La Stampa, 1 dicembre 2017
Fortissimamente Volo
Stiamo facendo passi avanti: da qualche giorno la politica ruota attorno a Fabio Volo. Al quale bisogna portare rispetto, siccome appena scrive un libro fila in testa alla classifica e non la molla più, ed è anche grazie ai suoi incassi se si pubblicano tanti aspiranti Nobel, purtroppo sfuggiti all’attenzione del mondo. Così Volo, che già guarda dall’alto in basso postproustiani e neohemingwayani, ora se la gioca da filosofo del diritto con le migliori leadership nazionali. Domenica, dopo averlo sentito da Fabio Fazio, è andato nel camerino di Silvio Berlusconi, che è il suo editore, gli ha appoggiato l’indice al petto e lo ha redarguito: essere contro lo Ius soli «non è figo». Pare che a Berlusconi si sia chiuso un occhio. «La ringrazio tanto», ha detto Silvione e se l’è battuta. Arriva mercoledì e durante una presentazione del suo libro Volo si vede piombare in sala Matteo Renzi. E si riparte con lo Ius soli. Il pubblico, che è pur sempre il pubblico di Volo, brontola e digrigna e Volo coglie l’aria, dice che era la presentazione di un libro mica un comizio, e pianta lì tutti con gran gesto di sdegno rusticano. Renzi, che ambisce alla longevità e alla popolarità di Berlusconi, dovrebbe cogliere le differenze. Prima, è stato Volo a inseguire Berlusconi mentre è stato Renzi a inseguire Volo. Seconda, Berlusconi non cercava rogne e non le ha avute, Renzi non le voleva ma se le è cercate. Terza, Renzi con Volo pensava di raccattare un po’ di charme e non c’è riuscito, Berlusconi con Volo si accontenta di raccattare soldi e ci riesce benissimo.