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 2017  dicembre 06 Mercoledì calendario

Il DNA è mio e me lo gestisco io. Intervista al biochimico Josiah Zayner

«Sì, in effetti sono un biohacker!».
Josiah Zayner ha lavorato alla Nasa per trasformare Marte in un pianeta abitabile e adesso pensa che non sia lontano il momento in cui saranno gli umani a trasformare se stessi, cambiando il proprio organismo a partire dal libretto di istruzioni della vita, il Dna.
Laureato in biochimica all’università di Chicago e fondatore della società «The Odin», specializzata in kit genetici, a 36 anni è il primo essere umano a essersi «editato» da solo il Genoma, utilizzando la rivoluzionaria tecnica Crispr-Cas9. A dispetto della quasi impronunciabile sigla, si tratta di un sofisticato taglia-e-cuci biologico, con cui diventa possibile modificare singoli geni e introdurne di nuovi, alterando anche intere sequenze. Dai batteri fino agli umani, con una precisione pari soltanto alla facilità di intervento.
Lei si è sottoposto a un test fai-da-te, al di fuori di ogni controllo, bruciando sui tempi una cura sperimentale, annunciata tre settimane fa, per curare un paziente colpito da una rara malattia, la sindrome di Hunter: è questa indipendenza pionieristica che la spinge a definirsi un hacker biologico?
«Sono un biohacker perché gli scienziati tradizionali lavorano nelle università o nelle aziende, mentre io sono uno scienziato indipendente, al di fuori di tutte queste realtà: non mi preoccupo di pubblicare studi o di cercare dei “grant”».
Così libero da essere diventato cavia di se stesso: lei si è manipolato il gene della miostatina, quello che limita la crescita muscolare, per diventare un superman. È così?
«Con Crispr si ingegnerizza il Dna, all’interno di se stessi. Io, in effetti, l’ho usata su di me: il modo migliore è ricorrere a una serie di composti chimici e poi iniettarsi la soluzione. Nei muscoli oppure nei tessuti».
Al momento ne ha fatta una sola?
«Sì, una iniezione».
Ne prevede altre?
«In realtà, qui negli Usa, è stata appena approvata una normativa della Fda, la Food&Drug Administration, secondo la quale è diventato illegale editare il proprio genoma. Mi sembra una decisione un po’ folle. Sto cercando di capire se farmi altre iniezioni o se seguire procedure diverse per bypassare il divieto».
Una proibizione su misura proprio per lei?
«Già... non riesco a immaginare un’altra ragione!».
Diventerà più muscoloso?
«Voglio aumentare la crescita muscolare, intervenendo su uno specifico gene. Sono stati fatti esperimenti simili sugli animali e si è visto che nello spazio di quattro mesi si è verificata una crescita nelle aree delle iniezioni».
E nel suo caso? Ci sono già dei risultati visibili?
«Tengo sotto controllo le dimensioni dei miei muscoli, ma, a un mese e mezzo dall’iniezione, è presto per vedere effetti significativi».
Nessun effetto collaterale?
«No, nessuno. A parte il fatto che, beh..., io sono un po’ matto».
Vuole incarnare lo stereotipo dello scienziato pazzo?
«Sì, a volte bisogna spingersi oltre i confini conosciuti».
E ora con la società «The Odin», aperta a Oakland, in California, lei offre il suo sogno di metamorfosi genetiche a tutti: non teme di mettere a rischio la vita di qualche incosciente?
«Noi vendiamo kit di ingegnerizzazione genetica per molti tipi di organismi e si tratta di prodotti e procedure considerati tuttora legali».
Si riferisce ai vostri kit per modificare microbi e lieviti?
«Sì. La tecnologia Crispr è così nuova che vogliamo spingere le persone a capirla e a sfruttarla. Devono testarla nella vita quotidiana e rendersi conto che non si tratta di una realtà destinata unicamente alle grandi società».
Che cosa si può fare con i kit?
«Per esempio creare un pane con un profumo unico, magari come se fosse una pesca. Oppure inventarsi una birra con un sapore mai provato da nessuno».
Bisogna avere una laurea in biologia per traguardi del genere o sono alla portata di chiunque?
«Ci sono tanti esempi da seguire e basta seguire, passo dopo passo, le guide che inviamo: così si impara, anche se si ha zero esperienza».
Super-pane e super-birra sono opzioni divertenti, ma le altre possibilità? Di sicuro molti vostri clienti coltivano desideri decisamente più proibiti.
«Le possibilità sono potenzialmente illimitate, nel mondo naturale, ma prima bisogna imparare. I nostri kit permettono esperimenti basici, dai quali poi evolvere».
E se qualcuno si mette in testa di puntare più in alto e modificare il Dna del proprio pesciolino rosso o del proprio gatto?
«È possibile, ma sono convinto che esperimenti simili non dovrebbero essere fatti. Probabilmente sono illegali».
E il passo successivo e inevitabile? Crede che chiunque avrà il diritto di modificarsi il Genoma, secondo i propri desideri, come se si trattasse di una forma avanzata di chirurgia plastica?
«Sì, certo. Il punto è che i geni provengono dai nostri genitori e che non c’è scelta. E, allora, immaginiamo di avere questa possibilità, quando si diventa maggiorenni: poter decidere le caratteristiche del proprio corpo. Wow! Ecco una tecnologia potente e con molti benefici per la società, a dispetto di ogni proibizione».
Nessun problema etico?
«Direi di no. Ognuno può pensare di cambiarsi il colore della pelle o di alterarsi l’altezza e non importa se io sono d’accordo o no. Avverrà tutto comunque, dato che Crispr è economico e semplice. Come potremo mai fermare le persone? Il punto, piuttosto, è educare gli individui e la mia società ha anche questo obiettivo: fare in modo che sappiano che cos’è la manipolazione genetica».
Chi sono i suoi clienti?
«Giovani e anziani e anche una nonna di 75 anni, che mi ha scritto di aver sempre sognato di giocare con i geni. E poi studenti, insegnanti e professori universitari. Abbiamo già venduto 10 mila kit».