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 2017  dicembre 03 Domenica calendario

Verso le elezioni

I collegi uninominali della Camera che risultano al momento “contendibili”, per non dire in bilico, sono 89 su 232, più di uno su tre. Con “contendibili” intendiamo quei collegi in cui ci aspettiamo un margine inferiore ai 5 punti percentuali fra due o tre aree politiche (Pd e alleati, centrodestra e M5S). Si tratta, ovviamente, di una stima, che si basa però sul modello statistico che usiamo per misurare gli orientamenti di voto nei singoli collegi e che è alla base del “Dossier Rosatellum” che come Quorum/YouTrend abbiamo realizzato per Reti. Un margine inferiore ai 5 punti percentuali, in collegi che hanno in media circa 250 mila abitanti alla Camera, implica un distacco in termini assoluti che sta sotto i 6-7 mila voti. Tutt’altro che un margine di sicurezza.
Vediamo alcuni esempi indicativi tratti dal “Dossier Rosatellum”, un modello che si basa sulla Supermedia nazionale delle intenzioni di voto articolata a livello locale sulla base della distribuzione dei consensi nelle ultime due elezioni nazionali. Partendo dal Nord, a Savona registriamo oggi una parità assoluta fra M5S, centrodestra e Pd. L’area cinque anni fa andò al M5S per una manciata di voti. Anche nelle “regioni rosse” c’è qualche caso-limite, in cui l’uscita di Mdp dalla coalizione di centrosinistra può mettere in gioco collegi come Carrara, dove il Pd vinse di poco nel 2013, e dove oggi le stime indicano una partita molto ravvicinata fra Pd e 5 Stelle. Al Sud un caso è quello del collegio di Monopoli, dove cinque anni fa prevalse Berlusconi e alle Europee del 2014 Renzi: allo stato il centrodestra sembra solo marginalmente favorito rispetto al M5S.
Se oltre a questi, altri 86 collegi a oggi risultano in bilico, vuol dire che molto dell’esito delle prossime elezioni sarà scritto da queste “micro-elezioni”, nelle quali conteranno soprattutto due fattori. Per prima cosa, la qualità delle candidature all’uninominale. È vero che il Rosatellum non prevede il voto disgiunto, il che limita e “proporzionalizza” l’impatto dei candidati di collegio. Ma la struttura della scheda elettorale su cui voteremo mette in evidenza il nome dei candidati all’uninominale, che saranno stampati sopra al simbolo o ai simboli delle liste in appoggio. Candidare nei collegi personalità forti, riconosciute e capaci di portare consenso sul territorio sarà decisivo, con “effetto di traino” sul proporzionale. Il secondo aspetto determinante sarà quello delle campagne sul territorio. Torneranno le campagne elettorali “di collegio”, in cui i candidati saranno protagonisti per conquistare il consenso. È una dinamica totalmente diversa da quella prevista dal Porcellum, in cui – come si ricorderà – l’elettore votava un simbolo di partito, senza sapere a chi sarebbe andato in concreto il proprio voto. Un ultimo fattore è che una parte significativa di questi 89 collegi, stando alle nostre simulazioni, è concentrata al Sud, dove oltre 40 collegi sono in bilico. Nell’Italia meridionale, connotata più di altre aree da una competizione che oggi complice la forza del 5 Stelle appare “tripolare”, si giocherà insomma un pezzo determinante della partita delle Politiche 2018.  * YouTrendI collegi uninominali della Camera che risultano al momento “contendibili”, per non dire in bilico, sono 89 su 232, più di uno su tre. Con “contendibili” intendiamo quei collegi in cui ci aspettiamo un margine inferiore ai 5 punti percentuali fra due o tre aree politiche (Pd e alleati, centrodestra e M5S). Si tratta, ovviamente, di una stima, che si basa però sul modello statistico che usiamo per misurare gli orientamenti di voto nei singoli collegi e che è alla base del “Dossier Rosatellum” che come Quorum/YouTrend abbiamo realizzato per Reti. Un margine inferiore ai 5 punti percentuali, in collegi che hanno in media circa 250 mila abitanti alla Camera, implica un distacco in termini assoluti che sta sotto i 6-7 mila voti. Tutt’altro che un margine di sicurezza.
Vediamo alcuni esempi indicativi tratti dal “Dossier Rosatellum”, un modello che si basa sulla Supermedia nazionale delle intenzioni di voto articolata a livello locale sulla base della distribuzione dei consensi nelle ultime due elezioni nazionali. Partendo dal Nord, a Savona registriamo oggi una parità assoluta fra M5S, centrodestra e Pd. L’area cinque anni fa andò al M5S per una manciata di voti. Anche nelle “regioni rosse” c’è qualche caso-limite, in cui l’uscita di Mdp dalla coalizione di centrosinistra può mettere in gioco collegi come Carrara, dove il Pd vinse di poco nel 2013, e dove oggi le stime indicano una partita molto ravvicinata fra Pd e 5 Stelle. Al Sud un caso è quello del collegio di Monopoli, dove cinque anni fa prevalse Berlusconi e alle Europee del 2014 Renzi: allo stato il centrodestra sembra solo marginalmente favorito rispetto al M5S.
Se oltre a questi, altri 86 collegi a oggi risultano in bilico, vuol dire che molto dell’esito delle prossime elezioni sarà scritto da queste “micro-elezioni”, nelle quali conteranno soprattutto due fattori. Per prima cosa, la qualità delle candidature all’uninominale. È vero che il Rosatellum non prevede il voto disgiunto, il che limita e “proporzionalizza” l’impatto dei candidati di collegio. Ma la struttura della scheda elettorale su cui voteremo mette in evidenza il nome dei candidati all’uninominale, che saranno stampati sopra al simbolo o ai simboli delle liste in appoggio. Candidare nei collegi personalità forti, riconosciute e capaci di portare consenso sul territorio sarà decisivo, con “effetto di traino” sul proporzionale. Il secondo aspetto determinante sarà quello delle campagne sul territorio. Torneranno le campagne elettorali “di collegio”, in cui i candidati saranno protagonisti per conquistare il consenso. È una dinamica totalmente diversa da quella prevista dal Porcellum, in cui – come si ricorderà – l’elettore votava un simbolo di partito, senza sapere a chi sarebbe andato in concreto il proprio voto. Un ultimo fattore è che una parte significativa di questi 89 collegi, stando alle nostre simulazioni, è concentrata al Sud, dove oltre 40 collegi sono in bilico. Nell’Italia meridionale, connotata più di altre aree da una competizione che oggi complice la forza del 5 Stelle appare “tripolare”, si giocherà insomma un pezzo determinante della partita delle Politiche 2018.  

* YouTrend