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 2017  dicembre 07 Giovedì calendario

Bitcoin, arriva il primo future e supera quota 13 mila dollari

Chicago spinge il Bitcoin all’ennesimo record, una nuova giornata di gloria per la criptovaluta, che ha superato quota 13.000 dollari in un mercato che ora vale oltre 210 miliardi di dollari. Con le dovute differenze la valuta virtuale vale più di Warren Buffet, ma anche più dell’economia della nuova Zelanda. Perfino Goldman Sachs e Ubs sono state ampiamente superate. Ma si tratta di pochi spiccioli se confrontati ai 1.500 miliardi di tutto l’oro conservato fuori dalle casseforti delle banche centrali. Numeri a parte, sembra che comunque le avvertenze non bastino. Non basta che Stephen Roach, ex di Morgan Stanley ora associato all’Università di Yale e uno degli economisti più influenti del momento, dica e ripeta che il Bitcoin è «un concetto tossico per gli investitori». Di più. Il Bitcoin è una «bolla speculativa pericolosa che va oltre ogni possibile immaginazione», per Roach, solo l’ultimo della lunga fila di scettici sul futuro della criptovaluta più popolare del momento. Eppure c’è chi pensa che la misteriosa valuta virtuale possa avere, prima o poi, un mercato legittimo e credibile quando entreranno in campo i grandi investitori internazionali finora rimasti a dovuta distanza. È proprio qui lo spartiacque. L’introduzione di future sul Bitcoin «ha il potenziale di elevare le criptovalute a una classe di asset emergenti», sostiene Nikolaos Panigirtzoglou, analista di JPMorgan, convinto che con un uso più diffuso il Bitcoin può diventare come l’oro in termini di affidabilità e modalità per parcheggiare ricchezza nel lungo termine. 
LA SCOMMESSA
E in effetti gli investitori istituzionali potrebbero decidere di scommettere sulla criptovaluta dopo le mosse di due colossi dei derivati di Chicago: CBOE e CME lanceranno i contratti future della criptovaluta rispettivamente il 10 e il 18 dicembre. Le due società si sono anche date battaglia sulle date. E anche il Nasdaq sta pensando di lanciare il suo future sul Bitcoin.
Intanto, però, la Commissione europea non sta a guardare. Sta ragionando sugli strumenti adatti per governare l’ascesa della criptovaluta: dalla creazione di un’infrastruttura europea della blockchain al rafforzamento della direttiva sull’antiriciclaggio, includendo gli scambi in valute virtuali. Il 2018 potrebbe essere l’anno chiave: su questo percorso il primo appuntamento sarà il 19 gennaio quando scadrà il bando da 250mila euro per commissionare uno studio di fattibilità per un’infrastruttura europea e il perimetro dei servizi annessi. A Bruxelles non si nasconde una certa preoccupazione per la parabola della criptovaluta altamente speculativa: difficile parlare di valuta, si dice, per uno strumento non garantito da alcun paese, né emesso da una banca centrale. Senza contare il rischio di un uso per scopi illeciti.