicembre 12 Martedì calendario

In viaggio con i pendolari sulla linea peggiore d’Italia

Palermo Tania Di Marco alle 7,20 in punto attende ogni santo giorno il treno che dalla stazione di Rocca Palumba la porterà a Palermo. E ogni santo giorno sa quando parte, ma mai quando e se arriverà. Perché a volte è una capra a bloccare il convoglio, altre volte il treno si ferma per attendere il passaggio di una vettura che viaggia in direzione opposta, visto che qui si va a binario unico. Altre volte ancora capita che il treno sia fermato dagli stessi pendolari imbufaliti per le condizioni delle carrozze. D’altronde Tania Di Marco ha la sfortuna di vivere in un paesino, Alia, che si trova nel bel mezzo della tratta ferroviaria Palermo- Agrigento, una delle dieci peggiori d’Italia secondo il dossier “Pendolaria” presentato da Legambiente. Un dossier che mette sul podio la Roma-Lido, la Circumvesuviana e la Reggio Calabria-Taranto, e che denuncia come dietro all’alta velocità vi sia il vuoto, con linee utilizzate da chi viaggia per lavoro nel più completo abbandono.
Come la gran parte delle ferrovie di Sicilia, cambiate davvero poco dal dopoguerra in una regione a binario unico e senza alcun mezzo veloce. La tratta Palermo- Agrigento è comunque una delle peggiori, perché è tra le più affollate. Da anni vanno a rilento i lavori sulla statale tra i due capoluoghi, e migliaia di persone si sono spostate verso un mezzo che, sulla carta, dovrebbe essere più veloce. Sulla carta, appunto.
Partito da Palermo, spesso il treno si ferma dopo pochi chilometri in una piccola stazione, Cerda. Salgono alcuni passeggeri, ma non si riparte. Perché? Semplice, occorre attendere il convoglio che in direzione opposta arriva da Agrigento. Qualche chilometro più avanti si arriva a Roccapalumba: «Fino a poche settimane fa ci facevano scendere per prendere un mezzo sostitutivo, perché fino a Cammarata la linea era interrotta – dice Di Marco – Adesso invece hanno aperto una galleria a Lercara. Tutto risolto, quindi? No, a volte capita di rimanere comunque fermi per ore, perché magari qualche passaggio a livello automatico non si abbassa, come a Comitini. Chiediamo chiarimenti da anni e da Trenitalia ci danno sempre la stessa risposta: “È un problema energetico, basta un calo di tensione per bloccare la barra”. Ogni volta che accade, significa dai 30 ai 50 minuti di ritardo per una tratta che si dovrebbe percorrere tutta in due ore».
Ma la linea nella top ten delle peggiori del Paese ha anche altri problemi. Il treno, anzi trenino, di stazione in stazione è sempre più affollato. Potrebbe ospitare 140 passeggeri, compresi i posti in piedi: «A volte siamo 500, stretti come sardine, con persone che si sentono male e anziani in difficoltà – continua Di Marco, che si è messa alla testa di un comitato di pendolari – ieri a Rocca Palumba il treno era così pieno che molte persone non sono potute salire. Allora è iniziata una protesta spontanea e alcuni pendolari hanno occupato i binari. Il capotreno ci ha messo mezz’ora per convincerli a spostarsi». Il viaggio prosegue, ma altri intoppi sono dietro l’angolo. Qualche giorno fa, un convoglio in arrivo da Caltanissetta ha investito una mucca e la tratta si è paralizzata: «Attraversiamo lunghi tratti di aperta campagna e ci sono sempre pecore, capre e mucche che pascolano», racconta Giuseppe Sanfilippo, insegnante che fa il pendolare da anni.
La linea è affollata anche perché, tra Bagheria e Palermo, vi sono diversi centri di cura oncologici e ortopedici, e molti si spostano dalla provincia per motivi di salute. Viaggiare così è una difficoltà che si aggiunge a situazioni a volte drammatiche.
«Protestiamo da anni, chiediamo più treni, un servizio decente, non lussi particolari, ma la riposta è anche in questo caso sempre la stessa: “I treni sono pochi, diteci voi da dove toglierli per metterli su questa linea” – racconta Salvatore Sorce, ricercatore universitario che viaggia ogni settimana da Mussomeli – Io frequento questa tratta da quattordici anni. Posso dire con sicurezza che i tempi di percorrenza si sono allungati e il servizio è peggiorato». Benvenuti nelle ferrovie di Sicilia, un grande museo del ferro itinerante.