Corriere della Sera, 6 dicembre 2017
«Caffè e olio con il marchio Riina». Un caso l’annuncio online della figlia
«Pure ‘n carcere ‘o sanno fa’», cantava Fabrizio De André nella canzone Don Raffaè pa rlando del caffè. Si potrebbe aggiungere anche agli arresti domiciliari, quelli che sta scontando da qualche giorno a San Pancrazio Salentino (nel Brindisino, dove risiede da anni), per una truffa del 2009 in Sicilia, il genero di Totò Riina, Antonino Ciavarello. Che insieme alla moglie Maria Concetta – figlia del boss morto lo scorso 17 novembre – ha avuto un’idea imprenditoriale: il lancio di una linea di prodotti a marchio «Zù Totò» a partire proprio dalle cialde di caffè da vendere online. Da un web-shop che però ieri pomeriggio, dopo che la notizia si era diffusa sulla Rete, è stato bloccato.
L’operazione è partita nei giorni scorsi sul profilo Facebook del genero di Riina, con un post successivamente rimosso: «Se facciamo produrre le cialde di caffè “Zù Totò”, lo comprate?». Una sorta di indagine di mercato che ha suscitato numerose risposte affermative che hanno incoraggiato l’impresa. Tanto da indurre i due coniugi ad avviare una sorta di crowdfounding (ricerca di fondi online) sul web-shop adesso chiuso in cui si leggeva: «Vogliamo commercializzare alcuni prodotti a marchio “Zù Totò”: iniziamo con le cialde di caffè, facciamo questa prevendita per raccogliere ordini e capitali che servono per avviarci, visto che ci hanno sequestrato tutto senza motivo. Ci rifaremo se ci aiutate. Grazie in anticipo della fiducia, attendiamo numerosi i vostri ordini e poi, il tempo di costituire nuova ditta e vi spediremo quanto pre-ordinato».
Il riferimento è al sequestro di beni disposto dalla Dda di Palermo la scorsa estate perché ritenuti parte del tesoro di Totò Riina. «L’invidia è più pericolosa e uccide più del cancro», recita l’ultimo post su Facebook di Ciavarello – prima degli arresti domiciliari scattati lo scorso 30 novembre – che si sente perseguitato da tutto e tutti dal 25 aprile del 1994, giorno del fidanzamento con la figlia del boss dei boss. La quale, sempre su Facebook, ha chiosato così, in siciliano, la vicenda: «Per chi un ci cala abbiamo anche olio extravergine d’oliva d’annata così su fanno scinniri!», post che può essere interpretato sia come il lancio di un secondo prodotto, sia come un «se la cosa non vi scende aiutatevi con l’olio». Quindi il saluto al marito: «Antonino, i fa parrari siempri!». Vero: Antonino fa parlare di sé. Ma sempre a causa di quel fidanzamento.