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 2017  dicembre 05 Martedì calendario

Camilla Mazzi, 19 anni, torinese: «Ho il cuore romantico. Danzare al Mariinskij è l’inizio di un sogno»

Ogni mattina Camilla Mazzi esce di casa e attraversa il Ponte dei leoni, là dove San Pietroburgo, già bianca di neve, è più appartata e magica. Poi imbocca via dei Decabristi, in quattro passi è sulla piazza del Teatro e si infila nell’ingresso artisti del Teatro Mariinskij. Da tre mesi Camilla, 19 anni, torinese, fa parte del balletto dello storico teatro. Ha già danzato parti da solista e sarà in scena a Torino quando la compagnia presenterà al Regio Il lago dei cigni dal 13 al 19 dicembre.
Un talento riconosciuto ai massimi livelli: quando era ancora allieva all’Accademia del Bolshoi di Mosca si sono fatti avanti, offrendole un ingaggio, sia Machar Vaziev, direttore del ballo del Bolshoi, sia Juri Fateev, del Mariinskij. Bellezza e bravura rare scovata dalla sua maestra torinese Oxana Kichenko.
Perché San Pietroburgo?
«È una grande opportunità di crescita tecnica e artistica. Poi al Mariinskij hanno ballato le più grandi ballerine italiane di fine 800, Pierina Legnani, Carlotta Brianza. La scuola russa deve molto a quella italiana, Enrico Cecchetti ha insegnato all’Accademia imperiale di Pietroburgo».
Non si può dire che non sia preparata in storia del balletto.
«A Mosca ci facevano seguire corsi di storia, di cultura, non solo danza. Ho imparato molto. Per esempio ad amare gli scrittori russi dell’800».
Il preferito?
«Il Dostoevskij di Delitto e castigo. Ma amo anche Anna Karenina di Tolstoj».
Danzare nella compagnia del Mariinskij è un sogno realizzato. A chi va la sua riconoscenza?
«Diciamo che è l’inizio di un sogno, c’è ancora tanta strada da fare. Devo molto alla mia maestra Oxana Kichenko. È stata lei a indirizzarmi all’Accademia di Mosca, dove si era diplomata. La mia famiglia è il mio punto di riferimento più grande; senza, non avrei potuto continuare».
Le manca?
«Soprattutto mi mancava quando ero in Accademia a Mosca dove sono rimasta dai 16 ai 18 anni. Allora abitavo nel collegio della scuola».
Lei è da tre mesi in compagnia al Mariinskij e ha già fatto parti soliste. Che cosa in particolare?
«La Bambola nel primo atto dello Schiaccianoci, nella versione di Vajnonen, ho fatto Estrella in Carnaval di Fokin, un duo dalla Fontana di Bachcisaraj, un balletto sovietico ispirato a Puskin. E ancora un duo dalle danze dell’opera Ruslan e Ljudmila di Glinka».
A Torino nel «Lago» che cosa danzerà?
«La danza napoletana dal divertissement per le prime serate, poi sto lavorando al passo a tre dal primo atto, per il 17».
Con chi studia le parti solistiche?
«Ho la fortuna di lavorare con Margarita Kulik che è stata allieva della Dudinskaja. È lei il mio “repetitor” come dicono qui. Non tutti hanno un insegnante fisso».
Vuol dire che credono in lei. La sua giornata tipo a che ora comincia?
«Alle 9,45 sono in teatro per la classe che inizia alle 11. Poi ci sono le prove del corpo di ballo sino alle tre. Quindi se devo imparare una parte nuova ancora prove per i solisti. Alla sera si va in scena in media tre volte alla settimana. Ma spesso si balla anche cinque volte. Il Mariinskij ha un repertorio enorme».
Che tipo di ballerina vuole diventare: lirica, brillante?
«Ho di più il cuore romantico, sono portata per quel tipo di balletti lì, in generale lirici. Al concorso ho ballato il passo a due dalla Bella Addormentata, uno dei miei sogni sarebbe danzare l’intero balletto. Chopiniana (Les Sylphides in Occidente, ndr) e tutti i titoli romantici e lirici sono i miei preferiti».
Le pesa il clima nordico di Pietroburgo?
«No, anche se verso le tre è già buio. A luglio, invece, durante il periodo di prova, con le notti bianche riuscivo a dormire soltanto con una mascherina sugli occhi».