La Stampa, 5 dicembre 2017
Carige sceglie Chenavari per la vendita di Creditis
Giornate decisive per Banca Carige. Domani termina l’aumento di capitale da 560 milioni, ma già oggi si chiude l’accordo con il Credito Fondiario per la cessione degli Npl, mentre parte il negoziato in esclusiva con Chenavari per la vendita della società di credito al consumo Creditis. Ma soprattutto Carige va riscoprendo la fiducia che le viene accordata da migliaia di piccoli azionisti. L’azionariato retail della banca avrebbe già sottoscritto oltre 100 milioni di aumento di capitale.
Una cifra inattesa, che in parte smentisce le previsioni di chi diceva che i “piccoli” stessero abbandonando la nave. Gli oltre 100 milioni sottoscritti dai “piccoli” permettono a Carige di guardare alla scadenza di domani con relativa serenità. L’aumento di capitale vale 560 milioni, di cui 60 riservati ai detentori di obbligazioni: Intesa Vita, Generali e Unipol si sono impegnate a convertire 40 milioni di bond in azioni.
Riguardo ai 500 milioni cash, si sa che gli azionisti stabili faranno la loro parte con circa 300 milioni: aderiscono Malacalza Investimenti con il 17,6% (è stata presentata istanza alla vigilanza per salire al 28,5%), Gabriele Volpi che sale dal 6% al 9,9%, Aldo Spinelli con il suo 0,45%, Coop Liguria e Fondazione Carilucca. Con i 100 milioni del retail si sale a 400 milioni. Poi c’è il Credito Fondiario, partner industriale col quale l’ad Paolo Fiorentino è stato delegato dal cda a firmare il contratto di cessione di un pacchetto da 1,2 miliardi di Npl con relativa piattaforma di gestione.
«Il prezzo – osserva una fonte finanziaria – è poco sotto il 23%». Credito Fondiario si è impegnato a sottoscrivere l’aumento (in primo accollo) con una quota pari a 30 milioni. Più delicata la questione Creditis. Ha vinto Chenavari, che ha offerto un prezzo di 100 milioni e si è impegnata a garantire una parte dell’eventuale inoptato per una cifra sino a 40 milioni.