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 2017  dicembre 06 Mercoledì calendario

L’ennesimo ritorno di Giuseppe Rossi

Gli occhi di Giuseppe Rossi guardano lontano, mentre il suo sorriso spazza via tutti i dubbi. E pazienza se il suo tesseramento rischia di slittare. Genoa e Celta Vigo, infatti, danno una diversa interpretazione alle regole sui trasferimenti: per gli spagnoli Rossi potrà diventare rossoblù solo a partire dal 3 gennaio. Per i liguri, invece, il suo contratto, concordato e firmato, dovrebbe essere valido immediatamente. Resta in ballo, così, ancora per qualche giorno il passaporto sportivo del centravanti. Non il suo futuro al Grifone, però, sancito ieri da alcune centinaia di tifosi corsi a salutarlo allo store rossoblù, dopo che tantissimi, da tutta Italia, avevano esultato per il suo ritorno. «Scegliere il Genoa – spiega Pepito – è stato semplice: è una società ricca di storia, i dirigenti mi hanno detto quello che volevo sentirmi dire. Eppoi qui ci sono tifosi caldi e la possibilità di giocare davanti a loro a Marassi. In pochi giorni abbiamo fatto tutto».
Lei si sentirebbe pronto a giocare in breve tempo?
«Certo. Io sto bene, ormai ho imparato a conoscermi. Nei momenti difficili vedi davvero quello che sei, la tua forza interiore aumenta. Ho ancora più voglia di inseguire i miei traguardi e non smetterò fino a quando non saro riuscito a raggiungerli. Naturalmente mi manca il ritmo, che devo ritrovare allenandomi con la squadra e giocando. Io in realtà sono pronto da tempo, solo che mi sono dovuto allenare da solo, su campi in sintetico, ho fatto i tiri in una porta senza portiere. Senza una squadra tutto è difficile. Ora sono sicuro di poter tornare al top».
Ha mai pensato di smettere?
«Neppure per un momento, mai, mai»
Non si arrende alla sfortuna?
«Non credo alla sfortuna. Le cose succedono e basta. La partita precedente a quella dell’ultimo infortunio, con il Celta, ho segnato tre gol. Stavo benissimo. Eppure...»
Vorrebbe essere già in campo il 17 dicembre con la Fiorentina?
«Magari. vediamo come si risolve il problema di tesseramento».
A Firenze parlano ancora della sua tripletta alla juventus.
«Lì ho lasciato un pezzo della mia vita, per me è una seconda casa. Non ho rimpianti, semmai bellissimi ricordi. Visto che non avremo vacanze, andrò a Firenze per il Natale»
Quali sono i suoi obiettivi?
«Giocare prima di tutto, poi essere in campo nel derby e, se possibile, essere decisivo. Noi calciatori esistiamo per trasmettere emozioni e vedercele restituire dal pubblico». 
A trent’anni pensa ancora alla nazionale?
«Il sogno è sempre lì. Purtroppo l’Italia non parteciperà ai Mondiali, ma ha scritto la storia e tornerà a farlo».
Che Genoa ha trovato?
«Ballardini mi ha allenato nella Primavera del Parma, con il suo vice Regno abbiamo vinto negli Allievi. Loro non sono cambiati. Perin è un grande portiere e un amico, ricordo il messaggio che mi ha mandato dopo l’infortunio. La squadra è equilibrata, peccato che abbiamo solo 13 punti, ma il campionato è lungo».