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 2017  dicembre 09 Sabato calendario

APPUNTI SULL’ONDA NERA PER GAZZETTA

EMILIO RANDACIO, LASTAMPA.IT

Le note di Bella ciao, bandiere del Pd, di Cgil e Cisl, almeno 3 mila persone sul lungolago di Como per la manifestazione antifascista. Pochi minuti dopo le 11 il segretario del Pd Matteo Renzi è arrivato nel luogo dell’evento, accompagnato dal ministro delle infrastrutture Graziano Delrio. L’ex premier non si è fermato con i giornalisti, ma con alcuni dei presenti, ringraziandoli della partecipazione.  

 

I big in piazza  

Hanno partecipato anche la presidente della Camera, Laura Boldrini (che in una intervista ha dichiarato «Bisogna ripartire dalla nostra storia: la liberazione dal nazifascismo non fu un evento “di parte”, ma un atto corale dell’Italia che si ribellava al regime per riprendersi la libertà. Tutte le forze politiche democratiche dovrebbero fare fronte comune contro chi si richiama a quel regime che fu di sopraffazione, di annientamento dei diversi, di discriminazione nei confronti delle donne»), la segretaria della Cgil Susanna Camusso e diversi ministri e politici locali. Nessuno di loro, pero, è intervenuto dal palco, se non il vicesegretario del Pd, Maurizio Martina, che era gli fra gli organizzatori.  

Martina si è limitato a un breve saluto finale, per poi replicare successivamente: «Salvini al governo sarebbe un rischio serio per l’Italia», rispondendo al segretario della Lega Nord che ha accusato la piazza di Como di «sostenere l’immigrazione fuori controllo». 

L’iniziativa «È questo è un fiore» è la risposta al blitz di alcuni esponenti di Forza nuova di alcuni giorni fa in un centro di volontariato che aiuta i migranti. 

Una ventina di pullman sono stati messi a disposizione dal Pd per tutto il nord Italia. Davanti al lago, è stato allestito un palco, dove sarà dato spazio ai giovani, non solo del Pd ma dell’associazione «Como senza frontiere» e di altre che leggeranno testi dell’antifascismo, di Calamandrei e Pertini. Hanno preso la parola anche la Presidente ANPI Carla Nespolo e il giornalista Daniele Piervincenzi, che fu aggredito a Ostia.  


La contro-manifestazione di Forza Nuova  

Mezz’ora dopo l’inizio della manifestazione, in un albergo di Como, è iniziato un incontro annunciato a porte chiuse, proprio di Forza Nuova con il segretario Roberto Fiore. Più giornalisti che simpatizzanti. Il leader del movimento di ultra destra, Fiore, lancia il suo programma politico. «Basta falsità sui giornali», È l’esordio di Fiore, che rivendica la manifestazione davanti a Repubblica di due giorni fa a Roma. «Gli africani vanno aiutati a casa loro», uno degli slogan. «Il Papa e mal consigliato», secondo il leader di Forza Nuova in riferimento alla linea del Vaticano sull’immigrazione. Per Fiore «si vuole creare un clima d’odio poco prima della caduta di un regime». Inoltre, i militanti di Fn, «Non si fanno intimidire e rispondono se attaccati». In merito al blitz nel centro di volontariato di pochi giorni fa ad opera di alcuni simpatizzanti, Fiore ha sostenuto che si «ė trattato di un gesto pacifico contro il business dell’immigrazione». 

 

«`Il nostro nemico è il Partito Democratico´ ha detto oggi Roberto Fiore, capo di Forza Nuova. A nome di tutto il PD voglio dire che questa affermazione non ci fa paura. Perché è una frase che chiarisce ancora una volta chi sono loro e chi siamo noi», ha poi scritto Matteo Renzi su Facebook. «Nessuna persona è nostra nemica, ma siamo nemici di ogni violenza, di ogni intolleranza, di ogni fascismo. Abbiamo molte persone che ci considerano avversari, tanti ci considerano nemici, qualcuno ci odia. Ma noi siamo e saremo sempre amici della verità, della libertà, della democrazia, dei diritti. Se Forza Nuova considera il Pd come nemico - conclude Renzi - è perché noi siamo dalla parte giusta. E di lì non ci muoveremo mai». 


La risposta di Casapound: “Inopportuno agire così”  

«Non so se i blitz a Repubblica e a Como siano stati fatti solo per attirare attenzione. Non giudico quello che fanno altri movimenti di un’area politica in cui è inserita anche Casapound. Noi la controinformazione la facciamo diversamente. I blitz sotto i giornali sono inopportuni, perché danno l’idea che si voglia chiudere la bocca a qualcuno», ha fatto sapere Simone Di Stefano, segretario nazionale di Casapound Italia, a margine di un evento alla Spezia. «Se vogliamo contrastare un’ informazione a senso unico lo facciamo confrontandoci liberamente col giornalismo, come abbiamo fatto invitando Mentana, Formigli e altri». 

 

E sul blitz di Como ha aggiunto: «Avere dentro una sede dieci ragazzini che leggono un volantino può sembrare un atto intimidatorio. Ma non si può parlare di violenza quando dall’altra parte dello schieramento abbiamo chi mette bombe, assalta sedi e banchetti e parlo dei centri sociali e dell’antifascismo. Puntualmente assaltano gli stand della Lega Nord e le sedi di Casapound. Quello di Como non è stato un atto di violenza brutale come se ne vede a sinistra ma un’intimidazione».  


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CORRIERE.IT
 Si è conclusa poco dopo mezzogiorno di sabato senza incidenti né problemi di ordine pubblico la manifestazione organizzata a Como dal Partito democratico contro ogni fascismo e intolleranza. Secondo gli organizzatori, erano diecimila le persone che hanno affollato il lungolago, nella zona davanti al Monumento alla Resistenza Europea. Come annunciato, hanno partecipato i ministri Valeria Fedeli, Graziano Delrio, Andrea Orlando, Maurizio Martina e Roberta Pinotti, il segretario dem Matteo Renzi, la segretaria generale della Cgil Susanna Camusso ma anche molti leader del centrosinistra, da Piero Fassino a Gianni Cuperlo, i sindaci del territorio e i rappresentanti dell’Anpi e di altre associazioni. Assente annunciato il sindaco di Como, Mario Landriscina, che non ha voluto essere presente sollevando numerose critiche. I big non sono saliti sul palco. La scelta degli organizzatori è stata di far intervenire solo i rappresentanti di associazioni ed enti che operano sul territorio e i giovani del partito. La prima a prendere il microfono è stata Anna Maria Francescato, rappresentante della rete «Como Senza Frontiere», che era presente durante l’irruzione degli skinheads martedì’ della scorsa settimana. «È paradossale ma chi si è accorto più di tutti del nostro lavoro e del valore della nostra azione sono stati i fascisti — ha detto —. La nostra reazione silenziosa e non violenta alla loro irruzione è stata la risposta migliore».

Forza Nuova a pochi metri dalla marcia

Forza Nuova, che si è vista negare dalla Questura di Como il permesso di promuovere una contromanifestazione nella stessa giornata in città, ha organizzato un convegno aperto al pubblico in una sala privata in un hotel sul lungolago, a poca distanza dal presidio del Pd. Presente il segretario nazionale Roberto Fiore: «Noi siamo in totale mobilitazione contro il Pd, contro il tentativo di creare un clima di odio forte e importante sul territorio — ha detto —. Da 48 ore vediamo provocazioni continue dove facciamo attività, attacchi ai nostri militanti. Noi manteniamo la calma ma vogliamo continuare con la nostra battaglia di ferma opposizione a questo governo sulla via del tramonto e alla sua politica». Per tutta la mattinata la città di Como è stata blindata. Misure di sicurezza imponenti. In Questura è stata allestita una sala operativa interforze per coordinare tutti gli uomini delle forze dell’ordine impegnati per garantire l’ordine pubblico. L’elicottero della polizia ha sorvolato la zona e sono stati schierati cento agenti di supporto. Non si sono verificati disordini di alcun tipo.


Salvini-Martina: botta e risposta

«In piazza oggi con il Pd a Como c’è chi sostiene l’immigrazione fuori controllo, domani a Roma con noi in piazza Santi Apostoli ci sarà chi è per un’immigrazione controllata e per una maggiore attenzione per le priorità degli italiani». Così ha commentato la marcia antifascista di Como il segretario della Lega, Matteo Salvini. La replica del ministro Martina non si è fatta attendere: «Salvini al governo sarebbe un rischio serio per l’Italia, altro che la piazza di Como».


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L’irruzione di quelli del Veneto Fronte Skinhead era avvenuta a fine novembre durante la riunione di un’associazione pro-immigrati: 13 militanti con modi squadristi erano entrati nella sala in cui era riunito un gruppo di volontari di una rete che aiuta i migranti. Lo scopo era leggere un proclama che,

 alla fine suonava così: "Basta all’invasione dei migranti". Stridente e straordinariamente forte l’atteggiamento dei volontari che non avevano reagito mostrando così una forza pacifica straordinaria.

Per l’episodio sono stati denunciati in quattro per violenza privata: sono i militanti che si sono autoripresi nel video del proclama.


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ZITA DAZZI, REPUBBLICA –

Sul lungolago di Como si intonano i canti partigiani e sventolano le bandiere. "Siamo oltre 10mila", dicono dal palco. E’ il giorno della manifestazione contro ogni forma di fascismo e intolleranza a Como; la risposta all’irruzione squadrista contro le associazioni impegnate per l’accoglienza dei migranti, i primi a prendere la parola oggi, ma anche a tutte quelle forme di intimidazione di stampo neofascista che da più parti sono arrivate, non ultimo l’attacco diretto a Repubblica con il blitz di Forza Nuova. I neofascisti di Roberto Fioreche hanno provato a organizzare una contromanifestazione vietata dalla questura, sono invece all’hotel Palace, circondati dalla polizia. Mentre da lontano arriva ancora l’eco delle giustificazioni di chi ritiene di non dover condannare. "In piazza oggi a como c’è chi sostiene l’immigrazione fuori controllo", ripete ad esempio Matteo Salvini, quello dei "quattro ragazzi che leggono un volantino".


Sul lungolago di Como si intonano i canti partigiani e sventolano le bandiere. "Siamo oltre 10mila", dicono dal palco. E’ il giorno della manifestazione contro ogni forma di fascismo e intolleranza a Como; la risposta all’irruzione squadrista contro le associazioni impegnate per l’accoglienza dei migranti, i primi a prendere la parola oggi, ma anche a tutte quelle forme di intimidazione di stampo neofascista che da più parti sono arrivate, non ultimo l’attacco diretto a Repubblica con il blitz di Forza Nuova. I neofascisti di Roberto Fioreche hanno provato a organizzare una contromanifestazione vietata dalla questura, sono invece all’hotel Palace, circondati dalla polizia. Mentre da lontano arriva ancora l’eco delle giustificazioni di chi ritiene di non dover condannare. "In piazza oggi a como c’è chi sostiene l’immigrazione fuori controllo", ripete ad esempio Matteo Salvini, quello dei "quattro ragazzi che leggono un volantino".

Sul palco di Como, non comizi di politici, ma giovani e volontari che leggono i testi dell’antifascismo, di Calamandrei, Pertini, Levi, brani di Fenoglio, una lettera dal carcere di Berlinguer. Cominicano loro, gli attivisti di Como senza Frontiere, chiedendo un minuto di silenzio "contro gli accordi con governi criminali e contro chi lascia morire migliaia di persone in mare". Risuonano note di pace, chitarre e voce per Imagine.

Alla mobilitazione sul lungolago che porta il nome di ’E questo è il fiore’, verso della canzone partigiana Bella Ciao che i manifestanti cominciano a cantare già prima dell’inizio della manifestazione, partecipano le diverse anime della sinistra. Lanciata dal Pd, aderiscono Mdp, Campo progressista, Liberi e uguali. Ci sono anche singoli esponenti di altri partiti, i vertici Anpi, Anci, Arci, associazioni, sindacati. "Mi pare sia evidente che siamo di fronte a degli episodi di squadrismo fascista e come tali vanno trattati - dice il segretario della Cgil Susanna Camusso - non sono applicate le leggi, la Costituzione che vieta il ritorno del partito fascista. Li si è lasciati crescere e presentare alle elezioni, si è continuato a dire sono ragazzate mentre siamo di fronte a un fenomeno di intimidazione diffuso". A Como anche il segretario del Pd Matteo Renzi - "è una bellissima giornata" - arrivato insieme al ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio.

Il M5s invece non partecipa all’iniziativa, ritenuta - ha detto chiaro il leader grillino Luigi Di Maio - "una strumentalizzazione del Pd". Gli risponde Piero Fassino: "Non si strumentalizza nulla, qui c’è chi vuole vivere in un paese libero e democratico". Ci sono anche i ministri Maurizio Martina ("partecipano le persone che non si voltano dall’altra parte davanti a xenofobia e razzismo"), Roberta Pinotti, che invita a "non sottovalutare", Valeria Fedeli. La presidente della Camera, Laura Boldrini, dice chiaro: "E’ un devere essere qui". Con un’intervista a Repubblica, lancia anche un appello: "Tutte le forze politiche democratiche dovrebbero fare fronte comune contro chi si richiama a quel regime che fu di sopraffazione, di annientamento dei diversi, di discriminazione. Bisogna ripartire dalla nostra storia: la liberazione dal nazifascismo non fu un evento ’di parte’, ma un atto corale dell’Italia che si ribellava al regime per riprendersi la libertà".

Diecimila da una parte, una settantina dall’altra. All’hotel Palace, dove Fiore torna ad attaccare "il Pd e il gruppo di Repubblica e

 l’Espresso che sono la parte strutturale del clima di odio nei nostri confronti fatto di continue provocazioni". "Quello di Veneto Fronte Skinhead a Como - ha spiegato nel chiuso dell’albergo - è stato un atto pacifico, una manifestazione contro il business dell’immigrazione". Ma se al vostro convegno si presentasse qualcuno non invitato per leggere un suo documento? "Lo allontanerei con gentilezza", risponde.


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ILVO DIAMANTI, LA REPUBBLICA 9/12 


Quasi metà degli italiani, per la precisione il 46%, pensa che il fascismo oggi sia (molto o abbastanza) diffuso nel Paese. È quanto emerge dal sondaggio di Demos, condotto nei giorni scorsi. È un dato sorprendente. In parte, inatteso.Effetto delle ripetute iniziative estreme ed estremiste di CasaPound e dei suoi “amici” — e competitor. Per prima, Forza Nuova. Soggetti che si richiamano a una storia che pensavamo dimenticata. Comunque, condannata. Dalla “Storia” stessa.E invece ritornano. Gruppi e formazioni che ostentano riferimenti al fascismo. Senza vergogna. Al contrario. Li esibiscono in modo convinto. E, per questo, esercitano la minaccia come strumento pubblico. Ma una “misura” tanto larga sottolinea come l’azione dei soggetti politici che si richiamano al fascismo vada ben oltre i gruppi estremisti che esibiscono apertamente questa bandiera. Si tratta, infatti, di componenti circoscritte. Però fanno molto “rumore”. A causa delle (provoc)azioni eclatanti. Ma, soprattutto, perché scavano nella memoria del Paese. Anche se la memoria del ventennio si affievolisce. Mentre il ricordo tragico delle stragi di matrice neo-fascista, avvenute fra gli anni 60 e 70, tende (purtroppo) ad appannarsi.continua a pagina 2 ?? segue dalla prima paginaMa il richiamo aperto e diretto alla tradizione “fascista” oggi appare molto forte. E, secondo i dati del sondaggio d Demos, suscita molta inquietudine.Soprattutto fra i più giovani. E fra gli elettori di centro-sinistra. Soprattutto di sinistra. Il fascismo, infatti, viene percepito come un fenomeno diffuso da quasi il 60% degli studenti. Da 7 elettori di Centro-Sinistra su 10. Mentre nelle altre aree politiche questa sensibilità appare più limitata. Anche se mantiene misure rilevanti. Il fascismo, infatti, è molto presente in Italia secondo circa il 30-35% degli elettori di FI e della Lega. Pensa lo stesso un terzo della base dei Fd’I. E poco più del 40% fra chi vota M5s. A Destra, si osserva, dunque, la tendenza a ridimensionare il fenomeno.In parte, almeno, per timore di esserne considerati responsabili. Stigmatizzati.Mentre a sinistra avviene il contrario. Non solo per la ragione opposta: la stigmatizzazione del “nemico”. Ma perché l’antifascismo fa parte dell’identità storica — e politica — dei partiti di sinistra. Il ritorno, o meglio: il riemergere del fascismo, in effetti mai scomparso, offre loro “senso”. Gli elettori del M5s, infine, stanno a metà.Come avviene spesso.L’ombra nera del fascismo rende più acceso il clima della campagna elettorale, in vista delle prossime elezioni. Anche se non è ancora chiaro quando si svolgeranno. Tanto meno, chi vincerà. Meglio, se davvero vincerà qualcuno. E, soprattutto, se qualcuno riuscirà a governare. Dopo.Quale partito, con quale coalizione. I dati del sondaggio non forniscono risposte chiare, al proposito.Tuttavia, fanno emergere indicazioni interessanti.Im-prevedibili, qualche mese addietro.La tendenza più evidente è “la solitudine del Capo” e del suo partito. Renzi e il PdR. Mai così isolati. Negli ultimi mesi hanno subito un calo sensibile. Evidente. La fiducia verso Matteo Renzi: è calata di 8 punti, nell’ultimo trimestre.Ma di oltre 15, rispetto a un anno fa. Oggi si è attestato al 27%. In assoluto il dato più basso da quando, nel 2012, abbiamo iniziato a “misurarne” il consenso.Tuttavia, il disincanto coinvolge un po’ tutti i leader.Anche i più popolari, come Gentiloni. Che, con il 45% del gradimento, resta, comunque il più accreditato. Il suo governo, peraltro, continua ad essere apprezzato da circa il 40% dei cittadini. Come al momento dell’incarico. Dopo il premier, in classifica, incontriamo Luigi Di Maio e Pietro Grasso. Il quale legittima, così, l’investitura ottenuta dalla Sinistra. E ne viene, al tempo stesso, sospinto.Le stime di voto accentuano tendenze già visibili da tempo. Il Pd: ridotto al 25%. Per la prima volta, sotto alla soglia raggiunta da Bersani, nel 2013.Il dato più basso da quando è stato conquistato — e rifondato — da Renzi. Il PdR: ha fallito la sua “missione”, di unire la Sinistra e il Centro.Sotto lo stesso tetto. Alla sua sinistra, in particolare, Liberi e Uguali, al debutto, raggiunge il 7,6%. Più della somma dei “soci fondatori”.Tuttavia, non si vedono federatori in grado di riunire il mondo inquieto e diviso del Centrosinistra. L’ultimo a provarci, Giuliano Pisapia, ha già rinunciato. D’altronde, il grado di fiducia nei suoi confronti appare limitato (24%). E in calo significativo negli ultimi mesi (5 punti). A destra, invece, FI cresce ancora (15,2%, oltre 2 punti più di un anno fa) e supera la Lega. Insieme ai Fratelli d’Italia raggiungono il 33%. Una base importante, in vista delle prossime elezioni. È, però, il M5S a mostrare l’incremento più rilevante. Oggi è vicino al 29%. Primo partito. Davanti a tutti. Un segnale rivelatore.Perché il principale incentivo elettorale del M5S è offerto dagli “altri”. Dai partiti di governo. Ma anche di opposizione. Il M5S: è una risposta all’insoddisfazione politica. Per citare Beppe Grillo: un argine al non-voto (e all’estremismo). Non peraltro si auto-definisce un non-partito.Difficile ricavare uno scenario credibile, ma, soprattutto, chiaro, da queste stime. Da questi orientamenti. Come spiegano Roberto Biorcio e Fabio Bordignon nella loro analisi. Non per caso, la maggioranza degli elettori immagina che le prossime elezioni non avranno un vincitore. E, quindi, si dovrà ricorrere a “nuove” elezioni.Oppure tentare la via tortuosa delle “grandi coalizioni”. In mezzo a tanta incertezza, il clima politico — e sociale — già molto caldo, si è ulteriormente surriscaldato. E rischia di avvampare, alimentato dalle divisioni interne al sistema politico. E alla società. Condizioni ideali al diffondersi di tentazioni anti-democratiche.Riprodotte e amplificate dall’espandersi della minaccia fascista, rilevata e misurata in questo sondaggio. L’unica speranza è che si affermi, ancor più forte, un movimento e un sentimento opposto. Oggi, come ieri: resistenza.


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Skinheads Como:Casapound, impossibile applicare a noi Scelba 

Di Stefano, puntiamo a 3% per fare politica dentro istituzioni (ANSA) - GENOVA, 9 DIC - "La Costituzione dice che è vietata la ricostituzione del disciolto partito. La legge Scelba stabilisce che cosa si intende per ricostituzione e cioè che un partito deve cercare di sovvertire l’ordine democratico. E in questo caso non rientrano i partiti che democraticamente raccolgono firme e si candidano. Se ci fosse stato uno spiraglio per sciogliere questi partiti Casapound sarebbe stata sciolta 15 anni fa". Risponde così il segretario nazionale Simone Di Stefano alla richiesta di commentare le dichiarazioni dell’Anpi in merito alla necessità di sciogliere i partiti neofascisti. "Oggi che Casapound prende queste percentuali in Italia e mette i suoi consiglieri comunali un po’ ovunque sarebbe paradossale arrivasse un decreto di scioglimento da parte del Ministro degli interni o della Giustizia. Noi ci candideremo alle elezioni e concorreremo democraticamente alla politica della Nazione. Obiettivo? Il 3% per arrivare a fare politica dentro le istituzioni. Il sale della democrazia è parlare di programmi, il resto è tutta aria fritta".(ANSA). YL2-CE 09-DIC-17 18:07 NNNN


Forli’: studenti di Link aggrediti in piazza da Forza Nuova = 

(AGI) - Roma, 8 dic. - Oggi pomeriggio alcuni studenti di Link Forli’, insieme ad alcuni sindacalisti della Cgil Forli’ sono stati picchiati e spintonati da un gruppo di militanti dichiaratosi di Forza Nuova. Lo rende noto Andrea Torti, coordinatore nazionale del movimento Link studenti universitari, che riferisce che il segretario della Fiom-Cgil, Gianni Cotugno e’ rimasto ferito nel corso dell’aggressione. "Quanto successo oggi non e’ un caso isolato, come non sono casi isolati i fatti di Como o quanto accaduto a Repubblica - sottolina Torti -. Si tratta di una strategia complessiva che vede frequenti aggressioni ad opera di diversi gruppineofascisti che noi studenti subiamo ogni giorno in scuole e universita’. Domani, anche per questo, saremo a Como, con ’Como senza Frontiere’ per denunciare quanto viviamo quotidianamente e solo da pochi giorni viene raccontato pubblicamente". Per Martina Carpani, coordinatrice della Rete della Conoscenza, "serve una risposta reale e immediata a Forli’ e in tutt’Italia, gli strumenti legislativi esistono, a partire dalla messa al bando delle organizzazioni neofasciste come Forza Nuova". (AGI) Noc 082053 DIC 17 NNNN


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ANSA/ Raid neofascisti: Minniti, non è a rischio democrazia 

A blitz Fn anche donna e minore. Skinhead Como, perquisizioni (di Marco Maffettone) (ANSA) - ROMA, 7 DIC - Il raid di un gruppo di skinhead a Como e il blitz di Forza Nuova fuori la redazione di Repubblica. Due azioni, avvenute a pochi giorni di distanza l’una dall’altra, che fanno temere il ritorno di derive neofasciste in Italia. Una eventualità respinta con forza dal ministro dell’Interno, Marco Minniti. "Se qualcuno pensa che in un momento di incertezza politica - ha affermato il numero uno del Viminale - ci possa essere spazio per infiltrare pratiche antidemocratiche, la risposta è semplice: non c’è aria". Per il ministro "ci sono i corpi dello Stato che non subiscono incertezza politica". Parole che arrivano nella giornata in cui le indagini avviate dopo le due azioni hanno segnato una importante accelerazione con perquisizioni e primi indagati. Per l’irruzione nel circolo di Como, la polizia ha eseguito 13 perquisizioni per appartenenti al gruppo di estrema destra "Veneto Fronte Skinheads". I provvedimenti sono stati eseguiti dagli agenti della Digos di Como, Brescia, Genova, Lodi, Mantova e Piacenza, città di residenza degli indagati. Sequestrati pc, tablet e altri supporti informatici con lo scopo di accertare, anche attraverso le mail, se i responsabili del blitz avessero pianificato il blitz tempo addietro e in quale luogo è partita l’iniziativa. Gli investigatori vogliono anche accertare se si tratti di un fatto isolato o che rientri in una strategia più articolata e più ampia. Nei confronti degli attivisti locali il questore di Como ha avviato il procedimento per l’adozione dell’ ’Avviso Orale’ mentre ai militanti delle altre province è stato notificato il provvedimento del "foglio di via obbligatorio". Diversi gli indagati anche per l’azione di Forza Nuova di ieri pomeriggio a Roma. L’indagine è stata affidata dal procuratore Giuseppe Pignatone al pool di pm che si occupa di terrorismo. Al momento 9 persone sono state identificate grazie anche alle telecamere a circuito chiuso che hanno ripreso le varie fasi del gruppo: 12 i partecipanti all’azione. Tra loro un minore, la cui posizione è stata inviata al Procura dei minori, una donna ed un militante di 44 anni. La maggior parte, fa sapere la polizia, sono noti ultras della Lazio, alcuni già sottoposti a Daspo. Gli identificati sono stati perquisiti, così come la sede di Forza Nuova. Sequestrato materiale documentale di particolare interesse investigativo all’esame degli uomini dell’antiterrorismo, nonché bandiere del partito politico greco Alba Dorata, croci celtiche, un busto di Mussolini, immagini di Hitler. Gli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Caporale, procedono per violenza privata, manifestazione non autorizzata e accensione di artifizi pirotecnici in luogo aperto al pubblico. Durante l’azione i militanti di Forza Nuova hanno esposto uno striscione con su scritto "Boicotta La Repubblica e L’Espresso" e hanno lanciato alcuni fumogeni in direzione della redazione. Investigazioni sono in corso per individuare gli altri responsabili. Tutti gli indagati verranno sottoposti a Daspo. Su quanto avvenuto a Roma è intervenuto il capo della polizia, Franco Gabrielli, definendo "grave" il bltiz e aggiungendo: "tutte le volte che si mette in discussione la possibilità che la stampa sia libera, credo sia un interrogativo per tutti. Su queste vicende credo che non si debba mai avere l’improntitudine di fare dei distinguo. Queste cose vanno condannate senza se e senza ma, che riguardino testate che si collocano a destra, a sinistra o al centro". (ANSA). Y13-TZ 07-DIC-17 19:47 NNNN


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L’AVANZATA DELLA MAREA NERA - LA REPUBBLICA 


Ci sono i cani sciolti e quelli che puntano al Parlamento Viaggio tra i volti e le parole d’ordine di una realtà che continua a crescere PAOLO BERIZZI i sono le nuove generazioni e i vecchi capi bastone che non se ne vanno mai. Ci sono quelli che si mimetizzano e puntano al Parlamento e ci sono quelli sempre e solo "di strada": è lì, dicono, che bisogna stare. Sventolando la celtica che è di tutti, i martelli incrociati degli Hammerskin, la bandiera con la svastica come hanno fatto prima del 28 ottobre i fanatici di Rivolta Nazionale (appena nati da una costola di Militia, avevano annunciato che loro, alla Marcia su Roma vietata dal Viminale, ci sarebbero stati comunque), i 12 raggi del Sole nero dei nazisti varesini Do.Ra., il simbolo SS (guardacaso) degli Skin4Skin. La strada da cui cacciare gli immigrati, i tossici, i «delinquenti». La strada delle ronde per la sicurezza, dove si marcia contro il degrado e per aiutare la «gente». Sono i "fratelli" camerati che schifano le poltrone, che diffidano del sogno non più impossibile di entrare nelle istituzioni: in Parlamento, dove «voleranno sedie e schiaffoni», per dirla con il vicepresidente di CasaPound, Simone Di Stefano. Ormai un partito nazionale e istituzionale. Ma a destra dell’estrema destra c’è tanto. Un magma in ebollizione al punto che anche per la Digos e gli apparati dello Stato che lo studiano è . ,r ; . - .C j ¡ iw,. ’ "4.141 w.•• ’ !’ "4k;. • •- ’ ,,,, ’ • difficile fissarne i confini. L’unico dato certo è che le formazioni neofasciste (e neonaziste) sono tornate da un pezzo, alzano il tiro e guadagnano consensi. Si allargano, e passano sempre più spesso all’azione. Non solo con la propaganda sociale e "di sinistra", Anche con atti intimidatori come a Como. L’obiettivo è lo sdoganamento, e per alcuni è già arrivato. È tornato persino il Veneto Fronte Skinheads. Facce nuove e vecchio odio. Dalla provincia vicentina e dalla Verona nera al tentativo di sbarco in Lombardia. Ma vediamole, le sigle dell’estrema destra 2.0. Capofila è CasaPound Italia,104 sedi da Nord a Sud: l’ultima inaugurata pochi giorni fa a poche decine di metri da Acca Larentia. Erano un centro sociale, poi i "fascisti del terzo millennio" sono diventati partito. E siccome la politica costa, hanno imparato in fretta a trovare una sintesi tra militanza e affari (vedi i legami con il Front National finanziato da Putin o le attività commerciali). Fatto il botto alle ultime amministrative (rispetto al 2011 hanno quasi quadruplicato i consensi con exploit come Lucca e Bolzano), puntano alle politiche: «Stiamo arrivando», dicono in tv dove ormai vengono invitati. «Basta veti, siamo democratici», ha detto Di Stefano. Democratici, ma anche fascisti (Cpi si rifà alla legislazione sociale del fascismo e al Manifesto di Verona, costitutivo della Repubblica di Salò). Eppure il giochino funziona. Le "tartarughe nere" in questi anni hanno cannibalizzato il loro competitor Forza Nuova. Fondato da due terroristi neri, il più longevo tra i partiti post missini corre alle elezioni dal ’99 e dal 2008 ha sedi in tutte le regioni. Se alle urne i numeri sono da prefisso telefonico, altrettanto poco esaltanti sono le adesioni sul territorio. Per questo Fn, che si ispira alla Guardia di ferro romena, uno dei più sanguinari movimenti antisemiti d’Europa, di recente ha alzato l’asticella: la marcia su Roma (o dei "patrioti") del 4 novembre, il manifesto stile Rsi con la donna bianca violentata da un soldato nero. "Italia agli italiani", è il mantra. Cambiano pelle, i neofascisti. Puntano sull’associazionismo, sui pacchi alimentari, sugli aiuti agli "indigenti". Ogni gruppo ha diramazioni, onlus, cooperative che svolgono attività "umanitarie". Prendiamo Lealtà Azione, in ascesa al Nord. Formalmente un’associazione «di promozione sociale». I riferimenti? L’ex generale delle SS Leon Degrelle e l’antisemita Cornelius Codreanu. I "lupi" di LA hanno già un assessore: Andrea Arbizzoni, titolare dello Sport a Monza. Lavorano pancia a terra, al Nord alleati con CasaPound, per presentarsi alle regionali. II modello di quasi tutti sono i greci di Alba Dorata. Anche loro distribuivano pacchi alimentari. Di giorno. Di notte sprangavano gli immigrati. Poi sono entrati in parlamento:17 deputati. Capi e militanti sono stati ospiti di CasaPound nella sede romana. Nel 2015 distribuivano insieme aiuti umanitari ad Atene. Sono, con l’ungherese Jobbik, i partiti più solidi dell’ultradestra europea. Ma nel fascismo italiano c’è posto per tutti, anche i reduci degli anni di piombo. Benché sciolta nel ’76, Avanguardia Nazionale è ancora viva. Ritrovi, convegni nostalgici. Sempre intorno a Stefano Delle Chiaie. Poi ci sono i caporioni con le loro squadracce: Militia di Maurizio Boccacci, amico dell’ex Nar Carminati. Un gruppo nazista. Così come alla propaganda hitleriana s’ispirano i veronesi di Fortezza Europa: «Festung Europa» era, dal ’42, l’Europa continentale sotto il dominio nazista. Sono passati 75 anni. *** I movimenti L’ultradestra Manipolo cl’Avanyuarclia (Bergamo) Lealtà Azione (Lombardia) P( Ft1Str Do.Ra. Comunità militante dei dodici raggi (Varese) MiYtia (Roma) Generazione Identitaria (Milano) Fascismo e UbertàPartito sodaista nazionale (Italia) Fasci Raliani del Lavoro (Mantova e Palermo) Avanguardia Nazionale (Roma) Fortezza Europa (Verona) Forza Nuova (Italia) In Europa aderisce alla "Alliance for peace and freedom" CasaPound (Italia) In Europa ha legami con Alba Dorata in Grecia e Jobbik in Ungheria Veneto Fronte Skinheads Le sigle più attive Forza Nuova Nata nel 1997, mentre i fondatori erano ancora latitanti per reati legati al terrorismo nero, si presenta alle elezioni sin dal 1999 e dal 2008 ha sedi in tutte le regioni CasaPound Italia Nata a Roma da un’occupazione, nel 2009 si struttura come movimento politico. Si presenta alle amministrative a partire dal 2011. II nome è ispirato al poeta Ezra Pound Lealtà Azione Emanazione italiana degli hammerskin antisemiti nati da un scissione del Ku Klux Klan, ha il suo zoccolo duro in Lombardia. II suo motto è "Vita est militia super terram" Veneto Fronte Skinheads Nasce a metà degli anni 80 nel (Vicenza) Vicentino. Storicamente vicino alla Fiamma tricolore, è tra i gruppi più violenti e organizzati con una storia di aggressioni di stampo razzista Skin4Skin (Milano) Hammerskin (Milano) Rivolta Nazionale (Roma) *** L’avanzata della galassia nera Repubblica Berizzi Paolo 74


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FRANCESCA PACI, LA STAMPA 

Poi, per carità, nessuno parla mai sul serio: si tratta sempre di spacconate come quella del professore dell’istituto nautico di Camogli costretto due mesi fa dagli studenti a esibirsi nel saluto romano e filmato per i voyeur della Rete, che passerebbero senza lasciare traccia se i soliti permalosissimi anti-fascisti non stessero lì a menarsela troppo. E però, a ripercorrere a ritroso questo 2017 di passione, l’evocazione del Ventennio in forma di citazioni casuali o simboli pertinenti appare trasversale ai contesti, tutt’altro che timida, certamente ricorrente. 
Quando a febbraio il Buongiorno de La Stampa rivelò che l’istituto Ronconi di Roma aveva organizzato un «Gran Ballo in Epoca Fascista» con musiche d’epoca e gerarchi stivaluti sugli inviti, s’invocò l’attenuante carnevalesca e su richiesta esplicita di molti genitori l’evento fu cancellato. 
Poi fu l’incontenibile frenesia primaverile che il 29 aprile fece fiorire il Campo 10 del cimitero Maggiore di Milano di un migliaio di braccia tese in memoria dei camerati Carlo Borsani, Enrico Pedenovi e Sergio Ramelli. Ragazzate, come oggi minimizza il leader leghista Matteo Salvini parlando dell’irruzione degli skinhead a Como e ironizzando sugli ultimi quindici giorni di isterico allarmismo antifascista. 
In realtà, si ha l’impressione che gli ultimi quindici giorni (dai toni indubbiamente elettorali) accompagnino un processo di sdoganamento dell’indicibile e del politicamente scorretto cominciato diverso tempo fa e culminato nel 2017 sull’onda lunga di uno zeitgeist virato a destra su scala globale.
Così, a inizio estate, siamo venuti a conoscenza di uno stabilimento balneare veneto chiamato Playa Punta Canna e accessoriato di cartelli con le foto di Mussolini, l’invocazione del regime contro i mali della democrazia, l’auspicio d’uno «sterminio dei tossici». Si era nel pieno della polemica sulla proposta di legge Fiano contro la propaganda del regime fascista e nazista (poi approvata). In quel caso però, i giudici di Venezia stabilirono che non si trattava di reato apologetico bensì di «un’articolazione del pensiero» del colorito gestore Gianni Scarpa, tornato sereno e riscattato alle sue «stravaganze». 
Lungi dal diradarsi i richiami al recupero del Duce si sono moltiplicati. C’è stato il tiro al bersaglio contro la presidente della Camera Laura Boldrini accusata di aver lanciato «una crociata» contro i monumenti fascisti ritenendoli offensivi nei confronti dei partigiani, la torta con la faccia glassata di Hitler esposta in bella mostra nella vetrina di una certa pasticceria di Maratea, il ritorno di Silvio Berlusconi nel salotto di Bruno Vespa con la confessione del motto da cui l’ex Cavaliere attinge sempiterno vigore: «Credere, obbedire, combattere».
Una normalizzazione, più o meno casuale, rispetto alla quale finiscono per fare quasi meno notizia le retrovie notoriamente reazionarie delle curve calcistiche, che comunque negli ultimi mesi hanno visto i tifosi laziali distribuire adesivi con Anna Frank in maglia giallorossa e il giocatore del 65 Futa festeggiare il proprio gol mostrando una t-shirt con lo stemma della Repubblica Sociale Italiana alla curva del Marzabotto, città marchiata dall’omonima strage nazista dell’autunno 1944.
Spacconate, per carità. Da ignorare anziché sbattere in prima pagina. Lo dicono anche i titolari della società non bolzanese «Mercatini di Bolzano srl» che, dopo aver vinto la gara per aggiudicarsi la kermesse in piazza «Natale coi fiocchi», hanno allestito a Torino banchetti e stand con il loro stemma, una M di Mussolini su fondo nero con quel Monumento alla Vittoria di Piacentini da sempre vessillo dei neofascisti altoatesini. Può darsi che sia tutto un grande scherzo, e allora però speriamo che duri poco.


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Su Roberto Spada che con una capocciata spacca il naso del giornalista Daniele Piervincenzi c’è persino un video, che mostra la scena da vicino, e poi continua a riprendere quando Spada tira fuori non si sa da dove uno sfollagente e con quello va dietro al giornalista e gli mena un fendente sulle spalle e poi non si capisce più bene quello che sta succedendo perché lo Spada ha preso a menare anche il cameraman Sergio Anselmi. Quando Anselmi riprende il controllo della videocamera, il primo piano del povero Piervincenzi mostra una faccia coperta di sangue e il naso fratturato, per il quale s’è dovuto operare d’urgenza ieri mattina. Il fatto è accaduto a Ostia lunedì pomeriggio, sulla soglia della palestra del medesimo Roberto Spada.   

• Ostia? Dove i fascisti di Casa Pound hanno preso il 9% e sembrerebbero determinanti per il ballottaggio tra le due finaliste, una grillina e una di centrodestra?
Proprio così. Non si capisce l’episodio di ieri e neanche la situazione di Ostia se non si chiarisce il profilo del clan Spada. Intanto, Ostia: una vera e propria città, stesa lungo il mare sporco di Roma, e abitata da 250 mila persone. Qui il clan degli Spada - che ha il suo quartier generale in un’area detta Nuova Ostia (siamo dalle parti in cui venne ammazzato Pasolini) - sta avendo la meglio sul clan perdente dei Baficchio-Galleoni. Baficchio, soprannome di Massimo Cardoni, venne gambizzato davanti a un supermercato di Nuova Ostia e i pm Ilaria Calò e Eugenio Albamonte, indagando, capirono presto che l’episodio andava inquadrato nella guerra per bande in corso nel quartiere. Non le rifaccio tutta la storia e salto alle conclusioni: un mese fa sette componenti del clan Spada sono stati condannati a mezzo secolo di galera per estorsione con metodo mafioso. Il clan degli Spada, comandato da Romoletto, cioè Carmine Spada (già in galera per dieci anni), ha la mano sugli appalti pubblici, fa razzia delle concessioni per gli stabilimenti balneari e soprattutto commercia nelle case popolari. Gli Spada tra il 2011 e il 2015 hanno sfrattato con la forza una quarantina di famiglie che abitavano nelle case popolari di Ostia per piazzarci gli amici loro o affittarle a caro prezzo. Resistere voleva dire rischiare la vita. Ma una coppia non se n’è data per vinta e li ha denunciati. Ed ecco le condanne di un mese fa, in un’aula piena di parenti Spada che, alla lettura della sentenza, hanno preso pericolosamente a brontolare. Ma giudici, pubblico e imputati erano protetti da una marea di carabinieri.   

• Che c’entra questa tipica storia da criminalità organizzata con le elezioni a Ostia di domenica scorsa?
Ostia è, tecnicamente, il X municipio di Roma. Il consiglio e la giunta erano stati sciolti per mafia e il municipio commissariato. Era un’epoca, il 2015, in cui il governo del quartiere era in mano al Pd: il presidente del municipio, Andrea Tassone, è stato condannato a cinque anni alla fine del processo noto come “Mafia capitale”. Domenica scorsa si è andati alle elezioni riparatrici e sono risultate prime due donne: la grillina Giuliana De Pillo, con poco più del 30 per cento dei consensi, e la candidata del centro-destra, Monica Picca, di Fratelli d’Italia, arrivata al 26,68.   

• Correva anche Casa Pound, e ha preso il 9%. Quasi quasi non si parla d’altro.
È la prima affermazione elettorale di questo movimento che s’ispira al grande poeta Ezra Pound e che nacque nel 2008 con la maschera di «associazione di promozione sociale». In realtà sono fascisti della peggior specie, sit-in davanti alle case occupate abusivamente dai loro amici per impedire gli sfratti, caccia all’immigrato sulle spiagge, botte ai rom che tentano di metter su qualche mercatino... Su Facebook, alla vigilia del voto di domenica scorsa, Roberto Spada, quello della testata al giornalista dell’altro giorno, ha pubblicamente annunciato che al momento del voto avrebbe sostenuto il candidato di Casa Pound, Luca Marsella. Marsella non ha vinto, ma il suo 9% a questo punto può essere decisivo nella finale tra le due signore candidate.   

• Arriviamo alla testata.
Niente, il giornalista Daniele Piervincenzi, per conto della trasmissione Nemo
, quella che va in onda su Rai2 e illustra i problemi con filmati d’autore, è andato a Ostia nella palestra di questo Roberto Spada a chiedergli se la famiglia avesse veramente appoggiato Casa Pound, se sperasse davvero che Casa Pound... Spada ha risposto, con strafottenza, «Io nun ciò speranze, nun me ne fotte un cazzo a me, nun me ne fotte niente...» e qui ha fatto partire la gran testata che ha spaccato il naso a quel nostro povero collega ed che è stata seguita dai colpi di sfollagente sferrati anche sul cameraman.   

• Come mai non sta in galera? Che sia in grado di reiterare il reato è palese.
Per la galera immediata ci vuole la flagranza e la flagranza è cosa diversa dal video. Se i magistrati giudicheranno la frattura del naso una lesione lieve, Spada se la caverà con una denuncia a piede libero. Il fermo di polizia scatterebbe se le lesioni fossero gravissime. Spada, sulla sua pagina Facebook, s’è giustificato dicendo che il giornalista gli rompeva le scatole da due ore e aveva spaventato la sua bambina (nel video si sente una bambina piangere, ma chi sa dove e chi sa perché). La maggior parte dei suoi interlocutori gli ha dato ragione. Qualcuno ha scritto: «Hai fatto bene, i giornalisti so’ ’nfami».