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 2017  dicembre 09 Sabato calendario

James Murdoch si allontana da papà Rupert

NEW YORK Fine dell’impero di Rupert Murdoch e della dinastia che l’ha governato attraversando scandali e tempeste politiche e finanziarie? È quello che si chiedono in tanti da quando, più di due settimane fa, si è diffusa la notizia di una trattativa avviata dal gruppo fondato dall’ormai 86enne tycoon australiano per cedere le attività cinematografiche della 21st Century Fox, molti canali televisivi come FX, Star TV India e, soprattutto, la britannica Sky Plc con le controllate in Italia e Germania. 
In apparenza una deflagrazione che sancisce la fine di una storia. Con James, il figlio che negli ultimi anni ha diretto il gruppo, pronto a lasciare l’azienda familiare, strappando il cordone ombelicale che l’ha tenuto legato al «padre padrone» Rupert dall’ingresso in azienda, 21 anni fa. In realtà quella che si prepara è una sorta di autodemolizione pilotata che consente alla famiglia di separare gli interessi e le aree di business in modo da porre fine ai contrasti tra padre e figli e di vendere – ora, quando ancora valgono molto – i business nei quali il gruppo Murdoch ben presto non sarà più in grado di competere. 
Century Fox, che tre anni fa non è riuscita a conquistare Time-Warner, è ormai un produttore cinematografico e televisivo troppo piccolo davanti ai colossi, compresi gli over the top di Internet ormai protagonisti anche sui teleschermi con Amazon e YouTube di Google. Basti pensare a Netflix che, da sola, investe 10 miliardi di dollari nella produzione di contenuti video.
Vendendo Century Fox (oggi il quarto studio cinematografico Usa col 12% del mercato), il vecchio Rupert potrà concentrarsi su ciò che lo appassiona di più: l’informazione (e l’influenza politica che ne deriva). Il gruppo NewsCorp continuerà, infatti, a controllare la holding dei giornali (dal Wall Street Journal al Times di Londra) e i canali televisivi all news come la Fox americana, oltre a quelli sportivi.
La vendita di molte attività alla Disney (ma è in corsa anche la Comcast) consentirà anche di porre fine ai dissidi che tormentano la famiglia. Qui la grande novità è l’uscita di scena di James Murdoch, pronto a seguire le società dell’entertainment che vengono vendute o a creare nuove attività con la parte di sua competenza dei 50-60 miliardi di dollari che i Murdoch ricaveranno dalla maxivendita.
James, il più giovane della famiglia, era emerso come il vero erede dell’impero quando Lachlan aveva lasciato la società paterna seguendo la moglie in Australia. Ora Lachlan è tornato ma ad amministrare il gruppo è rimasto James. Il padre, che formalmente si è ritirato nel perimetro dei giornali e dell’informazione in tv, non ha, però, mai lasciato davvero la guida del gruppo. Nel quale James, scandalizzato dalla rozzezza di Trump e di vedute progressiste almeno in campo ambientale e sui temi etici e dei diritti civili, si è sentito sempre più a disagio. In contrasto con le vedute politiche di Rupert e col sostegno offerto dagli anchor della Fox anche alle posizioni più estreme del presidente miliardario.
Meglio, allora, lasciare l’informazione al padre e a Lachlan, mantenendo un ruolo nelle attività cedute alla Disney. Sarà James il successore di Bob Iger, il capo della multinazionale di Topolino che aveva annunciato il ritiro per il 2019? Sembrava verosimile, ma la Fox ha condizionato l’accordo con Disney a una permanenza di Iger al vertice ben oltre il 2019. James farà altro o, semplicemente, non ha fretta: ha 22 anni meno di Iger.