Il Messaggero, 11 dicembre 2017
Arrivano le pagelle per tutti gli statali premi legati al merito
ROMA Stop ai premi a pioggia e alle valutazioni generose dove tutti venivano promossi. Dal 2018 nella Pubblica amministrazione arrivano pagelle più stringenti e attendibili per impiegati e dirigenti, che finora sono stati valutati con un sistema che di indipendente non aveva proprio nulla. Grazie al completamento della riforma della valutazione e delle performance delle amministrazioni, messa in moto dal ministero della Pubblica amministrazione con la riforma Madia, si cambia registro. Da una parte, i meriti saranno riconosciuti sulla base dei giudizi dei valutatori dell’Oiv, l’acronimo di Organismo indipendente di valutazione, che con le nuove regole entrate in vigore a giugno scorso sono stati completamente riformati. Mentre, dall’altra, saranno coinvolti gli stessi cittadini chiamati a dare un voto sui servizi ottenuti. L’ultimo tassello – secondo quanto risulta a Il Messaggero – riguarda proprio quest’ultimo canale di valutazione: entro fine anno, cioè tra pochi giorni, arriveranno le linee guida per costringere le amministrazioni a pubblicare sui propri siti sezioni dedicate a quello che nel gergo economico vengono chiamate rilevazioni di customer satisfaction, ossia il grado di soddisfazione per il servizio ottenuto. Allo stesso tempo, poi, le amministrazioni potranno decidere se attÈivare il sistema di valutazione degli utenti direttamente agli sportelli.
BASTA DISCREZIONALITÀ
Il nuovo meccanismo garantirà un’attribuzione più oggettiva dei premi di risultato, che saranno decisi in base sia alle performance complessive dell’ufficio sia dei singoli, in particolare dei dirigenti. Per capire come si è arrivati alla riforma del sistema di valutazione bisogna fare un passo indietro. Per anni, nella Pa, i voti a ministeri, enti pubblici, Comuni, Asl e Regioni sono stati assegnati dai dirigenti di quelle stesse amministrazioni. Insomma, un sistema che non ha mai garantito una vera valutazione del merito e che ha portato a promuovere tutti senza se e senza ma. Ora si cambia. Il compito di giudicare il lavoro svolto dagli statali a cui poi vengono legati anche i premi economici, spetterà agli Oiv e ai cittadini. Come noto la valutazione degli organismi indipendenti era stati introdotta dalla riforma Brunetta nel 2009, con l’intento di assegnare delle vere e proprie pagelle a chi lavora nell’amministrazione pubblica. Un sistema che avrebbe dovuto portare premi e penalità a seconda dei veri risultati raggiunti. Purtroppo non è mai stato così in quanto fino ad oggi le persone chiamate a dare i giudizi su obiettivi raggiunti e meriti erano scelte dagli stessi giudicati. Ed è qui che la riforma Madia è intervenuta. A giugno scorso sono entrate in vigore le nuove regole che, dapprima, hanno ritoccato la composizione e la selezione dei controllori e poi hanno rivisto l’intero meccanismo. Si è partiti da lì per poter dare (si spera) più attendibilità ai giudizi, perché a questi, come detto, è legata la parte variabile dello stipendio di chi lavora nel pubblico impiego, ossia i premi. Con la riforma ogni amministrazione deve scegliere i propri valutatori all’interno di un elenco nazionale. Elenco che contiene figure con una serie di requisiti professionali ben precisi. Il più importante dei quali è l’incompatibilità: l’amministrazione non potrà farsi giudicare dai propri dirigenti. Gli obiettivi da perseguire sono due: di carattere generale, indicati da Palazzo Chigi, e quelli scelti direttamente dalle amministrazioni pubbliche. Le amministrazioni dovranno anche scrivere una sorta di catalogo dei comportamenti dei lavoratori pubblici e che dovrà essere inserito all’interno del sistema di misurazione e valutazione delle performance.
Autonomi e indipendenti chi darà i voti ai travet ROMA Più poteri, più autonomia e più professionalità per gli organismi indipendenti di valutazione delle performance, gli esaminatori della Pubblica amministrazione chiamati a scrivere le pagelle degli statali e a giudicare il lavoro degli alti dirigenti pubblici. Con la riforma Madia entrata in vigore sei mesi fa, sono cambiate le regole per la valutazione: le amministrazioni devono scegliere all’interno di un apposito albo le persone chiamate a giudicare gli uffici e i loro rendimenti. Si tratta sia di persone che già lavorano nella Pa che di privati che si candidano a diventare valutatori. I primi sono soprattutto dirigenti pubblici, come professori universitari, vertici ospedalieri e segretari comunali, mentre i secondi provengono da aziende private che si occupano molto spesso di formazione e selezione del personale o sono a capo delle risorse umane. Sono cambiati, sempre grazie alla riforma Madia, anche i vincoli per diventare esaminatore: dai divieti per chi ha ricevuto condanne o sanzioni disciplinari, ai titoli di studio necessari per la candidatura. Il governo dunque ha rimesso mano ancora una volta al sistema di valutazione. Il primo ad averlo fatto era stato l’ex ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta. Poi il Governo Renzi con il decreto attuativo sulla valutazione delle performance degli uffici pubblici entrato in vigore a luglio 2016. Un primo passo verso il nuovo modello per analizzare i risultati delle amministrazioni, che ha rivisto gli adempimenti in capo alle Pa e ha messo ordine al sistema dei controlli interni. Con l’istituzione degli Organismi indipendenti di valutazione, presenti in tutte le amministrazioni e, ora, entro la fine dell’anno sarà introdotto un sistema di valutazione da parte dei cittadini che si recano agli sportelli pubblici, alle asl, all’anagrafe e via dicendo. Nel dettaglio, la riforma degli Oiv ha portato alla nascita dell’albo nazionale degli esaminatori. Un elenco di candidati da cui le amministrazioni devono obbligatoriamente attingere per selezionare i membri degli Organismi di valutazione, abbandonando la vecchia prassi delle selezioni in totale libertà. Se da una parte le Pa incontrano nuovi vincoli, dall’altra anche i controllori devono sottoporsi a regole più stringenti. Si moltiplicano, infatti, i paletti per poter diventare valutatore: il candidato non deve aver riportato condanne penali né avere a carico giudizi di responsabilità per danno erariale. Allo stesso tempo deve aver conseguito una laurea (triennale o specialistica), aver maturato un’esperienza professionale di almeno cinque anni nel settore della valutazione e non aver ricevuto, se dipendente pubblico, una sanzione superiore alla censura. Gli Oiv continuano ad essere formati da uno a massimo tre membri. L’incarico può durate massimo tre anni e può essere rinnovato una sola volta dopo un’apposita selezione.