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 2017  dicembre 04 Lunedì calendario

Negli affari di famiglia meglio i Moratti senior dei quattro eredi

I vecchi affari dei padri, talvolta, vanno meglio di quelli giovani dei figli. Succede in casa Moratti dove la dinastia proprietaria della quotata Saras è rappresentata dai fratelli Gian Marco e Massimo e dai loro rispettivi eredi, Angelo e Gabriele, Angelomario (detto “Mao”) e Giovanni. I quattro figli maschi detengono la nuda proprietà di quasi l’intero capitale delle due accomandite dei padri, la Gian Marco Moratti Sapa e la Massimo Moratti sapa che controllano ciascuna poco più del 25% di Saras, mentre l’usufrutto è tutto nelle mani dei due genitori. Le due accomandite hanno chiuso i rispettivi bilanci allo scorso giugno evidenziando un utile di 25 e 22,7 milioni di euro: Gian Marco ha destinato l’intero profitto parte a riserva legale (1,2 milioni) e parte imputandolo alla voce utili a nuovo (23,7 milioni), e così ha fatto Massimo con 1,1 milioni finiti alla riserva legale e 21,5 milioni di utile riportati a nuovo. La redditività delle due casseforti è in calo in confronto all’esercizio precedente che aveva visto utili rispettivi per 38,5 e 38,9 milioni e ciò semplicemente è dovuto al minore dividendo incassato dalla partecipazione Saras. GianMarco valorizza la quota nel gruppo di raffinazione petrolifera pari ad oltre 237 milioni di azioni per 49,9 milioni, ma a concorrere all’attivo totale di 163 milioni figurano anche 26 quote del fondo immobiliare Scarlatti (5,9 milioni), l’acquisto fatto nell’esercizio dell’1,95% della quotata Fila (5,4 milioni) e la sottoscrizione di due prestiti obbligazionari, ciascuno per 7,5 milioni, emessi dalla Angel Capital Management del figlio Angelo e dalla Stella Holding del figlio Gabriele. Il presidente di Saras, la cui accomandita ha ancora liquidità per 37,5 milioni, ha anche sottoscritto un impegno d’investimento fino a 5 milioni di dollari nel fondo di private equity Iconiq Strategic Partners III della Iconic Capital di San Francisco lanciato quattro anni fa da Will Griffith. Nella sapa figurano poi attivi non immobi-lizzati (azioni, obbligazioni e quote di fondi) per 48,4 milioni che a giugno scorso registravano una plusvalenza di circa 5 milioni rispetto ai prezzi di mercato. Gli affari di Angelo, primogenito di Gian Marco, invece non brillano. Il bilancio 2016 della sua Angel Capital Management si è chiuso con un mini utile di 58mila euro e riporta che lo scorso anno sono state messe in liquidazione le controllate Angelab International (basata a Lussemburgo), e Angelab Funds, mentre poche settimane fa la medesima procedura ha riguardato la Spillover di cui Moratti ha il 49% mentre il restante 51% è della imprenditrice “sociale” Selene Biffi. Spillover era stata costituita quattro anni fa per produrre e vendere “app” rivolte al pubblico giovane, ma il suo ultimo bilancio si è chiuso con zero ricavi. Moratti, che tramite Angel Capital ha lanciato quest’anno Milano Investment Partners sgr, sul totale di attivo di 24,3 milioni, registra immobilizzazioni finanziarie per circa 20 milioni. Tra queste le controllate Angelfin, Angelmedia Corp. (Usa), Be Water Italy, Moto (che detiene il 78% della De Santis, nota panineria nel centro di Milano e il 100% della Meda, proprietaria a Milano del ristorante «Il bolognese» diretto da Alfredo Tomaselli titolare dell’omonimo noto locale romano), l’americana Tommie Cooper e la svizzera U Start. Alla voce “altre imprese” figurano quote di minoranza in Telecom Design (finita recentemente in liquidazione), Ikonysis, Applix e Sharide. Moratti è recentemente diventato socio di minoranza anche del sito inglese di viaggi di lusso Secret Escapes attraverso l’investimento di 1,5 milioni realizzato dal veicolo Boston, di cui Angel Capital Management ha il 33,3%, assieme ad altri soci fra cui il cugino Angelomario Moratti con una quota analoga e la Gbh, cassaforte di Gerardo Braggiotti. Anche Gabriele, fratello di Angelo, non spicca per doti imprenditoriali perché la sua Stella Holding ha chiuso il 2016 con una miniperdita di 3 mila euro mentre le sue altre due società (Manta e Redemption) hanno archiviato l’anno, rispettivamente, con un mini utile di 16 mila euro e un più consistente rosso di 5,2 milioni che si somma ai 9,1 milioni di perdite portate a nuovo. Dal canto suo Massimo Moratti nella cassaforte valorizza Saras come il fratello, per un corrispettivo di 49,9 milioni. Sul totale di attivo dell’accomandita di 157,2 milioni figurano un grosso immobile a Londra (8 milioni circa) e 25 quote del fondo Scarlatti (5,7 milioni), mentre nell’esercizio è stato rilevato dalla Cmc il residuo 1,87% di Internazionale Holding così da possedere il 100% della controllata che è stata poi fusa per incorporazione. Con circa 45 milioni di liquidità la sapa di Massimo ha anche ben 47,5 milioni di asset non immobilizzati: un giardinetto che a giugno evidenziava una plusvalenza di 1,5 milioni rispetto ai prezzi di mercato. Dei due figli di Massimo, infine, Angelomario è il più grande ed è attivo come imprenditore con la sua holding Seven che ha chiuso il 2016 in perdita per 35 mila euro. “Mao” ha investito 5 milioni in quote di minoranza anche, fra l’altro, dell’americana AirHelp, della francese La Belle Assiette.