la Repubblica, 6 dicembre 2017
Tim compra gli show Mediaset Vivendi. La tregua con il Biscione
Milano Dopo un consiglio di amministrazione durato otto ore, Telecom ha approvato – con le riserve di alcuni indipendenti – un possibile accordo per comprare i contenuti di Mediaset. Oltre al budget 2018, sono state illustrate le linee guida del nuovo piano industriale che sarà presentato il 6 marzo e una ricognizione della rete, che potrebbe essere separata dall’attività commerciale. Ma solo se l’operazione fosse «necessaria» e servisse «a creare valore», e senza che sia stata presa alcuna decisione in merito.
Il punto più contestato è stato il via libera all’acquisto dei contenuti Mediaset attraverso Tim, e non attraverso la joint venture Timvision che era stata approvata con la procedura snella e non quella rafforzata delle parti correlate. I sindaci, in passato, avevano contestato la joint venture e anche la Consob aveva acceso un faro: quindi, per evitare problemi, i contenuti li comprerà Telecom, e non l’alleanza che era nata apposta insieme al socio di minoranza Canal+ (padrone al 40% di Timvision), che a sua volta fa capo all’azionista di maggioranza relativa Vivendi ( ha il 23,9% del gruppo di tlc). Fatto sta che alcuni consiglieri indipendenti hanno votato contro l’acquisto di contenuti Mediaset e la joint venture con Canal+ e qualcun altro si è astenuto. Ma le delibere sono comunque state approvate, anche se Vivendi ha un conflitto di interesse sulla questione. Il gruppo guidato da Arnaud de Puyfontaine, che è anche presidente esecutivo di Telecom, è da un parte il primo azionista di Telecom e dall’altra il secondo socio di Mediaset ( con il 28,8%), dopo la famiglia Berlusconi (39,5%). In pratica, Vivendi sta usando le risorse di Telecom per sistemare un’altra partita: il contenzioso aperto con Mediaset per il mancato acquisto di Premium. La questione non solo è palese, ma è confermata dalla coincidenza delle tempistiche: Telecom, probabilmente, firmerà l’accordo per acquistare i contenuti di Mediaset giusto un secondo prima che Vivendi firmi un accordo tombale con i Berlusconi. E in proposito i tempi sono stretti, anche perché Tim ha già detto che rileverà i diritti per il girone di ritorno delle partite della Serie A e gli ottavi di finali della Champions League da Premium, pay tv del gruppo Mediaset. Non a caso fonti vicine alla trattativa confermano che le distanze tra Cologno Monzese e Parigi si stanno accorciando. Il condizionale è d’obbligo, perché tante volte si è sventolata la bandiera bianca per poi tornare ad armare i cannoni; ma in queste ore gli avvocati di Mediaset e Vivendi si sarebbero accordati su una cifra di risarcimento, che i francesi accettano di corrispondere agli italiani per non aver rispettato il contratto del 2016 in cui si impegnavano ad acquistare Premium, valutandola 760 milioni. Fonti vicine all’operazione sostengono che parte del risarcimento potrebbe essere pagato in azioni, per alleggerire Vivendi di quel 18,8% del capitale che l’Agcom ha congelato. Mediaset, che possiede il 3,8% di azioni proprie, è stata autorizzata a ricomprare fino al 10% del capitale, quindi può ricevere da Vivendi un pagamento in natura fino al 6,2% del capitale. I dettagli saranno definiti nei prossimi giorni: l’obiettivo è quello di firmare un accordo entro l’udienza del 19 dicembre. Prima di allora, l’assemblea di Mediaset del 15 dicembre avrà blindato la governance di Cologno: inizialmente era stata convocata per modificare lo statuto in chiave anti Vivendi, ma ora la riforma potrebbe servire a riformulare la composizione del consiglio facendo spazio ai francesi, grazie all’introduzione della lista dei manager.