il Fatto Quotidiano, 5 dicembre 2017
Gary Moore, riscoprire il Blues a sei corde
Artista della sei corde irlandese tanto amato quanto odiato dai puristi del blues, Gary Moore, assieme a Rory Gallagher, è stato uno dei chitarristi più influenti e spesso sottovalutati della sua generazione. Con una produzione musicale che spazia dal Rock progressivo e sperimentale all’hard rock e all’Heavy metal, è per il Blues, al quale si riavvicina negli anni 90, che prova una passione viscerale, tanto da essere ricordato come uno degli artefici della rinascita del genere, quando a partire dagli anni 70 sempre meno artisti vi si dedicarono o preferirono stili che da esso derivarono. Animale da palcoscenico di cui non sarà mai celebrata abbastanza la forza espressiva, Moore scompare nel 2011 in seguito a un infarto causato da abuso di alcolici: per ricordarne le gesta esce ora un cofanetto celebrativo intitolato Blues and Beyond (2 cd in studio + 2 cd dal vivo), accompagnato dalla biografia autorizzata, I Can’t Wait Until Tomorrow: per chi è convinto che The Edge sia il più grande chitarrista della storia irlandese.