Corriere della Sera, 5 dicembre 2017
«Dublino può stare sicura: l’Ue sulla frontiera non cederà». Intervista a Manfred Weber
«L’ Unione Europea non potrà mai accettare un “confine duro”, blindato, fra Irlanda e Irlanda del Nord. Al 100%, non potremo mai accettarlo. Ma le decisioni stanno ora tutte nelle mani di Londra. E questa può essere una lezione e un esempio: Dublino che sta insieme con gli altri Stati europei è oggi molto forte, mentre Londra non è mai stata così isolata come da quando ha annunciato di voler lasciare l’Ue».
Manfred Weber, bavarese, presidente del gruppo del Partito popolare europeo all’Europarlamento e da sempre considerato la voce di Angela Merkel a Strasburgo e Bruxelles, ha incontrato due settimane fa Theresa May: «E ho riscontrato uno spirito molto positivo, mi sembra molto chiaro che anche i britannici vogliano a questo punto un progresso nelle trattative sulla Brexit. Però molti nodi sono ancora sul tavolo, come appunto quello dell’Irlanda, il più critico fra tutti».
Il Financial Times parla di un possibile compromesso: Theresa May concederebbe all’Irlanda del Nord uno status speciale, per permetterle di restare nel mercato unico e nell’Unione Doganale Ue.
«Può essere un passo nella giusta direzione. Del resto già oggi irlandesi e nordirlandesi sono così vicini, così interconnessi, già oggi si curano spesso negli stessi ospedali... Ma ci sono anche molti problemi politici».
Per esempio?
«Theresa May è sostenuta dal partito unionista nordirlandese, perciò in questa situazione è in gioco anche la stabilità del suo governo. Noi della Ue non possiamo però aiutarla, è una questione interna britannica. E anche se un compromesso verrà raggiunto, se Belfast potrà restare nel mercato unico, dovremo chiedere: come potrà Londra garantire tutto questo?».
Sinceramente: lei è ottimista?
«Sì, certo, speriamo di avere buone notizie già a metà della prossima settimana. E la città finanziaria di Londra sta dicendo ai propri politici: dovete trovare un accordo, è l’ora di muoversi».
Al di là degli aspetti finanziari, lei ha scritto, ci sono delle «linee rosse» che l’Ue non potrà mai cambiare. Possiamo esemplificare?
«La prima è appunto il caso Irlanda, il suo processo di pace: non potremo mai accettare un “confine duro”. La seconda riguarda i diritti di milioni di cittadini Ue che vivono in Gran Bretagna, e dei britannici che vivono nella Ue. Dovrà essere assolutamente chiaro che Londra rispetterà il diritto degli italiani, francesi, tedeschi e così via alla libertà di movimento, ai benefici sociali come le pensioni, i bonus per i bambini, i ricongiungimenti familiari. Dovrà farlo proprio come oggi l’Ue lo fa per i cittadini britannici all’estero. E noi europei dovremo garantire che questo accada. Infine, si dovrà definire in modo specifico l’impegno preso da Theresa May a Firenze, qualche mese fa».
E cioè?
«Che nella Brexit nessuno deve perdere soldi, nessuno dovrà pagare di più per veder rispettati i propri diritti».