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 2017  dicembre 05 Martedì calendario

La vita di Rosberg dopo la F.1. Intervista

elegantissimo, la pochette nel taschino, abbronzato, Nico Rosberg era a Hong Kong per la Formula E. «Mi interessa. Ci credo molto perché è la tecnologia del futuro, una tecnologia che vedremo sulle nostre auto. E poi perché sono entrati e entreranno costruttori come Audi, Bmw, Mercedes, Porsche: ma avete idea di che razza di spettacolo sarà?». Il suo ruolo è di testimonial di Hugo Boss, a intermittenza suo sponsor fin dal 2002 in Formula Bmw. 
Non è che la vedremo in macchina, in Formula E?
«No, per ora no. Per ora guardo, poi c’è Mercedes che torna tra due anni…»
Appunto. Le parole chiave quindi sono “per ora”…
«Per ora guardo».
Come è stato questo 2017 senza gare?
«Ho capito di aver fatto la scelta giusta. Me lo sono goduto. Cominciare una nuova vita al top ti dà una forza positiva incredibile. La mia vita è migliorata, sono soddisfatto della carriera e ho tanta spinta per ripartire».
Ci sono stati momenti di difficoltà o di nostalgia?
«Difficoltà certo: è stato un cambiamento totale, come dover imparare di nuovo a vivere. Prima era tutto basato su una sola cosa: “Come faccio a vincere la prossima gara?”. Per vent’anni. All’improvviso ho avuto davanti una pagina bianca, senza nessuna idea...»
Davanti ai GP in tv non le è mai venuto da dire: vorrei essere lì?
«No, per niente. Sono molto contento così. Nessuna nostalgia: quello che dovevo fare l’ho fatto. Tutto»
Come sono le sue attività ora?
«Famiglia, testimonial, manager (di Robert Kubica, n.d.r.) e mi occupo di investimenti, soprattutto su start up nell’ambito della mobilità».
Complimento migliore per la scelta di ritirarsi dopo il titolo?
«Conta più la quantità della qualità: sono stati tantissimi i messaggi di chi era dalla mia parte. Tantissime persone mi hanno detto di essersi messe a ragionare sulla loro vita: di aver preso in considerazione il cambiamento».
La critica peggiore?
«Di Niki Lauda. Ma quando lui si è ritirato, nel 1979, era più giovane di me. Quindi non so se può criticarmi».
Ma poi è tornato… 
«Sì, ma scherzo. Continuiamo a sentirci tranquillamente».
Chi sente del paddock?
«La gente della Mercedes»
«Il ritiro», sarebbe un bel titolo per un racconto: ha pensato di scriverlo?
«Un giorno lo farò. Deve passare ancora un po’ di tempo. Non solo ci ho già pensato, ho anche già iniziato».
Come è stata la F.1 del 2017?
«Bellissima. La Ferrari ha fatto una grande lotta. È dispiaciuto che siano calati, ma è anche normale: la Mercedes ha alzato tanto il livello per tutto l’anno. Il che per la Ferrari è un pericolo per il 2018: la Mercedes ha finito molto in crescendo. E io so quanto sono bravi».
Toto Wolff ha fatto capire che Lewis Hamilton quest’anno è stato al top perché senza di lei era più sereno
«Eh, ci credo: non c’era lotta interna. Nel 2016 eravamo su un livello stratosferico, tutti e due. Ci spingevamo a vicenda». 
Kubica ce la farà? Lo rivedremo in Formula 1?
«Non ci sono novità. Ma la decisione arriverà a breve. Non sarei con lui se non ci credessi, ma non voglio sbilanciarmi».
Come vi parlate?
«In italiano»
Come fa a parlare così bene tante lingue (tedesco, inglese, francese, spagnolo e italiano): le studia?
«No, per la verità. Crescere a Montecarlo ti permette di parlare lingue diverse ogni giorno. Poi non mi vergogno: io mi butto. Ma forse è vero che devo avere un po’ un dono naturale. L’italiano è quello che mi riesce più facile. Anzi: vorrei venire ospite a uno show in Italia per parlarlo un po’. Non si può fare un appello?»
Senz’altro. Ha altri talenti così?
«Tanti. No, scherzo. Beh, so fare il giocoliere con tre palle in equilibrio sul monociclo. Dev’esserci un video su Youtube (su Google si trova una foto; n.d.r.)».
Dopo il ritiro disse che finalmente avrebbe potuto sciare e imparare a suonare la chitarra. Come sta andando?
«Con lo sci ancora nulla, andremo per la prima volta nelle prossime settimane.Con la chitarra avevo cominciato nel 2016, ma ho avuto la tendinite. Per ora non avuto ancora tempo, però ce la devo fare, cavolo». 
Che tipo di musica le piace?
«Ed Sheeran, Coldplay, quel genere lì. Mi piacciono molto anche i The Chainsmokers».