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 2017  dicembre 04 Lunedì calendario

Rita Bellanza: «Stono per paura di deludere gli altri ma dopo X Factor vivrò per la musica»

Milano È una parabola (in senso geometrico) via parabolica (nel senso dell’antenna) quella di Rita Bellanza. Parabola discendente, purtroppo per lei.
Vent’anni, boom clamoroso quando viene ammessa a X Factor cantando una versione di Sally di Vasco Rossi da fare accapponare la pelle per il pathos, accostamenti addirittura ad Adele, tanti articoli che ripercorrono anche una difficile vicenda famigliare.
Da lì però calo progressivo, elogi sul web che diventano contestazioni feroci fino all’offesa, eliminazioni sfiorate, poi l’addio al talent. Chissà se è nata una stella (il suo inedito Le parole che non dico mai è tra i più ascoltati sulle piattaforme streaming), di sicuro resta una storia da raccontare.
Dobbiamo partire, ci perdoni, dal caso umano. Un padre che la abbandona a 7 anni, tre affidi famigliari prima di trovare le persone giuste per lei. Cose che non dovrebbero contare in un talent show, eppure hanno contato.
«In sostanza sta dicendo che sono stata un caso umano.Purtroppo sì, almeno in parte.
Anche se spero e credo di non essere stata eliminata prima per questo motivo, la cosa mi renderebbe furibonda. E io non sono la ragazza presentata nei filmati introduttivi, sono molto di più e di diverso».
Però è andata in calando se non in crollo, dal punto di vista delle interpretazioni. E un paio di salvataggi hanno suscitato polemiche feroci.
«Lo so bene. Anzi, lo immagino perché devo ancora mettermi a leggere tutto quel che si è scritto su Internet. E mi è dispiaciuto moltissimo per Gianni Morandi, ricoperto di fischi quando ha deciso di non eliminarmi.
E Gabriele e Camille, con cui ero in ballottaggio, erano i miei scriccioli, dormivamo accanto.
È stato un vero dolore. Io stessa non mi sarei salvata».
Ma ci spiega come si passa da quella versione di “Sally” a stonare malamente in “La donna cannone”? Come ha fatto a peggiorare così?
«Ho due spiegazioni. Prima, l’emozione. Libero di non crederci, ma nelle prove sono sempre stata perfetta. Ma erano partite amichevoli, per dirla in modo calcistico. Nella competizione cambiava tutto: appena si accendeva la lucetta sulla telecamera, trac, in me si spegneva la luce. Quel palco ti risucchia l’anima».
Secondo?
«La voce. Mi manca la tecnica e sono la prima a saperlo. So bene di essere capace di prestazioni splendide come pessime, senza un motivo preciso. Ma voce ed emotività si legano tra di loro. Forse ho sbagliato a partire così forte, ho suscitato troppe aspettative».
Parliamo allora di quella partenza. In “Sally” dava l’idea di sentirlo, il dolore che cantava.
«Lo sentivo eccome. Mi sembrava quasi che Vasco Rossi l’avesse scritta pensando a me.
E quando si canta si esterna il mondo che si ha dentro».
Tutte le scelte successive però sembravano quasi sbagliate per lei.
«Io Levante devo solo ringraziarla, per come mi ha seguito e difeso. Ha sempre scelto le canzoni giuste per me.
Anche In questo misero show di Renato Zero, l’ultima che ho cantato, era fantastica. In questo senso è stato un addio perfetto al mondo di X Factor. E poi, non lo dico come scusa, mi è saltata la base in cuffia e ho dovuto improvvisare l’inizio. Amen».
Sembra quasi sollevata dall’eliminazione.
«Forse è troppo, di sicuro sono contenta di tornare a casa, a Berzo San Fermo, di rivedere la mia famiglia. E voglio tornare dagli anziani della comunità Micheli Sanga, dove ho fatto volontariato artistico».
Ovvero cantava per loro?
«Poco, lo farò ora. Io li facevo dipingere e mettevo musica in sottofondo, quasi una dj.
Qualcuno ogni tanto non mi riconosceva per via dell’Alzheimer, vediamo adesso cosa accadrà».
Da bambina cosa sognava di fare?
«Tante cose. Avevo 7 anni, abitavo a Pioltello, mia sorella Miriam faceva il teatrino per le amiche e mi fece cantare La solitudine di Laura Pausini. Mi misi davanti allo specchio e mi dissi “voglio diventare cantante”. Poi ho sognato di fare l’attrice, poi la ballerina. Adesso voglio di nuovo cantare».
Quindi intende campare di musica?
«Se me lo avesse chiesto prima di X Factor le avrei detto di no, tanto che a iscrivermi è stata una mia amica. Ora sì, e non solo perché ho un contratto con la Sony. So bene che non sarà facile, che quasi tutti quelli usciti da qui sono spariti a breve. Io credo di potercela fare».
Perdoni la domanda: e se si ripresentasse suo padre?
«Anzitutto non saprei neppure riconoscere il suo viso. E poi è l’unica persona che non mi tocca e non mi ha mai toccato il cuore.
Il capitolo è chiuso, ho un’altra famiglia ed è fantastica».
Chi vincerà “X Factor”?
«Lorenzo Licitra o i Maneskin».
Lo rifarebbe?
«Sì, malgrado sia un lavoro da pazzi. O forse proprio per quello. Si conoscono persone fantastiche. E Manuel Agnelli mi ha dato molti consigli su come sopravvivere alle critiche».
E come si sopravvive?
«Anzitutto credendo in se stessi. È quello che farò da oggi».