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 2017  dicembre 07 Giovedì calendario

Omicidio Scieri: «Fu nonnismo e non un suicidio»

La morte di un giovane parà in caserma, causata da un’aggressione avvenuta in un ambiente dominato dal nonnismo, è stata spacciata per suicidio e le vere responsabilità sono state coperte per anni dalla catena di comando della brigata Folgore. Questa la conclusione cui è giunta la Commissione parlamentare d’inchiesta su Emanuele Scieri, militare siracusano trovato cadavere il 17 agosto 1999, ai piedi di una scaletta della caserma Gamerra di Pisa, dove “avvenivano gravi atti di violenza, non riconducibili a semplice goliardia”. Scieri ha già 27 anni, una laurea e svolge pratica legale quando viene richiamato sotto le armi nel luglio del 1999. Finito il Car a Firenze, il giovane è trasferito su un pullman verso la Gamerra con altri commilitoni il 13 agosto. Emanuele sistema i bagagli in camerata e, insieme ad altri, esce per una passeggiata nel centro di Pisa. Rientra in caserma alle 22.15, ma al contrappello delle 23.45 non risponde. Nonostante diversi colleghi riferiscano che è tornato in caserma, Scieri viene dato per non rientrato. Ma è già morto. Il cadavere resta ai piedi della scala della torre di asciugatura dei paracadute – posto frequentato dagli “anziani” della caserma – per tre giorni. Solo il 17 viene ritrovato.