Avvenire, 29 novembre 2017
A tre anni già pazzi per YouTube. Per i colossi del web un business ricchissimo
Atre o quattro anni lo schermo che li attrae non ha soltanto la forma del televisore. Ben più pratico e seducente è quello del cellulare dei genitori o del comodo tablet. Non serve neppure conoscere i numeri che compaiono sul telecomando per trovare il canale giusto, in cui vanno in onda i programmi preferiti. Basta sfiorare con le dita il touchscreen e il gioco è fatto: cartoni animati a getto continuo, giocattoli presentati meglio che in un grande magazzino, canzoncine da ascoltare nel salotto di casa. È già una realtà anche in Italia la “generazione YouTube”. La formano i bambini con meno dieci anni, racchiusi nella fascia d’età che va dall’asilo alla scuola primaria, fra cui spopola la nota piattaforma di video via Internet. Vedere un cartoon o un format sul tablet e sul telefonico fa ormai parte del loro quotidiano e hanno una familiarità straordinaria con i device e le App. Certo non hanno abbandonato la vecchia, cara televisione. Continuano a guardarla (i canali per ragazzi non hanno avuto flessioni di ascolti) ma la affiancano ai dispositivi collegati in Rete.
I numeri parlano da soli. I video in italiano per i più piccoli furoreggiano su YouTube. Gli episodi di Peppa Pig hanno una media di visualizzazioni fra i 3,1 e i 4,5 milioni e si arriva al picco di 21 milioni per la puntata sul Natale e di 14 milioni per quella intitolata “Dipingere”. Anche Masha e Orso è un termometro: l’episodio sul nascondino è stato visto 8,1 milioni di volte. Un cartone nostrano che conquista il web è quello dei Mini cucciolico- prodotto dalla Rai: le singole puntate hanno fra 3,4 e 4,6 milioni di visualizzazioni. Un ulteriore titolo che piace al baby pubblico di YouTube è Sam ilpompiere: ci sono episodi visti anche 7 milioni di volte. Caso di scuola è il classico Disney dei Tre Porcellini: la versione in italiano ha registrato oltre 47 milioni di visualizzazioni. Ma il palinsesto online degli spettatori junior non è soltanto serie animate. I brani musicali sono un altro collettore di clic: il Coccodrillo come fa, famosa canzone dello Zecchino d’oro, ha raggiunto 81 milioni di visualizzazioni e Se sei felice tu lo sai batti le manicantata da Masha e Orso 45 milioni. Altrettanto popolare è la serie TuTiTusui“giocattoli che prendono vita”: il video sul telefono è stato cliccato 29 milioni di volte. I ragazzini impazziscono poi per le dimostrazioni dei giocattoli con gli adulti che ne spiegano i segreti. Inoltre appassionano i filmati amatoriali che raccontano il quotidiano. E gli “web pargoli” cercano anche sequenze di quanto stimola la loro fantasia: auto, navi, aerei, se si è maschi; balletti, marionette, abiti, se si è femmine.
La rivoluzione YouTube è tutta merito dei bimbi? Non proprio. Se in passato erano i genitori ad accendere la tv per farne una babysitter, oggi sono sempre mamma e papà a mettere in mano ai nativi digitali tavoletta e cellulare che spesso diventano le “bambinaie 2.0”. Lo sanno bene i colossi del web che hanno inserito anche i più piccoli fra gli utenti da fidelizzare. Pochi sono gli studi che finora hanno passato al vaglio il fenomeno. Una delle rare ricerche in Italia è stata condotta del Centro per la salute del bambino di Trieste con l’Associazione culturale pediatri ma è limita all’uso dei dispositivi. Intervistando più di 1.300 genitori emerge che gli apparecchi prediletti dai ragazzi della Penisola sono lo smarphone (35,5%) e il tablet (25,2%) che «viene utilizzato dai tre anni in poi», scrivono gli studiosi. «I genitori – aggiungono nell’indagine – sono i mediatori principali del rapporto dei più piccoli con le tecnologie digitali». Ma gli strumenti vanno impiegati «in modo condiviso» senza dimenticare che «esistono rischi per la salute»: dai disturbi del sonno all’obesità, passando per comportamenti aggressivi o ritardi del linguaggio.
Gli Stati Uniti hanno già puntato l’indice contro l’«algoritmo di YouTube che cattura i bambini», si legge in un articolo della rivista The Atlantic.
Soprattutto con la nuova App “YouTube Kids”. Non solo ogni giorno vengono caricate molte ore di nuovi filmati, ma la piattaforma acquistata da Google fa sì che un video tiri l’altro: appena finisce un filmano parte automaticamente il successivo oppure è sufficiente un tocco sulla destra dello schermo per scegliere la nuova clip. E dal momento che i bambini amano rivedere gli stessi filmati più volte, il super contenitore in streaming li tiene incollati allo schermo, spesso imbottito di pubblicità. Compresa quella subdola: ad esempio, molti video sono sostanzialmente spot di giocattoli. Ecco perché i nativi digitali sono già un affare.