la Repubblica, 7 dicembre 2017
«Basta machismo». A Scotland Yard esordio di una donna
LONDRA, REGNO UNITO «Metà dei detective della nostra squadra omicidi sono donne». I tempi cambiano, anche per Scotland Yard. Se c’è un ambiente che trasuda machismo, perlomeno nell’immaginario creato da romanzi e cinema, è la polizia. Ma adesso la polizia più famosa del mondo è guidata per la prima volta da una donna: Cressida Dick (nella foto), 57 anni, trentatré dei quali passati in uniforme, da “bobbie” che fa la ronda nelle strade fino a capo supremo di un’organizzazione con 40 mila agenti. Piccola, minuta come uno scricciolo, ma chiaramente con un carattere di ferro, oltre che figlia di due docenti di Oxford e lei stessa laureata a Cambridge, è entrata nell’incarico in aprile, avendo come battesimo del fuoco quattro attentati più il rogo della Grenfell Tower. Nel giorno in cui incontra un gruppo di giornalisti stranieri, i servizi di sicurezza rivelano di avere sventato un attentato per assassinare il primo ministro Theresa May e un altro contro la scuola del principino George, il primogenito di William e Kate. «È un lavoro difficile ma è il lavoro che ho sempre sognato», dice lei. «E i talenti di cui abbiamo bisogno per mantenere sicura questa grande città vanno cercati senza differenziazioni di sesso o d’altro genere».
Ci sono anche altre novità nella New Scotland Yard, come si chiama ora, a parte una nuova moderna sede in riva al Tamigi. «I metodi che usiamo», spiega la Commissioner Dick. «La nostra squadra scientifica è stata un pioniere nell’uso del Dna nelle indagini. Oggi siamo pionieri nell’analisi scientifica dei dati e degli strumenti digitali. Poi la trasparenza: tutti i nostri 22 mila agenti che hanno contatto con il pubblico indossano microvideocamere, utili nelle indagini e fondamentali se ci sono proteste contro il comportamento della polizia.
Infine, ma è il cambiamento più importante, la diversificazione: il 30 per cento dei nostri agenti appartengono a minoranze etniche. E metà dei detective della squadra omicidi sono donne».
È stato difficile, per una donna, diventare capo di Scotland Yard?
«Mi faccia una domanda sul terrorismo, è più facile rispondere! Scherzi a parte, non è stato semplice. La polizia era per tradizione un ambiente fortemente maschilista. Oggi è molto differente. Quando ero vice-capo, prima del mio attuale incarico, i miei due vice erano entrambi donne e nessuno si meravigliava che ci fossero tre donne fra i quattro più alti gradi di Scotland Yard». Lei non si sente un simbolo, «ma come i leader di ogni grande organizzazione sento la responsabilità di eliminare ogni barriera di sesso, di razza o di qualunque genere tra le nostre forze. Scotland Yard deve essere una polizia globale per la città più globale del pianeta. Solo così possiamo trovare i talenti di cui abbiamo bisogno per mantenere Londra sicura». E Londra e la Gran Bretagna sono sicure?
«Cinque attentati riusciti nel 2017 e nove sventati, compreso quello contro il primo ministro, segnalano indubbiamente una svolta, una maggiore intensità della minaccia terroristica. Ci sono 600 indagini in corso in tutto il paese per tenere sotto controllo tremila persone».–