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 2017  novembre 30 Giovedì calendario

Serie A all’ultima chiamata. Sette giorni per il presidente

Un altro rinvio. Forse l’ultimo perché giovedì prossimo la Lega di Serie A, giurano i presidenti, darà sostanza alla propria, nuova, governance eleggendo il presidente, l’amministratore delegato e i membri del consiglio, anche quello federale.
L’Assemblea riunita ieri a Milano ha detto no alla candidatura del presidente Consob Giuseppe Vegas («Non c’è posto per chi ha avuto un passato politico...», il verdetto dei numeri uno dei club di A) e un mezzo no alla possibilità che Paolo Nicoletti, oggi vice commissario straordinario, cambi ruolo andando a occupare la poltrona più alta (la sua partita rimane, però, aperta). Così, fumata nera e spazio alle febbrili consultazioni nei corridoi del palazzo milanese e non solo.
L’ottimismo dei 20 club
Il 7 dicembre sarà la data del dentro o fuori perché, quattro giorni dopo, scade la fase commissariale di Tavecchio, nata il 21 aprile scorso e già prorogata una volta. «Il clima non è mai stato tanto sereno e costruttivo. Si arriverà al traguardo fra una settimana», racconta il presidente dimissionario della Figc, ma ancora con in mano la tutela della Lega di A. «C’è la volontà di risolvere il problema per rendere il prodotto calcio sempre più bello ed attraente», dice il patron del Toro, Urbano Cairo.

Il gruppo dei club riformisti, guidati da Juve, Inter, Roma, Fiorentina, Sampdoria, Torino e Sassuolo vuole chiudere il cerchio e chi, Lazio su tutte, è rimasto in disparte cercando una soluzione alternativa, oggi sembra essersi convinto come uscire dall’impasse sia l’unico modo per provare a ripartire. Lo stesso Lotito, ieri, si è lasciato andare a un discorso improntato sull’unità e la volontà di trovare una soluzione.
Nicoletti ancora in campo
Niente «politici» e via libera in sette giorni: questo il manifesto dei club di A. Il Coni è sempre più vigile, lo strumento del commissariamento in campo. «Non cerco un braccio di ferro con il calcio, ma – ha ribadito il presidente Giovanni Malagò – la Lega di A, seppur con il solo 12 per cento di peso elettorale, trascina tutto il movimento e se non trova la quadra, forse è il caso di prendere un provvedimento che riguarda tutto il sistema...». Tradotto: nominare il segretario generale al Foro Italico Roberto Fabbricini commissario straordinario della Figc dal 13 dicembre nel caso dell’ennesimo niente di fatto di poche ore prima.
Calcio e Coni, la resa dei conti è nei fatti. E si gioca proprio sulle possibili mosse di Malagò qualora la A rimanesse prigioniera del proprio immobilismo. I presidenti sono certi di arrivare al traguardo e lo sono anche del fatto che, in caso di non elezione dei propri vertici, il Coni non potrebbe commissariare la Figc e, di conseguenza, nominare un commissario ad acta per la Confindustria del nostro pallone. Lo staff legale del Foro Italico sembrerebbe di parere opposto e continua a lavorare per farsi trovare pronto allo scadere dell’ultimatum dell’11 dicembre. Non resta che aspettare ancora pochi giorni per capire se la guerra del calcio troverà una prima forma di pace.