La Stampa, 29 novembre 2017
Trump e la battaglia per il Natale. Alla Casa Bianca torna l’albero
«Sembra davvero un angelo». La creatura in questione è Melania Trump di bianco vestita, così come appare nelle immagini girate lunedì alla Casa Bianca mentre accoglieva i figli dei militari della base di Andrews per accendere la residenza presidenziale con luci e addobbi natalizi. Un susseguirsi di abbracci con cui la First Lady si è proposta nella sua versione più tenera e materna, tanto che una delle piccole ospiti di Pennsylvania Avenue, in tenuta scolastica bianca e rossa e capo adornato di treccine «afro», l’ha chiamata «angelo». Non uno qualsiasi, ma l’angelo del Natale, perché Donald Trump ha investito la consorte del ruolo di ambasciatrice della «lieta novella» del nuovo corso presidenziale, il ritorno a pieno titolo del Natale alla Casa Bianca.
Dopo essere stata sacrificata per anni dinanzi all’altare del «politically correct», la festa cristiana è di nuovo protagonista nella Washington della politica. E non solo al 1600 di Pennsylvania Avenue, ma anche a Capitol Hill, dove è stato acceso un albero di Natale di oltre 25 metri fatto arrivare dal Montana. Trump aveva promesso che avrebbe messo fine alla «guerra al Natale», ovvero la negazione lessicale della festa cristiana in tutte le declinazioni in rispetto ad altre religioni. E così al tradizionale Merry Christmas si doveva preferire il più equo «Happy Holidays», che non poteva essere tacciato di discriminazione. Tanto che dopo la Casa Bianca di Barack e Michelle Obama persino la Corporate America si è adeguata per non rischiare di mettere a rischio gli affari, dinanzi al diktat di un business equo e solidale imposto da una certo pensiero.
Proprio contro quel business che aveva condotto la propria crociata Bill O’Reilly, il quale definiva vergognoso solo pensare che un datore ordinasse ai propri dipendenti di non pronunciare il tradizionale auguro natalizio. «Vinceremo questa guerra», aveva detto il giornalista di ispirazione conservatrice dopo l’elezione di Trump. Il presidente da parte sua non si era risparmiato in campagna elettorale, in linea con la sua dottrina di riscoperta delle radici cristiane, specie dinanzi al pericolo dell’estremismo islamico. «Vai nei negozi e non vedi la parola Natale – diceva -, vedi solo “buone feste”, ho sempre detto a Melania di non andare in quei negozi, voglio vedere scritto Natale». Non poteva essere diversamente per l’ex tycoon, abituato ad affacciarsi dalla sua Trump Tower sul Rockefeller Center, la piazza che ospita l’albero più importante d’America. Così la celebrazione cristiana è tornata a gran voce alla Casa Bianca dopo anni di cerimonie «diluite» in omaggio alla società interreligiosa e cosmopolita propria degli Usa. Ed ecco allora tornare a Pennsylvania Avenue le decorazioni di un tempo, rigorosamente verde e rosso con inserti color oro, allestite dai bambini della base militare di Sant’Andrews, mentre vanno in scena atti dello «Schiaccianoci» con le musiche di Cajkovskij, suonate dalla banda dei Marine. Accanto ad esse i cappellini rossi «Make America Great Again» con la scritta «Merry Christmas» sul retro. Perché sarà questo il leitmotiv che accompagnerà le celebrazioni dei Trump alla Casa Bianca, con oltre cento «open house» e 25 mila visitatori previsti, compresi quelli prenotati per la cerimonia della festa ebraica dell’Hanukkah.