Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  dicembre 06 Mercoledì calendario

Banche, duello sull’audizione di Ghizzoni

ROMA La fine della legislatura di avvicina, la campagna elettorale monta, la commissione d’inchiesta sulle banche ne fa le spese. Il clima di collaborazione tra maggioranza e opposizione non tiene più e anche un consumato doroteo come il presidente Pierferdinando Casini fatica a mediare. Così, ieri mentre era riunito l’ufficio di presidenza della commission per discutere le prossime convocazioni, fuori palazzo San Macuto è andato in scena il sit in dei grillini a sostegno della richiesta di audizione dell’ex amministratore delegato di UniCredit, Federico Ghizzoni, «che può dirci la verità sul caso Boschi-Etruria», dice il M5S. Al manager, infatti, i grillini vogliono chiedere se sia vero quanto ha scritto l’ex direttore del Corriere, Ferruccio de Bortoli, nel suo libro «Poteri forti (o quasi)» circa la richiesta dell’allora ministra Maria Elena Boschi a Ghizzoni di valutare l’acquisizione di Banca Etruria (che aveva come vicepresidente il padre della stessa Boschi, Pierluigi). Circostanza negata dall’attuale sottosegretaria alla presidenza che ha anche citato de Bortoli in sede civile per danni. 

Azione «in cui le udienze non sono pubbliche – ha osservato de Bortoli in tv a Carta Bianca —. Non so le ragioni della scelta della sottosegretaria, è un suo diritto, so che una querela avrebbe portato a una verifica dei fatti molto più veloce». «Mi stupisce – ha aggiunto – che il Pd si opponga all’audizione di Ghizzoni, che in questi sette mesi non mi ha smentito». Secondo de Bortoli, che ha accusato Boschi di fake news perché «Etruria non è stata commissariata dal governo ma dalla Banca d’Italia», «è inquietante che il Pd stia impostando la campagna elettorale cercando di delegittimare i controllori». 
Il caso Boschi non è l’unico a dividere. Così, alla fine di una burrascosa riunione, l’ufficio di presidenza ha confermato un primo pacchetto di audizioni rinviando a stasera la decisione su quelle oggetto di scontro: oltre Ghizzoni, Mario Draghi (Bce), Gianni Zonin (Popolare di Vicenza), Vincenzo Consoli (Veneto Banca) e altre. Per ora il calendario delle audizioni importanti è questo: giovedì 14 il presidente della Consob, Giuseppe Vegas; il 15 Ignazio Visco, governatore di Bankitalia; il 18 il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Resta libero solo mercoledì 13, dove potrebbero essere sentiti, ma non c’è ancora una decisione, uno o più nomi proposti dal vicepresidente Renato Brunetta, tra i quali l’ad di Deutsche Bank, la direttrice del debito, Maria Cannata, l’ex ministro Vittorio Grilli. 
Per l’ultimo pacchetto di audizioni che dovrebbero essere decise stasera restano 7 giorni liberi fino al 31 dicembre, togliendo sabati, domeniche, Natale e Santo Stefano, mentre, visionando le richieste dei gruppi, «si dovrebbero audire 25 persone» osserva l’altro vicepresidente, Mauro Maria Marino. Bisogna quindi trovare un accordo sulla conclusio
ne dei lavori, che coinciderà con lo scioglimento delle Camere, tra fine di dicembre e i primi di gennaio. I 5 Stelle insistono su Ghizzoni e Draghi. Brunetta sul «complotto» che nel 2001 avrebbe fatto cadere Berlusconi. Battista accusa Brunetta di fare il «morbido». Brunetta replica: «Non capisci». Conclusione: i lavori finiranno con diverse relazioni (almeno tre) di maggioranza e di opposizione. Ciascuna con la sua verità.