la Repubblica, 30 novembre 2017
Ma le Olimpiadi russe sono a rischio. L’effetto Sochi va al contrario
Un anno e mezzo per diventare ancora più cattivi e lontani di prima. Quanto separati saranno alla fine, Russia e Cio, si saprà martedì in una specie di tramonto di fuoco, nelle praterie velenose della politica. I tempi del compromesso di Rio, nell’estate 2016, sono finiti. Stavolta è muro contro muro.
I verdetti del Cio
Da mesi due commissioni stanno sezionando lo sport russo con risultati devastanti che hanno fatto scivolare la nazione ospitante dal primo al quarto posto nel medagliere di Sochi 2014. Da 33 medaglie vinte, si è passati a 22 (con gli Stati Uniti ora Paese più premiato con 28 podi). La commissione guidata dall’ex presidente svizzero Samuel Schmid esamina il presunto complotto per manipolare l’antidoping a Sochi in combutta coi servizi segreti ( Fsb). La commissione guidata da Denis Oswald cerca prove per verificare graffi sulle provette che passavano attraverso un buco del laboratorio, per essere manipolate.
Il portabandiera radiato
Dopo le deposizioni degli atleti di fronte alla commissione Oswald, il Cio ha bandito a vita dalle Olimpiadi e ha ritirato le medaglie a sei fondisti, cinque atleti dello skeleton, sette bobbisti (ieri gli ultimi tre), due biathlete, due pattinatori di velocità. Tra di loro il portabandiera alla cerimonia inaugurale di Sochi, Alexander Zubkov, oro nel bob a due e a quattro, ora presidente di una federazione falcidiata dalle squalifiche. A beneficiare delle sentenze anche un’atleta italiana, Karin Oberhofer, quartanel biathlon, nona medaglia azzurre nel 2014. Tra i rivalutati un morto (il bobbista Holcomb) e un norvegese ( Sundby) coinvolto in un caso di doping.
Il testimone credibile
Protetto dall’Fbi, il testimone chiave dello scandalo è più forte rispetto ai Giochi di Rio. L’ex direttore del laboratorio di Mosca Grigory Rodchenkov è stato definito “credibile” dal Cio, scatenando le ire del Cremlino che parla di «odiosa figura» e di «sponsor che lo proteggono».
Il conflitto
Al di là degli atleti squalificati o scagionati ( come l’oro del pattinaggio Sotnikova), il Cio chiede che venga accettato il dossier McLaren, ma Mosca rifiuta con rabbia la tesi del doping di Stato. Le reazioni degli ultimi giorni hanno peggiorato la sua posizione, hanno fatto notare fonti Cio.
Le possibili soluzioni
L’esclusione totale della Russia (sarebbe la prima volta senza Mosca dal 1984) è chiesta a gran voce da 17 agenzie antidoping, Usa e Gran Bretagna compresi. Il Cio potrebbe valutare una pesantissima multa o l’ammissione degli atleti superstiti sotto la bandiera olimpica, con tute neutrali che non riportino scritte o bandiere. Mosca respinge questa soluzione, che poteva rappresentare una mediazione nel momento in cui il Cio non vuole apparire indulgente con Putin.
Il fattore elezioni
Il problema è che le Olimpiadi incrociano le elezioni presidenziali russe, in programma tre settimane dopo la fine dei Giochi. E Putin ha detto chiaramente che gli Usa stanno facendo pressioni attraverso lo sport per influenzare l’appuntamento elettorale. Le peggiori premesse per la sentenza più complessa.