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 2017  dicembre 01 Venerdì calendario

I Savoia come i Borgia. Parte la sfida alla serie tv

Storici e sceneggiatori, anche in erba, unitevi. Trovate una storia in salsa sabauda, il più possibile epica, sviluppatela in chiave di serie tv contemporanea e incrociate le dita. Per voi è pronto un contest, consultabile da ieri online, che vi può proiettare nell’universo del cinema (oltre a un assegno da 50 mila euro come compenso per il miglior progetto). Dopo il successo di Borgia e Medici un’altra dinastia italiana è pronta a sbarcare sugli schermi tv: I Savoia.
In realtà è un peccato non averci pensato prima, perché la dinastia che ha unito l’Italia viene sempre banalmente abbinata al solo Risorgimento o all’ultimo inglorioso scorcio di regno. Invece la storia sabauda preunitaria è ricca di spunti, intrighi, vicende epiche e straordinarie quanto poco conosciute e assolutamente tutte da scoprire. Lo sanno bene le migliaia di turisti che ogni anno visitano estasiati le bellezze piemontesi. E su questi presupposti, con l’indubbio obiettivo di promozione del territorio, lo hanno lanciato i vertici della Film Commission Torino Piemonte e della Film Investimenti Piemonte, che con la Regione cerca di portare la prima epopea televisiva moderna dedicata alla storia dei Savoia. Il tutto ambientandole sui set più naturali: le magnifiche residenze sabaude.
D’altronde per decenni al cinema e in tv le produzioni cinematografiche hanno utilizzato le location piemontesi spacciandole per i luoghi più disparati: nel 1999 Lina Wertmüller fa percorrere a Ferdinando I di Borbone la Scala delle forbici di Palazzo Reale a Torino, capolavoro dello Juvarra, facendola passare per un ambiente della reggia di Capodimonte; Paolo Sorrentino ha ambientato nelle residenze dei Savoia i palazzi barocchi della politica da Prima repubblica ne Il divo, dedicato a Giulio Andreotti. Così come la Galleria di Diana a Venaria, che diventa magicamente il Quirinale nella commedia dolce-amara Benvenuto Presidente!. Poi, la beffa più grande, almeno per i piemontesi, quando Alan Taylor nel 2001 spaccia il Castello del Valentino per una reggia francese napoleonica nel lungometraggio: I vestiti nuovi dell’Imperatore.
I Savoia compaiono nel loro Piemonte per la finzione cinematografica nel 1990 in un film dall’infelice titolo: La puttana del re. E nel 2001 per la miniserie televisiva di Carlo Lizzani Maria José – L’ultima regina, dove se non altro le location erano filologicamente autentiche. Diventa invece poco più di una comparsa la dinastia sabauda nel più popolare Elisa di Rivombrosa, che proietta il Castello di Agliè ai fasti nazionali.
Si preparino dunque i candidati, accendendo la creatività e andando a scovare episodi degni della dinastia. Ad esempio rispolverando le vicende della prima Madama Reale, Cristina di Francia, che arriva nella corte torinese portando il meglio delle pompose feste barocche. Organizzando feste e frequentando amanti, ma assistendo anche alla morte precoce del marito (si dice avvelenato dai francesi...). Accecata dal desiderio di potere eclissa le sacrosante ambizioni del figlio, ma salva dall’altra il ducato. Affronta (e vince) la guerra civile innescata dai suoi cognati Tommaso e Maurizio e abbellisce nel frattempo la sua capitale. Gli ingredienti per un kolossal, pieno di intrighi, ci sono tutti.