La Stampa, 8 dicembre 2017
L’agente segreto del Risorgimento. Intrighi e amori di Costantino Nigra
Mia cara, attendimi domani sera. Verrò a condizione che tu ti faccia trovare senza niente… proprio nello stato in cui sei nata». La richiesta alla fascinosa contessa di Castiglione di presentarsi all’appuntamento senza veli, quale dio l’ha fatta, non proviene, come ci si aspetterebbe, da un uomo profondamente innamorato. Costantino Nigra, segretario fidato di Camillo Benso conte di Cavour non sdegnava la frequentazione sotto le lenzuola della «divina» ai cui piedi si gettavano i potenti. Però appariva alquanto distaccato nei confronti della nobildonna.
Si aggiungono così nuovi ma non irrilevanti dettagli alla vicenda di tradimenti, di amori e di ménages à trois (anche à quatre, si potrebbe dire) di cui fu protagonista la contessina e che fu orchestrata da Cavour per avere Napoleone III a fianco del Regno di Sardegna durante la seconda guerra di Indipendenza. A renderli noti è la biografia di Franca Porciani, Costantino Nigra. L’agente segreto del Risorgimento (Rubbettino, pp. 160, €15).
La scrittrice e giornalista con lettere e documenti ritrovati mette in evidenza il ruolo di Nigra a fianco di Napoleone III. Un ruolo che il diplomatico-scrittore nato nei dintorni di Torino, a Villa Castelnuovo, ottenne grazie all’intimo rapporto con la giovane aristocratica, al secolo Virginia Oldoini detta Nicchia. «Sono nove giorni che ho lasciato Torino: sono cominciati i pranzi ufficiali e i nostri stomaci sono posti a dura prova. Vi avverto che ho arruolato nelle file della diplomazia la contessa di *** invitandola a coqueter e a sedurre… l’imperatore»: così Cavour registra l’inizio delle danze politico-erotiche da lui ideate. Il conte aveva affidato a Nicchia la missione di far cadere tra le sue braccia Napoleone III per averlo come sostenitore della causa italiana.
Nigra fu incaricato di coadiuvarla nel sensuale arrembaggio. Il diplomatico e agente segreto, che quasi sicuramente aveva anche una liaison con Eugenia, consorte dell’imperatore, non si lasciò sfuggire l’occasione e per esercitare meglio la sua influenza diventò il suo compagno di letto: «Siete adorabile come sempre… Al primo momento di libertà verrò a bussare alla vostra porta».
Il politico dai baffoni ben curati faceva la spola fra le rive del Po e quelle della Senna e intanto la «divina» frequentava l’ambasciata di Torino in Francia, usando codici cifrati per mandare messaggi a Cavour. L’imperatore era ammaliato e Nigra invece poco coinvolto. Il 2 aprile 1857, però, si verificò un incidente: Napoleone III uscendo dalla casa di Nicchia fu aggredito da alcuni sicari al soldo, forse, della gelosissima Eugenia. Virginia fu accusata dalla polizia di aver ordito l’agguato. Dopo averla fatta liberare, Nigra, convinto che la fanciulla fosse un peso per il sovrano di Francia, la spinse ad allontanarsi da Parigi.
«Mi parlò come si parla ad una bambina di tre anni, con la bocca a due centimetri dalla mia e non mi baciò, no», ricorda Nicchia. Il diplomatico studioso di letteratura utilizzò lo spauracchio di Cavour che atterriva Virginia: «Disse che Cavour sarebbe venuto anche all’inferno per stritolarmi… e io vedevo non i suoi occhi, bensì quelli dell’altro, di Cavour… il solo uomo al mondo che mi abbia fatto paura». Con questo abile escamotage Nigra si conquistò la gratitudine di Napoleone III. Seducendo la seduttrice, divenne un politico di primo piano e si assicurò poltrone e gloria. Complice ancora una volta il gran genio di Cavour.