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 2017  dicembre 05 Martedì calendario

Cremonini va alla scuola d’autore bolognese

Un salto di qualità. È la prima valutazione dopo l’approfondito ascolto del nuovo album di Cesare Cremonini, Possibili scenari. Due anni di intenso lavoro in studio di registrazione con la collaborazione ai testi di Davide Petrella, nuovo astro nascente del pop italiano e Alessandro Magnanini agli arrangiamenti. Ma, soprattutto, con il fondamentale supporto del produttore Walter Mameli, da sempre a fianco del cantautore.
Una crescita evidente e convincente a partire dal singolo Poetica, capace di sovvertire il suono mainstream imperante nelle radio italiane: una ballata intensa e struggente, dedicata alla vita e ai suoi alti e bassi. Poetica si inserisce di diritto tra i grandi classici della musica d’autore, non stona vicino a Emozioni o Rimmel. Possibili scenari è stata pensata per aprire i futuri concerti negli stadi a giugno 2018 (Lignano, Milano, Roma e Bologna): un perfetto connubio tra elettronica intelligente e rock, senza svendersi ai suoni Edm.
Nessuno vuole essere Robin è la perla nascosta, un ritratto di Millennials alle prese con la convivenza e l’amore con una frase mozzafiato, “tutti col numero dieci sulla schiena e poi sbagliamo i rigori”. Kashir-Kashmir racconta con estrema delicatezza l’approccio al mondo occidentale di un ragazzo arrivato dai paesi arabi: c’è diffidenza e pregiudizio ma l’unico suo desiderio è quello di ballare come un qualunque ragazzo moderno. La macchina del tempo è, insieme a Poetica, il miglior arrangiamento del disco, con una storia d’amore “rewind”: si parte dall’ultimo bacio fino al primo incontro. Silent Hill inizia con una crepuscolare melodia elettronica intrigante e si sviluppa con una ritmica in puro stile Beatles anni sessanta. Qualche traccia serve per alleggerire (La Isla, Al tuo matrimonio) e ritrovare il filo conduttore con i brani più pop del repertorio. Un disco a fuoco, originale e frutto di grande ricerca musicale (Mameli su tutti), capace di portare Cremonini su un territorio classico della scuola bolognese, a cavallo tra l’intimismo di Samuele Bersani e la grande comunicativa di Lucio Dalla.